Classe ’70, un’istituzione per la Valle Camonica e un traguardo, da applausi, la cui valenza acquisisce ancor più spessore in funzione dell’attuale incarico: guida tecnica di un Sovere, che è a tutti gli effetti ben più di una società di appartenenza. Con la vittoria, di misura, ottenuta domenica scorsa a spese del Brembate Sopra, mister Luca Sana ha festeggiato le 600 panchine di una carriera esemplare, transitata di fatto per tutti gli avamposti camuni più prestigiosi: Vallecamonica, nel quadriennio 2013-’17, oltre a due piazze ineguagliabili, come Breno e Darfo. E poi ci sono i ritorni, nella provincia bergamasca, che fanno di “Lupo” Sana uno dei tecnici più apprezzati, oltre che carismatici. Fece scalpore, lo scorso anno, la discesa in Seconda, alla corte di un Endine Gaiano che, pur senza risultati eclatanti, seppe attutire la portata del salto di categoria. Appena più indietro nel tempo, il capitolo occorso presso la “Regina della Valcavallina”, vale a dire il Casazza della famiglia Cambianica. La mirabile guida, in termini tecnici oltre che umani, offerta dal mister ha fatto realmente la differenza, in un contesto pieno zeppi di rischi quale l’Eccellenza. Ma in sede di bilancio, il dato che, più di ogni altro, appare realmente indicativo, è il legame a filo doppio con Sovere e il Sovere. La scalata, nei primi Anni Duemila, compiuta alla corte del Sovere presieduto da Alfio Filosofi, che contribuì a far conoscere elementi ancor oggi sulla cresta dell’onda, come il fantasista Legrenzi, gli attaccanti Poiatti e Morstabilini, nonché l’attuale allenatore della Gandinese, Cristian Donda. Piazza piccola, eppur appassionata, capace di raggiungere picchi mai esplorati prima e che, evidentemente, hanno suggerito gli standard vigenti ancora oggi. Sì, perché dopo alcuni anni di anonimato il Sovere è ripartito da figure nuove, eppur altrettanto appassionate, vedasi il presidente Noris e il diesse Berzi. La stretta attualità racconta di gialloverdi sistematicamente votati al top, incagliatisi tuttavia nel pantano dei playoff. Ci hanno provato in tanti, senza riuscirvi. E ora tocca a mister Luca Sana tornare in sella al destriero, per buona pace della minestra riscaldata e del “Profeta in Patria”. Del resto, come ci racconta l’esperto tecnico, il rapporto con Sovere non si limita al pallone: “Sicuramente Sovere, per me, è tutto. È il paese dove sono cresciuto, dove lavoro da più di 25 anni come Responsabile finanziario del Comune. E poi, detto calcisticamente, ho vissuto momenti importanti. Da calciatore, prima, con tanti successi sportivi. E poi, soprattutto, da allenatore, nel mio primo ciclo, in quei nove anni di permanenza, quando siamo riusciti a passare dalla Prima all’Eccellenza. Traguardo storico, per un paese come Sovere. Sono combattuto e in difficoltà, nell’individuare una partita, in particolare, o una stagione davvero speciale, in una carriera fatta di 600 panchine. Ci sono tanti bellissimi ricordi, ma poi credo che sia il filo-conduttore di questi ricordi a essere determinante: è la passione, la passione sfrenata che quelli come noi hanno per questo meraviglioso sport, al di là della partita in sé o della stagione”. Passato il traguardo, archiviata la vittoria con il Brembate Sopra, c’è tutta una stagione da vivere col vento in poppa. Nel Sovere sono riposte le più alte aspettative e mister Luca Sana accetta di buon grado la portata della sfida: “Mi sto rendendo conto che il campionato di Prima categoria è veramente tosto. Ogni domenica devi sempre ricercare una grande prestazione, per avere il grande risultato. Lo si è visto anche contro il Brembate Sopra, che si è dimostrato ben organizzato e qualitativamente all’altezza. La prestazione, quale unica via per trovare standard oggettivamente alti. Non è facile, ma aspettative e pressioni, in capo a una società che non fa mistero di puntare in alto, sono lì da vedere e non possiamo, né vogliamo, sottrarci. Così di settimana in settimana anche staff e gruppo-squadra si danno delle pressioni e degli obiettivi. Tanto impegno, tanto sacrificio, tanta professionalità, unitamente al divertimento: sono questi gli elementi-cardine, per ottenere i risultati che ci sono stati chiesti. Siamo andati avanti anche in Coppa e cerchiamo di essere competitivi su entrambi i fronti”.
Nikolas Semperboni