Paul Caniggia, classe  1967, ha giocato  in 10 squadre diverse; inizia la carriera nel 1985  con il  River Plate  e la  conclude nel 2013 in Inghilterrra nel Wembley. Ha vinto un campionato argentino con il River con il quale ha vinto anche una Libertadores e una coppa intercontinentale, in Scozia ha vinto un campionato e 2 coppe nazionali con il Rangers . In nazionale ha disputato 50 partite segnando 16 goal. La Dea è stata la squadra con cui ha  collezionato più  presenze: 117 (tra cui 5 in coppa Uefa)  condite da 33 goal. Arriva all’Atalanta nel 1989 (richiesto da Mondonico)  provenienza  Verona cui viene ceduto Prytz e disputa forse la sua miglior stagione coronata da 31 presenze e 8 goal. Esordisce proprio contro il Verona che viene sconfitto per 1-0 goal di Madonna. Di quella magica stagione sono da ricordare la doppietta di testa (nonostante la non eccelsa altezza, m. 1,73) contro la Lazio sconfitta per 4-0 ed il 3-0 con il quale la Dea liquidò la Roma in quella che forse è rimasta la sua miglior partita in neroazzurro. Il Mondo lo schiera come unica punta per disorientare la Roma e lui  gioca una gara entusiasmante  condita da uno strepitoso assist  per Bortoluzzi  a seguito di una sgroppata partita da metà campo e impreziosita dal goal  del  3- 0 di testa. In quel campionato la squadra arrivò  a conquistare il terzo posto provvisorio  ma causa una rosa ristretta e diversi infortuni,  la stagione si concluderà al settimo posto che permetterà comunque la qualificazione alla coppa Uefa per la seconda volta. L’anno d’oro per Caniggia si completa con la convocazione per i Mondiali di Italia 90. Splendido il goal che apre le marcature nel confronto degli ottavi di finale contro il Brasile.  Maradona, suo grande amico, parte da centrocampo e supera in dribbling 3 avversari, si presenta al limite dell’area e riesce a far filtrare la palla tra i 2 centrali difensivi per l’accorrente Caniggia che dribbla il portiere in uscita e deposita in rete. Purtroppo il figlio del vento si ripete  anche in semifinale contro l’Italia con un goal di testa a Zenga. All’epoca disse che comunque c’erano italiani contenti per la vittoria della sua Argentina:  i  napoletani e i bergamaschi… L’anno seguente realizza 10 goal , l’Atalanta elimina il Colonia dalla Coppa ma vine fermata nei quarti dall’Inter che poi vincerà il trofeo. Alla fine della stagione  91/92 (31 presenze ed 8 goal) Boskov lo vuole alla Roma e la Dea incassa 13 miliardi. Caniggia concluderà la sua carriera a Bergamo giocando in serie B (ultima partita Atalanta-Fermana 4-0) . Il suo ritorno dal Boca  fu fallimentare, il giocatore era un lontano parente della freccia bionda che aveva trascinato i tifosi , realizzò un solo goal in 17 presenze. Giocatore veloce e molto corretto, nonostante il suo tipo di gioco lo portasse a puntare l’avversario per saltarlo in velocità, non ha  subito nessuna ammonizione per simulazione (come paragone citerei un giocatore viola…). Il figlio del vento avrebbe potuto avere una carriera molto più importante ma i suoi limiti caratteriali fuori dal campo lo hanno parecchio condizionato. Posso affermare che “hjio del viento” è stato un attaccante che ci ha entusiasmato. Quando partiva in velocità  era una locomotiva  che agganciava   i suoi  tifosi per trasportarli impetuosamente nell’area avversaria. Geniale il coro che i tifosi intonavano in suo onore “vola, Caniggia vola, elimina l’Italia e portaci in Europa col sacheli de coca”. Restano  memorabili   le sue sgroppate con le quali ribaltava le situazioni di  gioco: partiva dalla sua metà campo, raggiungeva  la linea di fondo e poi crossava  palloni d’oro per  i compagni ai quali, nel corso della carriera, ha fornito decine di assist.

Spigolando:
* ha detto “il peggiore avversario che ho incontrato è stato Bruno che minacciava gli avversari dal primo all’ultimo minuto ma non ho mai avuto timore di lui”;
* ai mondiali di calcio è stato finora l’unico calciatore espulso direttamente dalla panchina per proteste;
* ha detto “il ricordo di Bergamo e della sua gente è sempre vivo, bellissimo, da quando sono arrivato fino alla mia partenza. I tifosi sono spettacolari, credo di aver vissuto a Bergamo i migliori anni della mia carriera e ci torno sempre molto volentieri;
*  gli piaceva sfidare Doni  in macchina. L’anno del Vava  allenatore, si incontrano sulla strada per andare all’allenamento a Zingonia ed ingaggiano una gara di velocità. Riesce ad infilare per primo il cancello ed a parcheggiare vicino alla Panda di Vavassori. Poco dopo arriva Doni che investe leggermente il cane del mister che incazzato nero urla “l’allenamento fatevelo da soli io vado  dal veterinario”;
* Passarella non lo convocò più in nazionale perché si rifiutava di tagliarsi i capelli;
* si dice corresse i 100 metri in 11 secondi;
* la sua grande passione era l’atletica, specificatamente corse di velocità e salto in lungo;
* esordì in nazionale contro l’Italia perdendo 3-1;
* ha detto “giocare a Bergamo era molto difficile ed era durissima per tutti affrontarci”; 
* nell’anno in cui andò alla Roma c’erano richieste per lui anche dal Real Madrid, Barcellona e Marsiglia;
* fu trovato positivo al controllo antidoping: assunzione di cocaina che gli costò 13 mesi di squalifica e 100 milioni di multa alla Roma.

A cura di Danilo Rota