Dal campanile di Giotto e dal Duomo di Milano, Inter e Fiorentina ammirano il cospicuo gruppo di inseguitrici. L’allerta è massima, in quanto il distacco da Roma e Napoli può essere ricucito già alla prossima giornata. Eppure, alzi la mano chi, a inizio campionato, ipotizzava il solito duello sull’asse Torino – Roma, con buona pace di Inter, Milan, Napoli e Lazio, costrette a sgranare gli occhi appiccicati alle lenti spesse di un cannocchiale. Il Sassuolo quinto è una piacevole realtà, soprattutto perché certifica la validità di un progetto tutto italiano. La Lazio esce dall’Olimpico con le ossa rotte, il Milan invece, con un’ossatura di gioco sempre più chiara e solida. L’Atalanta viene prepotentemente svegliata dal sogno Europeo da un Bologna che con l’arrivo di Donadoni vuole schiodarsi dal terzultimo posto, raggiungendo lidi più sicuri. La Juventus agguanta la vittoria nel derby all’ultimo respiro, scacciando i fantasmi dell’esperto che fluttuavano pesantemente sulla testa di Allegri. L’Empoli sbanca Palermo smentendo tutta la schiera di scettici formatasi dopo il passaggio di Sarri sulla panchina del Napoli, punzecchiando la coscienza di Zamparini ricordandogli se non sia giunta l’ora di esonerare Iachini. Nelle profondità dell’abisso il Verona fatica maledettamente a ritrovarsi. Gli scaligeri hanno un disperato bisogno di recuperare Toni, altrimenti rischiano seriamente la retrocessione.
Siamo di fronte al campionato più bello degli ultimi 10 anni, dove nessuno può considerarsi favorito alla vittoria finale. Avvicinamenti, sorpassi, contro sorpassi, sgambetti, emozioni a non finire. Si, l’ultima curva sarà decisiva.
Filippo Fortini