C’era tutta la Virescit a salutare il suo presidente, Alessandro Ghisleni, scomparso domenica all’età di 85 anni. Tanti “suoi ragazzi” protagonisti di una storica e fantastica avventura dalla seconda categoria fino al fatidico spareggio di Perugia con la Reggina per la promozione in serie B. Un’impresa calcistica fuori dal comune cominciata nel 1977 quando il parroco di Boccaleone invitò Alessandro Ghisleni ed il fratello Domenico, sempre al suo fianco in quella meravigliosa avventura, ad occuparsi della squadra dell’Oratorio, Seconda Categoria. I fratelli all’inizio erano restii perché, sfegatati tifosi milanisti, nonché fondatori del Milan Club bergamasco, seguivano sempre i rossoneri. Poi Alessandro si convinse e cominciò la scalata. Il primo salto di qualità quando decise di rilevare la categoria (Promozione) del Dalmine, visto che il presidente Giovinetti voleva lasciare il club gialloverde. Era l’estate del 1979. Da Oratorio Boccaleone allo storico nome di Virescit. Un terremoto che sconvolse il quieto vivere del calcio dilettantistico bergamasco perché Sandro e Domenico Ghisleni erano ambiziosi e volevano il meglio. Allestirono una squadra sontuosa affidata al più bravo allenatore sulla piazza orobica, Gian Carlo Biffi. La Virescit vinse subito il campionato,rivinse l’anno dopo (1980-81) il campionato di serie D alla pari col Montebelluna. Prima stagione in C2 ma i viola retrocessero subito. Sandro Ghisleni operò una rivoluzione chiamando alla guida della squadra Luciano Magistrelli. Che con i suoi ragazzi, la maggior parte provenienti dal settore giovanile dell’Atalanta, conquistò in poche stagioni il fatidico spareggio di Perugia per l’accesso alla Serie B. Nel frattempo il club viola aveva lasciato il campo dell’oratorio per approdare al Comunale. Il presidente, da bravo commerciante, lo era anche al calciomercato perché è sempre stato svelto ed efficace negli affari anche con i club professionistici come la cessione al Messina del centravanti Igor Protti che rese pingue il conto corrente bancario del club. Noi cronisti andavamo, quasi tutti i lunedì mattina, in via Torretta, sede del’ufficio dei fratelli Ghisleni ma anche della Virescit. Era una conferenza stampa casereccia: con Magistrelli partecipava anche il presidente e non si tirava indietro nei commenti. Sempre sorridente e disponibile, era un muro impenetrabile durante le varie sezioni del calciomercato, anzi negava anche l’evidenza. Ma quella è una virtù, non per noi cronisti, dei grandi presidenti. Come egli è stato. Gli sia lieve la terra.
Giacomo Mayer