Triestina – AlbinoLeffe 2-3 (2-1)
TRIESTINA (4-3-1-2): Matosevic 5,5; Germano 6, Struna (cap.) 5,5, Moretti 5,5, Anzolin 6; Celeghin 7, Correia 6, Vallocchia 6,5 (36′ st Gunduz sv); D’Urso 6,5 (22′ st El Azrak 6); Finotto 5,5 (22′ st Lescano 5), Vertainen 6 (32′ st Rizzo 5,5). A disp.: Diakite, Agostino; Ciofani, Minesso, Kozlowski, Fofana, Pietrasso, Pierobon. All.: Attilio Tesser 6.
ALBINOLEFFE (3-5-1-1): Marietta 6,5; Borghini (cap.) 8, Marchetti 6,5, Milesi 6,5; Zoma 8, Munari 6,5, Agostinelli 6,5 (1′ st Brentan 7), Zanini 7,5, Piccoli 6,5; Doumbia 6,5 (28′ st Arrighini 6); Longo 8 (41′ st Gatti sv). A disp.: Taramelli, Moleri; Carletti, Toccafondi, Baroni, Allieri. All.: Giovanni Lopez 8.
Arbitro: Leone di Barletta 7 (Peloso di Nichelino, Lauri di Gubbio; IV Matina di Palermo).
RETI: 13′ e 45′ pt Celeghin (T), 46′ pt Longo (A), 35′ e 39′ st Zoma (A).
Note: ammoniti Milesi, Longo ed El Azrak per gioco scorretto. Occasioni da gol 12-12, tiri totali 12-15, parati 4-2, respinti/deviati 3-2. Corner 6-5, recupero 1′ e 5′.

Fontanafredda (Pordenone) – Un capolavoro da thrilling per ribaltarla vincendo la quarta su otto lontano dallo Stadium di Zanica, col lungo d’attacco a firmare il terzo personale e il più brevilineo il quinto e il sesto in soluzione unica. Breve riassunto dell’incredibile impresa di Giovanni Lopez nella partita più difficile dell’anno appena cominciato, sul campo della corazzata Triestina. Il plot: Longo al fotofinish del primo tempo, a speranze che rischiavano il volo peggio delle quaglie, abbozza la rimonta per non ammainare bandiera anzitempo e Zoma l’azzecca grazie all’assistenza del braccetto destro con le insegne del comando e del partner privilegiato. E anche se non era la coppia offensiva di partenza, pazienza. Sotto poco oltre la dozzina per la svettata di Celeghin, che userà la testa anche per tramutare nell’oro del raddoppio la liftata di Anzolin, l’AlbinoLeffe riesce a non disunirsi mai e a tratti perfino a dominare un avversario sulla carta più tecnico. 29 punti, in soldoni, e aria di playoff. Per chiudere il mese, un altro giro alle sei e mezza ospitando il Fiorenzuola domenica 21 e il rendez-vous dalla Pro Patria sabato 27 alle quattro e un quarto.
Alle prime schermaglie seriane in coda allo schema numero 1 di Zanini non sfruttato infine da Borghini, l’Alabarda per poco non si conficca nel sette col mancino di D’Urso sugli sviluppi del suo stesso tiro dalla bandierina, il primo. Dalla cinquina alla doppia cifra cronometrica, sull’angolo dei suoi a due tra la summenzionata mezzala destra e il crossatore Piccoli è Borghini , altro grande protagonista della trasfertona, a toccare appena di fronte nella mischia liberata in fallo laterale. Scampati alle prove generali di seconda di Vertainen dal limite, con Marietta nelle vesti di togli-ragnatele dall’angoletto, i blucelesti devono soccombere all’arrampicata in terzo tempo della mezzala destra altrui, un ascensore chiamato da sinistra dal duttile e mobilissimo firmatario della prima occasione di casa.
Al quarto d’ora è proprio l’autore del vantaggio a liberare corto in gioco aereo il secondo spiovente zaniniano dal corner, ed è ancora il capitano ospite a provarci, girando un bel piattone incrociato al volo appena dentro l’area che si allarga di un amen. Il mancino Longo, invece, dopo essersi guadagnato un’altra mattonella dalla distanza calcia a giro da fermo sul primo incrocio senza lambirlo a un tiretto dal ventesimo. La squadra di Lopez prende sempre più campo e Agostinelli, a un metro e mezzo dalla lunetta, per poco non scrive pari inserendosi in scia all’apertura di Piccoli, arrendendosi alla mezzora soltanto al colpo di reni di Matosevic. Un tris d’orologio e Vallocchia deve salire in cielo per impedire a Zoma di far danni sulla ripartenza gestita da Doumbia e rifinita nuovamente dal pendolino sinistro, spia di un predominio territoriale sfociato a una manita dalla pausa nel sinistraccio di Doumbia, sottopunta tattica con l’11 laterale a tutta fascia e Munari mezzodestro, ricevuto il passaggio di ritorno dal terminale unico.
Lo sprofondo rosso piove inatteso come la grandine in una mezza estate montana nelle Grave del Friuli, viziato da una spinta netta di Vallocchia a Zoma, situazione già vista ad aree invertite, ma è la fase difensiva bergamasca a non funzionare mai del tutto col risultato di far imbracciare la doppietta all’apripista, stavolta in torsione da posizione centrale. Il catanese là davanti, però, non s’arrende e scaraventa da pochi passi sotto la traversa il gioco tra mezze ali rifinito dal fondo alla sua sinistra. Al rientro dal tunnel, quarto angolo con Munari a non ferire sullo scarico zomiano e Vertainen da 3-1 in canna da posizione defilata sul la di Germano (3′). Poco o niente a livello di chances fino allo scollinamento del quarto d’ora a due Zoma-Zanini, leggi scarico e destro masticato in coda a una rimessa laterale a sinistra. Nei pressi del ventesimo il contropiede del possibile pari sul 2, ma Munari batte debolmente in caduta a rimorchio di Longo sull’apertura del trequartista di giornata e Zoma sul prosieguo tocca da 0 metri in evidente fuorigioco.
Oltre la mezzora ecco lo stacco di Longo sopra il montante accompagnato da Brentan, proiettato dove il campo è quasi finito dal suggerimento basso zaniniano. A metà del guado delle due occasioni mica da ridere per il 2-2, l’assolo di El Azrak, mentre il portiere giuliano deve difendere la sbarra di competenza dall’assalto dello specialista da fermo e in impostazione, la mezzala col 3 sulle spalle, sull’uno-due con Munari. Manca un nulla alla quinta battuta dall’angolo, proprio la sua, da destra, con sponda vincente del livornese dalla fascia al braccio per la zampata volante di Momo priva di opposizione. La ripartenza secca finalizzata dalla cassanata del burkinabé, che rientra in mezzo al dunque per metterla nell’angolino più spiazzante possibile, trova l’assist del centrattacco scuola Fiorentina, ma origina dall’opposizione della muraglia umana a Celeghin che ci provava da corner. Il forcing giuliano alla ricerca quantomeno del punticino viene frustrato da Milesi, che salva su Struna al 42′, e dalla mira non angolata di El Azrak di piede e del doppiettista locale che trovano l’ex alessandrino tra i legni assolutamente sul pezzo. Un trionfo.