E’ una della pietre miliari del panorama calcistico bergamasco, dominatore della scena orobica (e non solo) da oltre un ventennio, con classe, talento e leadership a fare da filo conduttore in una carriera scandita dai molteplici cambi di casacca. Bergamasca Zanica, Ciserano e Scanzorosciate soltanto per citarne alcune, con annesso salto tra i professionisti da capitano della storica Pro Vercelli pluriscudettata. Matteo Bonomi, classe 1979, oggi difende i colori della Gandinese, progetto ambizioso sposato in estate ma momentaneamente stoppato dall’insorgere di quel nemico invisibile che da qualche mese tiene in scacco le nostre vite. L’astinenza da calcio giocato ci regala la ghiotta occasione di conoscere il punto di vista del Bonomi uomo e di carne al fuoco ce n’è tantissima come dimostrano i tanti argomenti toccati, partendo dal presente drammatico, passando per le incognite di un futuro tutto da scrivere e infine con il viaggio nel passato denso di straordinari ricordi legati rettangolo verde.

LA QUARANTENA – “In famiglia stiamo tutti bene e di questi tempi è quasi un privilegio. In questi due mesi di restrizioni mi sono improvvisato babysitter dedicando il tempo alla mia bambina, cosa non sempre possibile per via del mio lavoro. Nella vita faccio il rappresentante e dopo un periodo di stop forzato ho ripreso da poco a lavorare in modalità Smart Working. Stesso discorso per quanto riguarda mia moglie che non si è mai fermata lavorando sempre da casa”. 

ANNO ZERO PER I DILETTANTI – “Considero la stagione conclusa. Sarebbe una follia anche solo pensare di tornare a giocare in questo momento. Un’alternativa potrebbe essere chiudere i campionati verso settembre-ottobre e posticipare l’inizio di quelli successivi ma tutto dipenderà dall’evoluzione del virus. In ogni caso opterei per l’anno zero, neutralizzando qualsiasi tipo di discorso promozione o retrocessione. Piuttosto penserei già alla riorganizzazione del sistema calcio in vista dell’annata 2020-2021 che si preannuncia delicata per via della spirale di ripercussioni economiche che si abbatterà su parecchie realtà del nostro movimento. Il 18 maggio potrebbe essere la data utile per tracciare un primo bilancio di questa Fase 2 e dalla quale iniziare a gettare le basi per il futuro calcistico. Non ci resta che rispettare le direttive per iniziare ad intravedere la luce in fondo al tunnel”.

SERIE A SUL MODELLO BUNDESLIGA  – La ripartenza della Bundesliga (al via il 16 maggio, ndr) potrebbe fare da apripista per le altre nazioni, in primis la nostra. E’ evidente che paesi come la Germania siano molto più organizzati di noi e strutturati a tal punto da poter gestire un pericolo così grande. In Italia il calcio è la terza azienda del paese, un autentico motore economico. Portare a termine il campionato sarebbe un vantaggio per il tessuto economico della nazione. Tra dieci giorni potremo capire se le squadre saranno in grado di ricominciare gli allenamenti per poi pianificare la ripresa della Serie A. Tra le opzioni si potrebbe pensare ad un maxi ritiro di due mesi per tutte le squadre, isolandole da tutto e tutti. Se poi i contagi dovessero salire allora ci si fermerà definitivamente. L’importante è che regole e decisioni siano chiare e definitive. Il nostro paese ha bisogno di trasparenza”.

GANDINESE – I miei primi mesi in rossonero sono stati molto positivi. Il progetto della società mi ha intrigato sin da subito e per me è stato facile dire sì in estate. Siamo stati costruiti per disputare un campionato di vertice e il campo ha confermato la bontà della nostra rosa nonostante fossimo all’inseguimento di due grandi squadre come il Sovere e la Nuova Selvino.  Alcune partite le abbiamo gestite male ma credo che la classifica rispecchi fedelmente quanto fatto vedere da settembre a febbraio. Il futuro? Mi aspettavo nove partite di fuoco in cui ci saremmo giocati il tutto per tutto. Abbiamo sì perso lo scontro diretto con il Sovere, dopo averli battuti all’andata, ma con ventisette punti a disposizione il finale del campionato era ancora tutto da scrivere”.

Bonomi ai tempi dello Scanzorosciate: un titolo in Eccellenza e una salvezza in Serie D

LE FAVOLE SCANZO-CISERANO E IL RIMPIANTO PRO VERCELLI – “Se dovessi scegliere i momenti più significativi della mia carriera partirei dalla mia esperienza con la maglia della Bergamasca Zanica in Serie D, allenata da Zambelli. Sono stati due anni meravigliosi per me che, all’epoca ventenne, mi affacciavo per la prima volta su palcoscenici così importanti. Un’altra annata che non scorderò mai è la 2010-2011 in Serie C2 con la maglia della Pro Vercelli dove indossai la fascia da capitano e totalizzai quattordici gol tra campionato e playoff. Allenati dal grande Maurizio Braghin, allenatore straordinario che mi ha dato tantissimo, perdemmo la semifinale contro la Pro Patria prima di essere ripescati in C1 ma avendo soltanto un anno di contratto la mia storia in quel di Vercelli si chiuse lì. Successivamente la Pro centrò addirittura il salto in Serie B e una punta di rammarico rimane per non aver potuto prolungare quell’avventura così speciale. Tornando al calcio di casa nostra scelgo il biennio strepitoso in maglia Scanzo: vittoria da outsider nel campionato di Eccellenza e successiva salvezza in D con allenatore Valenti. Infine un dolcissimo ricordo dell’esperienza al Ciserano dove vincemmo la Coppa Italia d’Eccellenza con mister Astolfi.

Bonomi capitano della Pro Vercelli nella stagione 2010-2011. 14 gol e salto dalla C2 alla C1

 

Ai tempi del Ciserano: vittoria della Coppa Italia Eccellenza nel 2013

LA BERGAMO FERITA – “Per quel poco che possa valere spero che Bergamo e la sua provincia possano tornare a sorridere al più presto. Sono stati momenti difficili per tutti. Per uscirne dobbiamo agire da squadra, rispettandoci e seguendo ciò che ci viene detto di fare. E’ l’unica ricetta per scacciare questo incubo”.

Michael Di Chiaro