Quattro anni al servizio delle società bergamasche: Dario Silini, consigliere uscente del Comitato Regionale Lombardo, è candidato nella lista di Alberto Pasquali nel solco dell’impegno concreto e pratico di Beppe Baretti che, causa seri problemi di salute, non ha potuto dare continuità. E allora la scelta di Silini, spinto dai club bergamaschi, è stata chiara, quella di contribuire al successo del gruppo guidato dal dirigente bresciano: “Continuità di servizio fatta con passione e massima dedizione come è successo in questi anni. Ho scelto Pasquali perché ha presentato un programma che è il proseguio di quello che ci ha contraddistinto. Ha le carte in regola per essere un ottimo presidente. Non solo, ci sono anche le competenze per innovare con il contributo di tutti i consiglieri. Sono fermamente convinto che il bene delle società lo si faccia con la disponibilità, con il lavoro, con il sacrificio e con la professionalità che in questi anni ho messo a disposizione. Ho lavorato con passione a 360°, sempre per l’interesse di tutti”.
Del resto queste dichiarazioni sono confermate da quello che è successo in questi giorni, a ridosso delle elezioni, quando Silini si è messo a disposizione dei vari dirigenti per l’accredito elettorale, dopo la decisione di svolgere l’assemblea elettiva da remoto ma, soprattutto, per il poco tempo messo a disposizione per potersi iscrivere al voto in maniera corretta. E se molti club votano devono ringraziare proprio Dario Silini. Intanto però continua il confronto, per la verità è un eufemismo, con la lista capeggiata dall’immarcescibile Carlo Tavecchio.
Silini, come risponde all’accusa secondo la quale Baretti avrebbe assecondato i cosiddetti “poteri forti”?  “Ma quali poteri forti? Beppe Baretti ha dovuto ricostruire la credibilità che la Lombardia aveva perso causa proprio di quei dirigenti ai vertici della Figc e della Lega Dilettanti (alla guida della Figc c’era Tavecchio, a quella della LND Belloli, lombardi appunto, ndr). Proprio adesso potevamo cominciare a raccogliere i primi frutti. Resta il fatto che è opportuno che il sistema cambi anche se non dev’essere Lombardia contro Roma”.
Il CRL uscente cosa ha messo sul piatto per le società? “La riforma dei campionato, la promozione della categoria élite per le squadre giovanili, il premio giovani e di recente l’apertura di un rapporto costante con la regione e gli Enti Locali che prima latitava”.
E il futuro del calcio dilettantistico? “Nell’immediato bisogna capire quando si potrà riprendere. E dovremo discutere in modo concreto e chiaro con i responsabili della sanità regionale per avviare protocolli che siano gestibili per le società. Insomma una ripartenza in sicurezza senza costi per i club. Poi cercheremo di interpellare tutte le società per avviare la programmazione senza però fare promesse elettorali che non poi rischiano di non essere mantenute”.
La riforma dello sport sta creando sconcerto nel mondo dilettantistico. “Ci presenteremo con delle proposte concrete soprattutto per quanto riguarda l’abolizione del vincolo. Già qualcosa si sta muovendo. Intanto però è opportuno sviluppare la questione dei bandi e dei contributi a fondo perduto che possono aiutare economicamente il calcio dilettantistico”.
Ma quale è il problema più grave da poter risolvere subito? “Riguarda i ragazzi dei nostri settori giovanili, soprattutto i più piccoli. La loro condizione psicologica e mentale, sempre chiusi in casa, davanti ad un pc o alla tv senza la possibilità di svolgere attività sportiva. Ecco, credo che sarà opportuno prevedere un piano di recupero coinvolgendo direttamente le organizzazioni scolastiche. E non sarà semplice”.
Giacomo Mayer