Dopo sei lunghi anni, coronati da una promozione in Prima categoria e dalla salvezza conquistata non più tardi di domenica scorsa, si separano le strade tra la Brembillese del presidente Diego Musitelli e mister Stelio Chiesa: “Lasciare la Brembillese è stata una mia scelta, peraltro difficile. Loro mi avrebbero riconfermato perché si sono trovati bene con me come io con loro. E’ un ambiente sereno e tranquillo. Ho lavorato sempre in sintonia con la dirigenza senza nessun tipo di problemi. Però dopo un po’ di anni penso sia giusto cambiare, anche per i ragazzi. Ho avuto più o meno sempre lo stesso gruppo e ora potranno confrontarsi con un allenatore diverso è questo fa crescere. Per quanto mi riguarda, ho chiuso un ciclo con la salvezza per cercare un’esperienza e uno stimolo diversi”.
Cosa le lascia questa esperienza?
“Fare calcio a Val Brembilla non è facile, in primis per la lontananza, poi la società non è così allettante come altre che danno rimborsi e quant’altro. Tanti giocatori che giocano nella Brembillese sono del paese o lavorano in aziende del posto. Giocano per amicizia e passione. E’ questa è stata anche la nostra forza, che ci ha permesso di vincere il campionato l’anno scorso e salvarci quest’anno. Si è creato un bel gruppo che è andato avanti negli anni. Sono orgoglioso del comportamento dei ragazzi che si sono succeduti in questi anni, soprattutto negli ultimi due in cui abbiamo ottenuto grandi risultati. Onorato di aver fatto parte per così tanto tempo di una società gloriosa come la Brembillese. Resta una società importante e averne fatto parte mi riempie di soddisfazione”.
Che campionato è stato quello della Brembillese?
“Quando siamo partiti sapevamo benissimo delle difficoltà che ci sarebbero state. Avremmo firmato per arrivare ai playout e giocacela. Strada facendo abbiamo fatto delle belle prestazioni e abbiamo sperato di salvarci evitando i playout. Invece qualche risultato è mancato, ad esempio con il Dalmine, e ci sono mancati quei punti necessari alla salvezza diretta. Però la salvezza è meritata, sia per il campionato che abbiamo fatto e sia per il doppio confronto con il Pianico, in cui siamo stati superiori. Abbiamo interpretato bene la partita di andata. Siamo stati un po’ la bestia nera del Pianico, anche nella poule finale scudetto avevamo vinto in casa loro. Non sono mai riusciti a batterci”.
Una promozione, quella dell’anno scorso, diversa da quella conquistata alla guida della Fiorente nel 2013/14..
“Alla Fiorente è stato diverso. C’era l’obiettivo di vincere il campionato, erano stati fatti investimenti e infatti abbiamo vinto il campionato. La Brembillese è più una società ‘pane e salame’, ma lavorando bene e trovando le persone giuste si è creato un bel gruppo e i risultati sono arrivati”.
Il suo futuro?
“Mi auguro che arrivi qualche buona proposta da una società che abbia delle idee e un obiettivo. E’ chiaro che si ambisce ad allenare nella categoria più alta possibile, però è più importante il tipo di società e cosa propone a prescindere dalla categoria”.
L’anno prossimo non ci sarà la “regola” in Prima e Seconda categoria. Cosa ne pensa?
“E’ una cosa che non mi trova completamente d’accordo. Io avrei ammorbidito la regola, magari riducendo il numero a due, così è troppo drastico. Detto questo, le società di Prima e Seconda avranno meno difficoltà a costruire la squadra, però si valorizzano un po’ meno i settori giovanili”.
Giuseppe Fappiano