Atalanta – Benevento 1-0 (0-0)
ATALANTA (3-4-1-2): Berisha 6,5; Toloi 6 (7’ st Ilicic 6), Caldara 6,5, Masiello 6; Castagne 6, de Roon 6, Freuler 6, Hateboer 6; Cristante 7,5; Gomez 6,5 (45’ st Palomino sv), Cornelius 5,5 (15’ st Petagna 6). A disp.: 31 Rossi, 91 Gollini, 28 Mancini, 8 Gosens, 32 Haas, 88 Schmidt, 27 Kurtic, 7 Orsolini, 20 Vido. All.: Gasperini 6,5.
BENEVENTO (4-3-3): Brignoli 6; Venuti 6,5, Djimsiti 6, Costa 6, Di Chiara 6; Chibsah 6 (35’ st Memushaj sv), Cataldi 6,5, Del Pinto 7; Lombardi 6, Armenteros 6 (1’ st Puscas 6), D’Alessandro 5,5 (21’ st Kanoute 6). A disp.: 1 Belec, 88 Antei, 95 Gravillon, 18 Gyamfi, 14 Viola, 98 A. Donnarumma, 99 Brignola, 11 Coda. All.: De Zerbi 6.
Arbitro: Pasqua di Tivoli 6,5 (Santoro-Baccini, IV Piccinini; Var Doveri e Alassio).
RETI: 30’ st Cristante (A).
Note: serata fredda e serena, spettatori 16.687 di cui 2.544 paganti (incasso 39.417 euro) e 14.143 abbonati (quota 173.307,95 euro). Ammoniti Costa, Venuti e de Roon per gioco scorretto. Corner 9-3, recupero 0’ e 4’.

Bergamo – Una faticaccia infame, ma anche se il Benevento straultimo non è l’Everton di coppa la vittoria per l’Atalanta ha lo stesso sapore nel posticipo del lunedì più difficile del previsto. Alla fine la risolve Bryan Cristante, il friulano di passaporto italo-canadese, otto fra Italia ed Europa, un giocatore che a Pescara pareva perso e sotto le Mura grazie alla cura Gasperini è diventato il campione del futuro.

Ritmi lenti allo start, spezzati dalla combinazione sulla sinistra Hateboer-Freuler-Gomez con cross mancino di quest’ultimo per la svettata di Castagne troppo molle e centrale al 7’. No stress per Berisha sul cross basso al decimo di D’Alessandro, l’ex di turno insieme al centralone Djimsiti, mentre Cornelius al quarto d’ora salta più in alto di tutti sulla punizione dalla destra del Papu senza trovare lo specchio. Nemmeno un giro di lancetta è c’è un po’ di strizza sullo scavetto di Del Pinto per Armenteros, su cui Caldara salva provvidenzialmente in fallo di fondo. Sugli sviluppi dell’angolo la cabeza di Costa (17’) è accarezzata dall’ammollo di Venuti ma colpisce alla viva il parroco, più pericoloso il centravanti ospite al 22’, ma dopo aver ricevuto dall’accentrato Lombardi calcia di sinistro molto oltre il secondo palo. Al 28’, invertiti gli esterni con Hateboer a tornare sulla preferita corsia destra, la chance atalantina arriva nondimeno dall’altra parte: è Masiello a suggerire per Gomez che sgancia il radente su cui Cornelius non riesce nella correzione di destro in area piccola. Al 36’ tocca a Cristante, ma la sua botta sulla sponda di Cornelius, sull’iniziativa del numero 10 dalla sua zolla, s’infrange su Del Pinto che salva a corpo morto. Un tris di cronometro e dopo il quinto corner a favore Freuler serve a Cristante il bolide da fuori che si spegne mezzo metro dal legno di Brignoli, nemmeno trenta secondi e ci vuole il miracolo di Berisha per dire di no all’incornata di Armenteros sull’ennesimo traversone di Venuti dall’out destro. A tiro dell’intervallo, invece, è Hateboer a fallire la mira solo soletto a volo d’angelo sull’imbeccata del solito Gomez.

La ripresa si avvia con la schiacciata di testa di Cristante (4’) sull’apertura del capitano di casa, bloccata a terra da Brignoli. L’ingresso di Ilicic fa scalare Castagne a sinistra in una difesa a quattro con parecchia spinta sugli esterni, poi Petagna dà il cambio a Cornelius. Un 4-2-3-1 che non si vedeva da una vita sotto le Mura, ovvero dalle prime partite non proprio memorabili dell’incipit della scorsa stagione. Al ventesimo tocca a Masiello sbagliare la sua chance, in spaccata, sulla pallonessa del Papu, che forse avrebbe fatto meglio a provare a concluderne qualcuna di più in proprio. Un paio di minuti ed ecco Freuler sbattere contro l’ostacolo di Venuti. Ci vuole Cristante, il superbomber che viene dal centrocampo: Ilicic gliela offre da destra alla mezzora, controllo e tiro dal limite sono perfetti e l’angolino è battezzato in un amen. Un poker di cronometro e lo sloveno sgancia un sinistro svogliato dalla sua zolla, poi non succede quasi più nulla. Dea al decimo posto col Torino a quota 19.

S.F.