Ora io penso che Trump sia cattivissimissimo, ma anche che rappresenti al meglio la maggioranza della classe politica nel mondo, soprattutto quella italiana, che ha persino una parte che dell’ex presidente americano è proprio ultrà. Hai un mucchio di debiti, aizzi l’odio contro li poveri cristi, meglio se arrivano da un Paese in guerra, disperati, sfigati e senza un quattrino, scoreggi sopra a qualsiasi istituzione, sei (quasi) analfabeta, evadi le tasse, aiuti i tuoi parenti regalandogli i denari dello Stato? Bene, allora hai vinto a Win for Life e avrai un posto nel nostro parlamento o un assessorato in qualche regione, perché le tantissime persone con la rabbia addosso ti voteranno vita natural durante.
Adesso io sono un cronista sportivo, ma nella mia vita precedente seguivo la politica e ci do un occhio ogni volta che se ne parla un po’. Che minchia si diceva di diverso a Pontida in quei raduni a cavallo del nuovo secolo? Berlusconi, durante il ribaltone, aveva parole diverse? E di là dal guado, cosa muove l’impegno di Renzi se non interessi sempre e solo prettamente personali? E Grillo? E l’ormai famoso bibitaro?
Non voglio menarla o fare il primo della classe, ma finché non troveremo dei valori condivisi, io che sono comunista penso a quelli che ha raccontato qualche giorno fa Papa Bergoglio, di Trump ne avremo sempre di più. Da trent’anni non scegliamo i nostri rappresentanti in base a una strategia economica (va detto che pochi tra i nostri politici hanno due idee in questo senso), ma sul rutto, sul razzismo o sull’occhiolino all’illecito, mai considerando se chi votiamo segua valori inalienabili, penso all’onestà e alla solidarietà, due cose che dovrebbero essere lo spartiacque tra eleggibile e ineleggibile.
Siamo noi che dobbiamo cambiare, smettendola di stupirci. Trump siamo tutti noi.
Matteo Bonfanti