Volge al termine un anno difficilissimo per il nostro pallone. Un 2020 stoppato nella sua fase embrionale dalla devastante emergenza sanitaria, i cui strascichi incidono tutt’ora su un presente pieno zeppo di incognite. “Il 2020 è stato un anno terribile che ha compromesso tutti gli aspetti della nostra vita e ovviamente anche quello sportivo. – l’amaro commento di Silvia Comotti, presidente del Brusaporto – Sia a marzo che ad ottobre non era facile prendere decisioni circa la gestione sportiva in un periodo così drammatico ed in una situazione mai verificatasi prima d’ora. D’altra parte non credo ci fossero molte alternative rispetto alle scelte fatte. E’ chiaro che serve trovare equilibrio tra molteplici esigenze, ma la tutela della salute è certamente prioritaria. Con il nuovo anno speriamo in primis che la situazione epidemiologica possa migliorare, cosicché le nostre vite possano tornare a quella parvenza di normalità che oggi manca davvero tanto”. Intanto, la ripartenza della Serie D è ormai imminente al netto di ulteriori intoppi che già in questo weekend hanno bloccato la macchina organizzativa: “In settimana la Federazione ha raggiunto un accordo con l’associazione FederLab, a cui abbiamo aderito, per l’effettuazione dei test rapidi imposti dall’ultimo protocollo adottato dalla Lega per la prosecuzione del campionato. Questo accordo è un primo passo perché consente un risparmio economico, ma ci aspettiamo ulteriori contributi perché questo impegno rappresenta spese extra non preventivabili ad inizio stagione e che vanno ad aggiungersi a voci di spesa già rilevanti per la categoria. Speriamo che Lega e istituzioni tengano nella giusta considerazione il notevole impegno economico chiesto alle proprietà”. Dopo le poche settimane di calcio giocato regna comunque un’immutata fiducia nei confronti della squadra guidata da Filippo Carobbio: “Dal punto di vista sportivo la prima fase di campionato ci ha visti protagonisti di buone prestazioni che hanno portato a vittorie importanti, ma anche di qualche passo falso, dovuto anche ad alcuni infortuni occorsi a giocatori da cui ci aspettiamo molto. Da qui dobbiamo ripartire, convinti che questo periodo di sosta forzata abbia permesso al mister, allo staff e ai giocatori di creare quell’amalgama giusto, che ci consenta di avere prestazioni e risultati importanti”. Un pensiero va rivolto però anche al settore giovanile: “Purtroppo a livello di settore giovanile, escludendo la Juniores Nazionale che si e’ allenata regolarmente nel rispetto dei protocolli imposti, tutto era inevitabilmente fermo. Dispiace molto per i ragazzi e per le famiglie alle quali, viste le restrizioni imposte, i nostri staff non hanno potuto prestare quel servizio essenziale per la crescita degl atleti. Un sacrificio enorme quello che è stato loro chiesto, ma speriamo di tornare presto a divertirci. Ora sono ripartiti gli allenamenti individuali, nel pieno rispetto delle normative in vigore, e la quasi totalità dei ragazzi e delle famiglie ha risposto con entusiasmo, a dimostrazione della voglia che c’è di sport in generale e in questo caso di calcio”. In chiusura la doverosa parentesi sulla questione inerente l’abolizione del vincolo sportivo: “E’ un provvedimento che certamente genera un impatto negativo per le società. Non si può immaginare che le stesse investano risorse davvero importanti per gestire e far crescere i propri settori giovanili, per poi non veder valorizzati i propri sforzi. Questa disposizione, se non accompagnata da una formula che garantisca il giusto indennizzo alle società, rischia seriamente, purtroppo, di disincentivare la volontà di investire nei settori giovanili”.

Michael Di Chiaro e Martina Biava