Palermo – Atalanta 2-3 (1-2)
Palermo (3-5-1-1): Ujkani 6; Vitiello 5,5, Gonzalez 5,5, Andelkovic 4,5 (34′ pt Quaison 7); Rispoli 6, Rigoni 7, Jajalo 6,5 (32′ st Maresca sv), Chochev 6, Lazaar 5 (14′ st Daprelà 6); Vazquez 6,5; A. Belotti 5,5. A disp.: Fulignati, Milanovic, Dybala, Silva, F. Della Rocca, Terzi, Ortiz, Accardi, Bentivegna. All.: Iachini 5,5.
Atalanta (4-3-3): Avramov 5; Zappacosta 6,5, Biava 7 (16′ st Benalouane), Masiello 6, Dramé 6; Baselli 7,5 (1′ st Cigarini 6), Migliaccio 6,5, Carmona 6,5; D’Alessandro 7 (12′ st Frezzolini 6), Pinilla 6, Gomez 8. A disp.: Merelli, Frezzolini, Stendardo, Scaloni, Bianchi, Moralez, Cigarini, Rosseti, Emanuelson, Cherubin, Boakye. All.: Reja 7.
Arbitro: Calvarese di Teramo 7 (Barbirati-Stallone, IV Marrazzo; add. Cervellera e Sacchi).
Reti: 6′ pt Baselli (A), 17′ pt aut. Andelkovic (A), 43′ pt Vazquez (P), 23′ st Rigoni (P).
Note: Belotti (P) sbaglia un rigore al 13′ st (traversa). Espulso Avramov all’11’ st per fallo da ultimo uomo. Ammoniti Gonzalez, Zappacosta e Biava. Corner 13-3; recupero 1′ e 5′.

Palermo – Colpaccio dell’Atalanta di Reja, che strappa la vittoria al “Barbera” al cospetto di un Palermo in fase pre-balnerare e strappa virtualmente il tickket della salvezza dopo 4 pareggini di fila. In classifica i nerazzurri hanno 8 punti di vantaggio sul Cagliari a 3 giornate dalla fine e ben 12 sul Cesena, sconfitto in casa dal Sassuolo.
La cronaca parla di una partenza sprint premiante per il confermato tridente del tecnico di Lucinico. Al 3′ c’è già una punizione a favore conquistata al limite da Pinilla e calciata dallo stesso cileno a giro: la sfera termina alta. I nerazzurri premono a dispetto di un caldo quasi opprimente e alla prima azione convinta passano: sul traversone dall’out di Gomez la sponda di PiniGol è perfetta per la primizia di Baselli, finora a quota zero alla voce reti segnate dal suo ritorno sotto le Mura ma stavolta bravissimo a inserirsi. Al 17′ Andelkovic decide di dare una mano alla chiusura virtuale della pratica, trasformandosi nel Niccolai del terzo millennio e appoggiando nella propria porta un’innocua traiettoria del Papu dalla bandierina. Il copione varia, seppur di poco: al 38′ la new entry Quaison, servita dal rompighiaccio dell’andata Rigoni, si fa ipnotizzare da Avramov, sostituto dell’appiedato Sportiello. Ma il cambio rosanero – a metà del guado arrivano anche una traversa su punizione dello scatenato ex Catania al 21′ e un salvataggio sulla linea di Biava, grande ex di turno insieme a Migliaccio e al cileno, su incornata di Chochev dieci minuti più tardi – è tanto pugnace di riaprire il discorso a due dall’intervallo, propiziando con una discesa sulla corsia l’insaccata di testa del Mudo Vazquez a correzione di un tiraccio smorzato di Rigoni. Nella ripresa Gomez suggella una prova monstre infilando il suggerimento di D’Alessandro, altro miracolato della nuova gestione, ma la Dea riesce comunque a complicarsi la vita: Avramov si fa soffiare la palla da Vazquez e lo stende. È rigore, per fortuna calciato sul montante dal bergamaschissimo Belotti. L’asse Quaison-Jajalo ispira il punto della bandiera dei locali di Rigoni, ma non succede più nulla di rilevate. Ora il trittico Genoa-Chievo-Milan, ma la quarta permanenza di fila in A non sembra assolutamente in discussione.
Effe