Parole al miele per il Gasp. E la conferma (se mai ce ne fosse bisogno) che Giovanni Sartori non si muoverà da Bergamo. Conferma che arriva dal diretto interessato in un’intervista rilasciata a Francesco Barana per il TgGialloblu di Telenuovo. “La Champions? Da oggi ci sarà da lavorare ancora di più, perché le aspettative della proprietà e dei tifosi cresceranno. Anche se sarà difficile ripetersi. Un mio ritorno al Chievo? Le voci che sono circolate a Verona non sono mai arrivate a Bergamo… E’ stata un’annata straordinaria. Prima la finale di Coppa Italia persa immeritatamente e ora il terzo posto e la qualificazione in Champions League. Ma io parlerei di triennio straordinario: il quarto posto due anni fa, il settimo l’anno scorso e ora il terzo. Risultati che premiano il lavoro della società, dello staff tecnico e dei giocatori. Credo che Gasperini sia stato fondamentale, lui ha fatto crescere la squadra mentalmente, tecnicamente e tatticamente, trasformandola da buon gruppo a gruppo eccellente. Per quanto mi riguarda abbiamo avuto la fortuna, e credo la bravura, di inserire in questo contesto buoni giocatori, grazie a un lavoro di scouting mondiale. Giocatori soprattutto stranieri perché il mercato italiano purtroppo è saturo e offre poco”. Sartori riavvolge il nastro della sua esperienza nerazzurra: “Inizialmente ho vissuto una fase di apprendistato. Al Chievo io, il presidente e la società eravamo cresciuti insieme, qui mi sono dovuto calare in un gruppo già esistente. Si è trattato di capire in tempi brevi con chi lavoravo, le esigenze della proprietà e le aspettative di una tifoseria molto importante. Professionalmente nei primi due anni ho cambiato il mio modo di interpretare il ruolo. Al Chievo passavo meno tempo con la squadra e giravo molto a vedere giocatori, qui nei primi anni ho fatto il contrario. Ma con l’arrivo di Gasperini ho potuto riprendere le vecchie abitudini: andare in giro a vedere e cercare giocatori, come facevo al Chievo. Qua a Bergamo le aspettative della proprietà per il settore giovanile sono alte e gli investimenti ingenti. Costanzi sta lavorando magistralmente. Anche i tifosi sentono il bisogno di avere ragazzi bergamaschi in prima squadra.  La stessa prima squadra segue la politica dei giovani: da gennaio hanno esordito in serie A un 1999, un 2000 e un 2001”.
Leggi qui l’intervista completa rilasciata da Giovanni Sartori a www.tggialloblu.it

(foto atalanta.it)