Intanto per me Mattia Caldara è più forte di Leonardo Bonucci. Ha piedi molto più delicati, vede tantissimo la porta ed ha 24 anni contro i 31 del centrale tornato ieri a Torino. Poi Leo costava dieci milioni di euro netti a stagione mentre l’ex atalantino ne percepirà due e mezzo. E Gattuso, in un sol colpo, si trova ad avere la difesa della Nazionale che verrà, appunto Caldara, Romagnoli che nella scorsa stagione ha dimostrato di vivere una crescita calcistica esponenziale, quindi Calabria, a patto che il terzino riesca a mantenersi sui livelli da urlo della seconda parte del 2017-2018, e Conti, ovviamente se recupera dai guai fisici, ragazzo che personalmente ritengo sia il migliore prodotto atalantino dell’era Percassi, per via della personalità, della classe, del senso tattico, dello spirito di sacrificio, e del coraggio quando diventa propensione a trovare la via del gol.

Se a questo aggiungiamo che in campo ci sarà pure Gonzalo Higuain, magari mi sbaglierò, ma l’impressione è che l’ex sgangherato Milan abbia ridotto considerevolmente la distanza da una Juventus che, per la prima volta, sta facendo un mercato azzardato. Un nome su tutti, il colpo dell’estate, Cristiano Ronaldo, che è vero che è uno dei due extraterrestri del pallone, ma che arriva in bianconero a 33 anni e dopo aver vinto tutto con Manchester United e Real Madrid. L’anno scorso coi Blancos è stato l’uomo Champions, in campionato ha giocato meno del solito e l’impressione è che Allegri avrebbe bisogno di un altro grande centravanti per i momenti dell’anno in cui il portoghese avrà bisogno di rifiatare. C’è Mandzukic, che si sbatte tantissimo, ma segna poco, appena cinque gol nell’ultimo campionato di Serie A, Dybala non è un centravanti, è una seconda punta e gli esperimenti da falso nueve non hanno mai portato a grossi risultati, l’immenso Douglas Costa è un esterno e non è adattabile al ruolo di prima punta.

Diametralmente opposto il discorso in casa Milan, che con Ringhio in panchina aveva tante cose che già funzionavano, possesso palla, convinzione, carattere e una ritrovata fisicità, ma aveva il problema del gol, soprattutto per via della stagione orribile di Kalinic, ora sul mercato. C’è Cutrone, che in coppia con Higuain può funzionare perché il baby rossonero davanti fa un gran casino, aprendo spazi per l’argentino, e c’è Silva, che ha tecnica e classe, ma che pare ancora spaesato quando si trova a dover affrontare le difese asfissianti che ci sono in Italia. Il Pipita lo aiuterà in un percorso di crescita a cui sembra comunque destinato.

Altro da dire non c’è. Resta che nonostante la maxi operazione sull’asse Torino-Milano credo che porterà maggiori benefici ai rossoneri, la distanza tra bianconeri e rossoneri rimane tanta, la Juventus è la squadra da battere in Italia e, probabilmente, adesso anche in Europa. In Serie A, dietro, ci sono Inter e Napoli, con i nerazzurri che sulla carta hanno un centrocampo tra i più forti e completi addirittura in tutto il continente, quello formato da Nainggolan, Brozovic e Vidal, tre rarissimi perché in grado di abbinare colpi da fantasisti alla grinta dei cagnacci della mediana. Il progetto calcistico è bellissimo, esaltante, anche considerando gli arrivi di Asamoah e Vrsaljko, che dovrebbero risolvere l’annoso problema degli esterni difensivi. A Spalletti il compito di far rendere al meglio tanti giocatori così forti, a cui vanno aggiunti gli altri due top player che il tecnico toscano ha in rosa, Perisic, che ha giganteggiato al Mondiale, e il re del gol Mauro Icardi. Il Napoli è sostanzialmente quello della scorsa stagione, con Ancelotti in panchina, un anno in più di esperienza ad altissimi livelli della rosa, e senza Jorginho, che però era croce e delizia e non penso che i partenopei cadranno in verticale per via della sua mancanza.

In questa piccola griglia di inizio estate mettiamo poi, in ordine, il Milan di Bonaventura e Kessie, la Roma di Pastore, orfana però del Ninja e che ad ora non ha nessuno in squadra degno di sostituire una pedina tanto importante, la Lazio, che però dipende parecchio dalle scelte di Lotito, perché con Milinkovic Savic in campo è una cosa, mentre se il serbo va al Real Madrid, sarà tutt’altro.

E poi c’è l’Atalanta, che ha due fortune in più degli altri, ma anche l’incredibile sfiga di stare già a giocarsi l’accesso all’Europa League. In più degli altri la Dea ha il mister, Gasperini, l’unico vero mago oggi in Europa. E la riprova è il rendimento dei giocatori con lui e senza. Parliamo, soprattutto, di Gagliardini e Kessie, mostruosi al Comunale di Bergamo, normali quando sono finiti stabilmente a San Siro. L’altra cosa bella è l’ambiente, più unico che raro perché non ha particolari assilli di qualificazioni in Champions per sanare tragici e pericolanti bilanci. A Zingonia, infatti, i conti sono perfetti, il meglio che c’è credo a livello europeo, se non addirittura mondiale grazie alle incredibili plusvalenze dei giovani d’oro. Giocare senza pressioni, lo sanno i nostri lettori che per la gran parte sono giocatori, è la benzina per realizzare grandi sogni. La squadra è forte ed ha finalmente un centravanti da doppia cifra, Zapata, l’acquisto più costoso della lunga storia atalantina. Come detto, l’incognita è avere iniziato così presto la rincorsa agli obiettivi stagionali e il rischio è di finire la stagione con la lingua a terra. Se Gasp troverà il modo di far correre la sua Dea fino a maggio, penso che assisteremo all’annata atalantina migliore di sempre.

Matteo Bonfanti