AlbinoLeffe – Alessandria 1-2 (0-0)
ALBINOLEFFE (3-5-1-1): Savini 5,5; Mondonico 6, Canestrelli 6, Riva 6; Gusu 6, Nichetti 6, Genevier 6,5 (26′ st Gabbianelli 6,5), Gelli 6,5, Tomaselli 6,5 (20′ st Petrungaro 5); Giorgione (cap.) 6,5; Cori 5 (39′ st Galeandro sv). A disp.: 24 Paganessi, 31 Caruso (p), 2 Cerini, 3 Berbenni, 8 Trovato, 18 Piccoli, 19 Ravasio, 27 Miculi, 32 Maritato. All.: Marco Zaffaroni 6.
ALESSANDRIA (3-4-1-2): Pisseri 6; Parodi 6, Di Gennaro 6,5, Prestia (cap.) 6; Mustacchio 7 (42′ st Mora ), Casarini 6, Giorno 7,5, Celia 6,5 (42′ st Rubin sv); Chiarello 6 (19′ st Di Quinzio 6); Eusepi 5,5 (29′ st Stanco 5,5), Arrighini 6,5 (29′ st Corazza 6,5). A disp.: 1 Crisanto, 22 Crosta (p), 5 Cosenza, 14 Gazzi, 15 Frediani, 23 Macchioni. All.: Moreno Longo 6,5.
Arbitro: Carella di Bari 6,5 (Micaroni di Chieti, Mittica di Bari; IV Perenzoni di Rovereto).
RETI: 22′ st Arrighini (Ale), 32′ st Giorno (Ale), 37′ st Giorgione (Alb).
Note: spettatori 826 di cui 335 paganti per un incasso di 1.465,50 euro. Ammoniti Parodi per proteste, Giorno per eccesso di esultanza, Petrungaro per gioco scorretto, Giorgione per comportamento non regolamentare. Tiri totali 9-7, nello specchio 3-4, respinti/deviati 4-0, parati 2-2. Corner 5-5, recupero 2′ e 4′.

Gorgonzola (Milano) – L’altra faccia della medaglia è la pallonata all’ex atalantino Mora, bergamasco d.o.c. di Levate, nel recupero per sollecitarne la rimessa laterale: cartellino e Alessandria proibita. C’è voluto lo stesso Carmine Giorgione, il grande assente annunciato di mercoledì prossimo, per raddrizzare parzialmente la baracca tenendo vive le prospettive di sfangarla al ritorno per guadagnarsi la finale dei playoff di serie C. Perché le due botte improvvise di Arrighini e Giorno nello spazio di una sporca decina cronometrica nella seconda frazione hanno trovato dall’AlbinoLeffe almeno la risposta per poter continuare a rincorrere i sogni, al termine di una sfida non particolarmente ricca di colpi di scena ma combattuta come da copione. E senza il trascinatore dal carattere stile Giano bifronte, per non scomodare il dottor Jekyll e Mr. Hyde, sarebbe stato costretto a farne tre e non due per passare a casa d’altri: in caso di gol pari, supplementari e lotteria dagli 11 metri.
Entro il poker dallo start Gelli, il risolutore di Catanzaro, si guadagna una punizione da posizione stavolta centrale da cui sgancia una telefonata da presa medio-alta, mentre la risposta del futuro apripista dritta nella curva dei suoi tifosi è un sinistraccio volante da posizione defilata su ammollo dell’ex Giana Chiarello. Una mezza chance concessa dal rinvio corto di Savini, col trequartista altrui a farsi curare la coscia mancina giusto il tempo di rientrare per assistere al muretto a secco di Casarini al limite, a ruota di un altro dritto per dritto della prima punta nemica nominale assistita da Casarini, per stoppare sempre l’accentrata mezzala livornese, riprendendo la percussione del compagno con la fascia al braccio dalla medesima sorte. La squalifica doppia del bomber Manconi e di Borghini proietta in formazione i reucci della corsia Gusu e Tomaselli provocando l’avanzamento di Giorgione e l’inserimento in mezzo di Nichetti, cui non riesce il tiro a rete da fuori sul la dell’esterno sinistro ma l’assist a un Cori che non se l’aspetta, quello sì: doppiettista (tap in e rigore) nel girone A sullo stesso campo l’11 novembre scorso, l’ariete di Viterbo ciancica la deviazione senza impensierire Pisseri più del dovuto. L’avanzante Giorno al quarto d’ora non lo imita e anzi per poco non imbrocca il jolly di collo esterno dai 25 metri, costringendo il baluardo di Druento a fare la ragnatela al lato alla sua sinistra rifugiandosi in corner. Alle soglie del parcheggio, invece, il conato-bis oltre metà frazione, troppo frettoloso per sfruttare il rilancio alla cieca di Riva quasi dal fondo. Alla mezzora, sul secondo tiro dalla bandierina conquistato, Gelli anticipa Parodi incocciando di fronte piena il tracciante di Genevier per un sorvolo del montante da brividi. Figurarsi l’occasionissima di Cori, ascensore chiamato da Tomaselli a un quaterna di corsette dalla pausa con impatto semilaterale nonostante il velo del sannita che sale in cielo all’unisono.
Fifa blu per Canestrelli a un paio di giri di lancetta dal rientro dal tunnel, quando Eusepi gli sfugge e a lui tocca il miracolo in estirada. Di Gennaro, killer il 7 marzo al “Moccagatta” allo scadere, non ce la fa a mirare la correzione in gioco aereo sull’angolo di Casarini. La partita corre sul filo dei nervi, anche perché Giorno (6′) simula un intervento da penalty di Nichetti. Al decimo Mondonico alza sopra il sette opposto in scivolata la botta a rientrare di Arrighini, imbeccato in contropiede dall’altro squalificato illustre di gara 2. Chi avrebbe dovuto evitare la sanzione come la peste, al netto di Petrungaro che non era sulla soglia, insomma, c’è cascato. Il giallo farà saltare il ritorno anche a Parodi, ma a parte il disciplinare storto anche per loro i Grigi non perdono la trebisonda, anzi: Celia sgancia da dietro il vertice di competenza, Mustacchio ci mette l’assist schiacciato di testa davanti all’area piccola e il battistrada il tocco sottoporta col sinistro. L’uno-due terribile si consuma grazie alla sponda della new entry Corazza, pescato dall’out dall’assistman precedente, per l’appoggino del raddoppiatore, nonché migliore in campo, che sullo slancio si scontra con un Savini comunque uscito male. Score dimezzato dal capitano, che di seconda, dopo il rimpallo con il perno ospite, approfitta della sovrapposizione con servizietto di Gabbianelli a Gusu quando il prato sta finendo. Un mancincetto alzato da terra che s’insacca tumido e che in notturna nella tana dell’Orso non potrà essere replicato. Jacopo, cannoniere da 18, pensaci tu. Il forcing finale non evita il secondo ko casalingo di in tre turni della fase nazionale a tiro di quello col Modena. Ribaltato in extremis da Tomaselli e Manconi: good vibrations per il 9 giugno.
Simone Fornoni