Atalanta – Sassuolo 3-1 (1-1)

ATALANTA (3-4-1-2): Gollini 6 (48′ st Rossi sv); Masiello 6,5 (17′ st Pasalic 7), Djimsiti 6, Palomino 6; Castagne 6,5, de Roon 6,5, Freuler 6, Gosens 6; Gomez 7 (47′ st Mancini sv); Ilicic 7, Zapata 6. A disp.: 1 Berisha, 41 Ibañez, 7 Reca, 22 Pessina, 17 Piccoli, 99 Barrow. All.: Gasperini 7.

SASSUOLO (4-3-3): Pegolo 6; Lirola 7 (47′ st Raspadori sv), Demiral 6, Ferrari 6, Rogerio 6; Duncan 7, Magnanelli 6, Bourabia 6; Berardi 6,5, Locatelli 7 (14′ st Djuricic 6), Boga 6,5 (40′ st Sernicola sv). A disp.: 28 Satalino, 47 Consigli, 2 Marlon, 98 Adjapong, 8 Ghion, 34 Di Francesco, 99 Brignola, 10 Matri, 19 Odgaard. All.: De Zerbi 6,5.

Arbitro: Doveri di Roma-1 6 (Costanzo-Tegoni, IV Aureliano; Var Di Bello e Vivenzi).

RETI: 19′ pt Berardi (S), 35′ pt Zapata (A), 8′ st Gomez (A), 20′ st Pasalic (A).

Note: serata coperta e umida, spettatori 17 mila circa. Ammoniti Ilicic, Rogerio e Ferrari per gioco scorretto, Magnanelli e de Roon per reciproche scorrettezze. Espulsi Berardi a fine primo tempo per rissa e Magnanelli al 38′ st per somma di ammonizioni (proteste). Var: 2 (silent check: gol di Zapata, presunto mani; gol di Pasalic, presunto fuorigioco). Corner 7-4, recupero 4′ e 5′.

Reggio nell’Emilia – Il tris sporco da terzo posto. Ed è Champions, traguardo impensabile per la Bergamo del pallone. Ma non per la creazione del demiurgo sapiente Gian Piero Gasperini. Che la spunta dopo una sfida tesa, sul filo dei nervi, impervia come il Mortirolo al Giro. Ma in superiorità numerica per lo sbarellamento da rosso diretto di Berardi per l’Atalanta è stato un dovere morale effettuare l’undicesimo recupero stagionale dello score, il  settimo da bottino pieno. Pronti via, la squadra ospitante sul terreno altrui (niente affitto, paga solo utenze e personale) combina dal lato tagliando il fronte sulle ali del terzetto Castagne-de Roon-Freuler con mancino dello svizzero che fa la barba al palo. Appena tre giri di lancetta, che triplicati portano Ilicic allo scambio con de Roon non finalizzato perché sulla pressione di Demiral lo sloveno si allunga la sfera. Al 13′ è invece Ferrari a chiudergli la linea di fondo sul lancio del Papu dal dischetto di metà campo, dopo l’intercetto sullo sciagurato passaggio all’indietro di Bourabia. Nemmeno un minuto e doppia chance: Ilicic batte la punizione a due con Castagne dall’out destro trovando il tuffo di Pegolo, sui cui piedi sbatte anche l’improbabile tap-in dell’argentino da posizione defilatissima lungo il lato corto. A tiro dal ventesimo la doccia gelata, quando Lirola fugge sulla destra, elude Freuler e imbecca Duncan (Palomino rimane a mezza via) che di tacco serve a rimorchio il destro di Berardi a fil di palo. Col vantaggio del Milan e il pari dell’Inter sarebbe solo Europa League, quindi comincia una fase confusa con Ilicic in ritardo sul la di Zapata sugli sviluppi della rimessa laterale di Freuler (25′). Il capitano nerazzurro ci prova centralmente vedendosi deviare oltre il montante da Demiral il suo sinistro imbeccato da Freuler. Ritmo e ottimismo riprendono fiato grazie al pari in mischia davanti alla riga di porta: sul quinto angolo a favore Duvan la butta dentro in qualche modo (doppio tocco, carambola sul mento) e il silent check esclude il fallo di mano. Neroverdi mai domi, però, e pure ficcanti: al 37′ Lirola riceve il cambio di fronte da Rogerio e crossa in bocca a Gollini, in capo a un bis cronometrico Locatelli serve all’indietro Duncan che calcia dritto sull’esterno della rete e a ruota Boga, servito ancora dal lecchese ex giovanili di Zingonia, riesce a smarcare Berardi che tira addosso a Masiello.

Un salvataggio fondamentale, mentre di là Freuler prova lo scavetto senza senso (43′) sull’asse Ilicic-Castagne. Il fantasista mancino pesca in corridoio il Papu che incrocia calciando a lato di poco (44′), al 2′ di recupero Freuler batte veloce il piazzato per Ilicic che allarga per Gosens: diagonale fuori di parecchi metri. Finisce il primo tempo e anche la trebisonda dell’apripista: testata leggera a de Roon (che prima si strattona con l’avversario e poi stramazza al suolo) da Magnanelli, Berardi dà in smanie e viene cacciato da Doveri. Nella ripresa il Gasp scambia di posizione i centrali (Djimsiti-Palomino-Masiello) e al 5′ piovono due notizie bruttarelle, Castagne che non alza il crossetto sul la di Josip e il gol dell’Inter all’Empoli. Niente paura, ci pensa il tizio col 10 sulla schiena. Che al 6′ viene liberato al limite da de Roon facendo le prove generali di sinistro (impreciso) e all’8′ mette la freccia in tap-in: Castagne-de Roon per Ilicic, il portiere degli emiliani respinge sul destro del leader bonaerense che tocca nel sacco nonostante l’opposizione in extremis di Demiral. A Ferrara è 2-2, al Mapei Stadium è delirio. Ma manca troppo. Entra Pasalic e de Roon arretra nella difesa a 4, mentre il croato sigilla la pratica salendo in cielo per convertire in rete il cross di Gomez da sinistra dopo il sesto corner della serie. Il Var stavolta si rompe ma dopo un poker di minutini Doveri indica che è tutto valido. Il Diavolo ci mette la coda e l’Empoli fa 1-1 a San Siro, de Roon torna in mezzo e da secondo centrale difensivo ecco Freuler. Prima dell’esplosione della festa c’è tempo perfino per un preziosismo dal fondo di Djimsiti su lancio di Remo per la botta alta di Pasalic. I Mapei-boys finiscono in 9 per le proteste di Magnanelli per non si sa bene cosa, a un tris dal 90′ la diagonale di Gosens allontana la minaccia di Djuricic pericolosamente vagante in area piccola. Al gong approda alla coppa delle grandi orecchie anche la Beneamata beffando i cugini. E a Reggio risuona nell’aria l’inno che non ti saresti mai aspettato.

Simone Fornoni