L’aeroporto di Bergamo come simbolo di connessione olimpica

Giovanni Sanga, presidente di SACBO, ha inaugurato oggi la mostra fotografica “Emozioni dei Giochi – Culture through sport”, allestita nella nuova area terminal al primo piano dell’aeroporto di Orio al Serio. “Siamo la porta d’ingresso delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 – ha dichiarato Sanga –. Alle soglie di un evento così grandioso, ci ritagliamo un pezzettino di storia e di percorso non solo degli atleti. Chiunque passi dal Milan-Bergamo BGY Airport fino al 12 gennaio potrà rivivere le gesta degli atleti di Olimpiadi e Paralimpiadi estive e invernali, per immagini e video, in loop”. La mostra, voluta da SACBO, è una finestra aperta sulla cultura sportiva e olimpica, promossa dalla Regione Lombardia, Direzione Cultura, nell’ambito del progetto “Itinerari in Lombardia per le Olimpiadi Culturali”. L’allestimento è stato realizzato in collaborazione con la FICT-Federation Internationale Cinema Television Sportif, presieduta dal professor Franco Ascani, membro della Commissione Cultura e Patrimonio Olimpico del CIO (Comitato Olimpico Internazionale).

Ascani ha aggiunto: “L’intento è di promuovere tra i passeggeri in transito la cultura sportiva e olimpica, convinti come siamo che sia un movimento globale al servizio dell’umanità. La storia che vediamo illustrata per immagini, quella delle Olimpiadi dell’era moderna, è un continuum temporale dal 1894 del barone de Coubertin a oggi. L’olimpismo è uno stile di vita di cui gli atleti sono i protagonisti e i portavoce. E tutto il mondo passerà di qui, anche per un solo minuto, per immergersi nell’atmosfera dei Giochi”.

I protagonisti degli ultimi Giochi e il futuro

Un momento intenso del vernissage della mostra è stato dedicato agli atleti bergamaschi che hanno fatto la storia delle Olimpiadi e Paralimpiadi. Martina Caironi, velocista e lunghista bergamasca, ha condiviso il suo messaggio: “Ho appeso felice le protesi al chiodo, in 14 anni di attività paralimpica ho voluto dimostrare che lo sport è uno solo, non diviso tra Olimpiadi e Paralimpiadi, e che i paralimpici come gli olimpici vogliono gli applausi che meritano, non la compassione. L’inserimento a pieno titolo nello sport italiano l’abbiamo ottenuto con l’ammissione ai gruppi sportivi di Stato, militari e delle forze dell’ordine, a Rio de Janeiro 2016, quando ebbi l’onore di fare da portabandiera. Dai bergamaschi ho sempre e solo avuto tanto affetto e calore”.

Claudia Cretti, la ciclista di Costa Volpino, ha raccontato della sua evoluzione nel mondo del paraciclismo: “Il quarto posto a Parigi 2024 ha agito da sprone per la mia carriera, non voglio certo accontentarmi dei quattro titoli mondiali già vinti da pistard. Punto a continuare a vincere e a prepararmi con l’entusiasmo di sempre per la strada e per la pista. Otto anni fa, con quella caduta al Giro d’Italia, la mia vita è cambiata. Ma adesso sono sempre più convinta di stare conducendo il mio viaggio nel modo giusto”.

Mirko Testa, paraciclista di Grassobbio, ha aggiunto: “L’obiettivo è Los Angeles 2028. Il nostro è un mondo in forte espansione ed evoluzione. Intanto, godiamoci i Giochi Invernali in casa. Rivedermi nei totem in esposizione mi inorgoglisce”.

Le storie degli “ex” atleti e le Olimpiadi che non si dimenticano

Oney Tapia, il discobolo e pesista cubano naturalizzato italiano, ha ricordato le sue esperienze alle Olimpiadi di Tokyo e Parigi: “La voglia di mettermi in discussione è nata il 27 febbraio del 1976 insieme a me. Sono quello del mio quartiere di nascita. Poi l’approdo in Italia, l’incidente agli occhi e la volontà di andare sempre oltre. Da coach e mental coach, posso condividere esperienze e soprattutto sensazioni coi giovani atleti: la fatica, gli allenamenti, quello che si prova in gara. Un percorso da assaggiare”.

Marino Vigna, milanese, ex ciclista e oro olimpico a Roma 1960 nell’inseguimento a squadre, ha ricordato: “Sono d’accordo con chi ha scritto che le nostre Olimpiadi siano state le ultime davvero umane. Nel senso che dal dilettantismo si è passati al professionismo spinto e soprattutto alla tecnologia, con metodi sempre più scientifici. Solo i Giochi, per qualche decennio ancora, sono stati per i dilettanti, tanto che a Tokyo nel ’64 la squadra non poté più essere replicata. Un oro vinto in casa non si può dimenticare, è stato l’inseguimento di un sogno diventato realtà”.

Atalanta: dalla Zingonia olimpica alle vittorie in Champions League

La mattinata è stata impreziosita dalla presenza di Ivan Pelizzoli, bronzo olimpico ad Atene 2004, ora responsabile organizzativo del settore giovanile dell’Atalanta, e Andrea Fabris, direttore generale area corporate. “Un profilo che unisce Zingonia alle Olimpiadi, anche perché il nostro vivaio ne incarna pienamente lo spirito come luogo di formazione e crescita umana prima che sportiva – ha sottolineato Fabris -. Dietro la serata stupenda col Chelsea in Champions League appena vissuta c’è il lavoro che quotidianamente si fa al Centro Sportivo Bortolotti. Le vittorie della prima squadra fanno da traino: gli uomini, non solo gli atleti, del presente e del futuro si formano qui, nel punto focale della nostra attività sociale”.

Pelizzoli ha ricordato la sua esperienza olimpica: “All’inizio noi del calcio non vivevamo nel villaggio olimpico. Ci si entrava dai quarti di finale in avanti. Fu in quell’occasione che potemmo entrare in contatto e confrontarci coi più grandi campioni di tutte le discipline: momenti che si portano dietro per tutta la vita”.

Marco Riva (CONI Lombardia) e i luoghi dello sport come cultura 

Marco Riva, presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) Lombardia, è una figura di riferimento fondamentale per la promozione dello sport nella regione e per il rafforzamento della sinergia tra cultura e sport in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. In occasione dell’inaugurazione della mostra “Emozioni dei Giochi – Culture through sport” all’aeroporto di Bergamo, Riva ha sottolineato l’importanza di eventi come questi, che non solo celebrano la grandezza sportiva, ma contribuiscono anche a rafforzare la cultura olimpica e i valori di inclusività, solidarietà e benessere.

“Lo sport è tra le eccellenze che possiamo offrire, questa mostra lo è di un lavoro di squadra con SACBO e FICTS. Ma anche, e soprattutto, socialità, benessere fisico e morale. I luoghi dello sport sono luoghi di cultura. È un messaggio che vogliamo lanciare e che è fondamentale in un momento storico come questo, dove il nostro Paese si prepara a ospitare uno degli eventi più importanti del panorama mondiale.”

La torcia olimpica arriva a Bergamo

Marcella Messina, assessora allo sport del Comune di Bergamo, ha concluso l’inaugurazione con un annuncio importante: “Il due febbraio è un appuntamento storico per la città di Bergamo, che in quel frangente si racconterà le storie dei propri atleti e non solo. Sul Sentierone, infatti, arriverà la torcia olimpica, un evento comunitario di aggregazione, inclusione e orgoglio”.

L’assessora ha inoltre evidenziato il ruolo dell’aeroporto di Bergamo: “Il nostro aeroporto, oltre a servire a veicolare il messaggio universale dello sport, che è di tutti e per tutti, è anche un simbolo delle nostre eccellenze. È quello che ci fa sentire a casa pur a contatto col mondo. Tra i tedofori illustri come Martina Caironi, Paola Magoni e Giorgio Pasotti, ce ne saranno di tantissime società sportive del territorio, che hanno la funzione sociale di avvicinare i giovani alle diverse discipline. Il braciere olimpico sarà la festa di tutti”.

Il videomessaggio di Michela Moioli

Infine, la campionessa mondiale in carica di snowboardcross e oro olimpico a PyeongChang 2018, Michela Moioli, ha inviato un videomessaggio di auguri: “Faccio gli auguri alla mostra, al mio aeroporto e a tutti gli atleti che si avvicinano a quella che sarà la mia quarta Olimpiade”. Effe