Bergamo Basket 2014 – Givova Longobardi Scafati 89-74 (27-21, 57-44, 73-62)
BB14: Taylor 21 (4/5, 2/6, 7/7, 4 r., 7 ass.), Roderick 26 (6/10, 3/6, 5/5, 11 r., 7 ass.), Sergio (cap.) 2 (1/1, 0/3, 7 r., 1 st.), Fattori 13 (2/3, 3/5), Benvenuti 11 (5/6, 1/1 tl); Augeri, Zugno 2 (1/2, 2 ass.), Bedini, Marelli, Casella 5 (1/1, 1/3, 2 ass.), Zucca 9 (1/1, 2/4, 1/1), Piccoli. Coach: Sandro Dell’Agnello. Rimbalzi 4-32, assist 18.
SCAFATI: Romeo 6 (1/4, 1/3, 1/2), Rossato 13 (2/5, 3/4, 5 r.), Thomas 8 (3/7, 0/5, 2/2), Ammannato (cap.) 16 (3/7, 2/4, 4/8, 6 r., 5 ass.), Goodwin 14 (6/9, 2/3 tl, 9 r., 3 ass.); Passera 3 (0/1, 1/2), Contento 11 (0/2, 2/4, 5/5), Solazzi (0/1 da 3), Sgobba n.e., Tavernari 3 (1/6 da 3), Pavicevic n.e. Coach: Lino Lardo. Rimbalzi 9-21, assist 13.
Arbitri: Ursi di Livorno, Tallon di Bologna e Valleriani di Ferentino.
Note: spettatori 1275. Timeout 5’34” S , 7’46” B, 12’35” S, 16’37” B, 28′ B, 32’03” B, 36’02” S. Fallo tecnico: Contento 36’15”. Antisportivo: Passera 11’56”. Uscito per 5 falli: Roderick 38’15”.

Bergamo – Brandon Taylor, Terrence Roderick & Co. Con Giovanni Fattori a guidare la pattuglia degli italiani per numeri e rendimento. E sono altri due punti (fanno 24) in scioltezza. La Bergamo Basket 2014 apre il ritorno con la vetta solitaria, da difendere a Roma (ko a casa del Cassino fanalino), nella resa dei conti di domenica prossima alle 17 a favore di scontro diretto (81-59 all’andata). Scafati, contro cui il 7 ottobre scorso era cominciato il sogno di una notte di inizio autunno che sotto le Mura pare non conoscere l’inverno, rispetto all’andata ha cambiato volto (Passera e Pavicevic ultimi innesti) e manico (l’ex celanino Lino Lardo per Calvani), ma il risultato (60-58 laggiù) è cambiato solo nelle proporzioni.
Partono subito forte i gialloneri, 8-3 dopo 3′ con due bombe di Fattori, anche se inizialmente gli ospiti si tengono a galla con lo stesso fondamentale, bene eseguito dal mezzo lungo Ammannato e Rossato. Verso metà cronometro il gap si stabilizza sulle sei lunghezze, poi un gioco da 3 di Benvenuti (5’34”) scava il solco di 9 sul 17-8 per poi metterne un’altra cogliendo l’arcobaleno di Taylor. I campani si rifanno sotto con missile più aggiuntivo di Contento (23-18, 8’30”) in risposta al tap-in di Roderick su quello dell’altra new entry Zucca, quindi al nuovo allunghino dalla lunetta del duo d’importazione replica lo swingman Tavernari dalla lunga. Nel quarto della sirena corta, introdotto dal paio di triple di TRod (33-23, 1’30”), Zucca coglie il tredici sempre dalla distanza (38-25) fissando il massimo vantaggio sul 43-27 al 4′, con la Longobardi a reggersi sulle spalle larghe di Goodwin sotto e sull’efficacia degli esterni da oltre l’arco (di qua si aggiunge il play tuttofare di West Hollywood), Rossato su tutti.
Il punteggio veleggia verso l’alto; al rientro sul legno Benvenuti disorienta il centrone altrui a suon di finte e il “4” di Cecina dopo due giri di cronometro sembra averla uccisa con il tris personale da dove ci vuole il prefisso. Un 64-46 che assomiglia di fatto al classico punto di non ritorno, fortificato qua e là da lampi tipo il secondo della serie dispari di Zucca (67-48, 5′). Di là si accendono a intermittenza i soliti noti, anche se un timido accenno di zona dà la sveglia da fuori a Romeo (71-56) e Contento si riavvicina dalla carità grazie al terzo fallo di Roderick. Ne mancano due all’ultima corsetta cronometrica, anticipata dall’inchiodata dell’uomo di Philadelphia sull’alley oop con Casella e dal meno 11 by Rossato. Il contro-parziale è di 14-6, Passera spaventa un po’ i bergamaschi col tris pesante e si deve ricominciare da capo, con Casella a riportarla sui binari della decina prendendo l’ascensore sul la di Zugno. Il jump di Taylor a fil di 24 secondi firma il 77-65, a 3’40” dal gong Ammannato lo sfida dai 6,75 e quasi a mezza via la guardia Usa in foto (T.R.) l’azzecca ancora da lì (83-69). Quando colpisce Casella (86-71 a 4′ dalla fine) inizia il garbage time in cui l’appannato cannoniere Thomas si rifà vivo con 4 penalità a carico senza incidere. Che la festa (ri)cominci.

Simone Fornoni