Sbaglia il portiere, sbaglia il capitano e, soprattutto, sbaglia l’allenatore, forse la prima volta da quando è a Bergamo: ecco perché ha vinto il Milan che si è rivelato decisamente più forte dell’Atalanta. Musso, dopo 28”, regala a Calabria il gol del vantaggio che stravolge subito l’andamento della partita, Freuler si fa togliere il pallone dai piedi da Tonali che raddoppia e Gasperini, dopo l’infortunio di Pessina, sostituisce il campione d’Europa con un terzino, Pezzella, invece di Pasalic. Ed è corretto aggiungere, oltre gli errori dei nerazzurri, la scintillante prestazione del Milan che si avvia a lottare con Napoli e Inter, almeno adesso, per la conquista dello scudetto. Poi l’Atalanta, durante la sosta, dovrà ragionare intorno al suo futuro e recuperare gli infortunati che sono Pessina e Toloi, per Gosens i tempi sono lunghi, vale a dire tre giocatori fondamentali nel gioco dei nerazzurri, ritrovare al cento per cento Muriel e capire le condizioni fisiche di Ilicic e quelle tattiche di Miranchuk. Non cose da poco. Pressing, intensità e velocità sono state, in questi splendidi anni, le virtù dell’Atalanta di Gasperini, ebbene il Milan di Pioli le ha sradicate dai piedi dei nerazzurri e, come in una strana metamorfosi, le ha fatte sue. Non è un caso la micidiale incursione della coppia di esterni Hernandez-Calabria che ha prodotto il gol del vantaggio immediato con la complicità di mezza squadra atalantina. Partire in svantaggio dopo aver appena messo i piedi sul terreno di gioco ha annebbiato le idee di gioco degli atalantini. Si sono rimessi in partita dopo un po’ di tempo e l’assetto ha cominciato a funzionare meglio: De Roon e, soprattutto, Pessina hanno suonato la sveglia, il Milan ha fatto un passo indietro, e Zapata, il migliore degli atalantini, ha mancato in due occasioni il pareggio: la prima volta ha tirato addosso a Maignan, la seconda volta è stata la prodezza del francese a togliergli il gol. E il portiere rossonero ha sventato anche un siluro di Zappacosta. Le premesse per un pareggio sembravano evidenti anche se i rossoneri con uno scatenato Diaz e un efficace Tonali non stavano a guardare. Invece la partita ha la sua svolta negativa al 24’, insomma agli albori del tempo, quando Pessina s’infortuna in uno scontro con Tomori. Deve lasciare il campo, tutti i quanti aspettiamo l’ingresso di Pasalic, che ha sempre ricoperto quel ruolo, ecco a sorpresa Pezzella. Sì, proprio lui, un terzino che si posiziona a sinistra in appoggio di Maehle, in evidente difficoltà dalle parti di Calabria e di Saelemaekers. L’Atalanta va in confusione, il Milan continua le sue incursioni grazie a Rebic, Leao e Diaz ma non crea particolari grattacapi, eppure i nerazzurri in avanti sono prevedibili. Solo Zapata tenta di bucare la difesa anche perché Kjaer lo patisce eccome ma Malinovskyi sulla trequarti è un farfalla che non trova un fiore su cui appoggiarsi, vaga per il campo in cerca di un’identità. Ci si avvia al termine del primo tempo e tutti quanti ci convinciamo che Gasperini metterà mano al riassetto della squadra: rimontare di un gol non è un’impresa titanica. Invece Freuler, ultimo uomo davanti al nostro portiere, al 43’ subisce il pressing da Tonali che non ha problemi ad infilzare Musso. 2-0 e addio ai sogni di gloria. Gasperini prova con Koopmeiners mentre De Roon fa il difensore al posto di Demiral, ecco anche Muriel ed Ilicic. Allora nerazzurri con 3-5-2 ma senza costrutto, qualche incursione laterale ma niente di più mentre dall’altra parte Musso evita il 3-0 (su Saelemaekers) che, invece, arriva con Leao dopo un’altra ferale incursione di Hernandez. E’ vero, c’è tempo per i due gol dell’Atalanta: prima il rigore di Zapata dopo che il Var ha rilevato un fallo di mano di Messias in scivolata, poi quello di Pasalic rendono meno amara la sconfitta. Ma è un risultato bugiardo: la vittoria del Milan è stata nettissima, senza discussione. Per l’Atalanta un inciampo imprevisto ma non irreparabile, il tempo per la rimonta deve cominciare subito, da Empoli. I mezzi non mancano, magari con più raziocinio.
Giacomo Mayer