La confessione a posteriori alla Gazzetta Sportiva di Gian Piero Gasperini sul Coronavirus di cui aveva accusato i sintomi già alla vigilia della sfida di Valencia del 10 marzo scorso ha scatenato un temporale di reazioni. Tuoni e fulmini sull’allenatore dell’Atalanta, da privati cittadini e da giornalisti, sui social e sui siti ufficiali, non ultimo il comunicato furente e dall’indice accusatorio puntato da parte dei Pipistrelli blanquinegros.

“Viste le dichiarazioni dell’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini apparse sulla stampa italiana questa domenica, il Valencia CF desidera esprimere pubblicamente la sua sorpresa per il fatto che l’allenatore della squadra rivale negli ottavi di finale di UEFA Champions League riconosce che sia il giorno prima che il giorno della partita giocata il 10 marzo a Mestalla era a conoscenza, almeno riguardo a se stesso, di avere sintomi presumibilmente compatibili con il coronavirus senza prendere misure preventive, mettendo a rischio, se quello fosse stato il caso, numerose persone durante il loro viaggio e soggiorno a Valencia”, recita la nota.

“Va ricordato che questa partita si è tenuta a porte chiuse, protetta da misure rigorose al riguardo, per l’obbligo delle autorità sanitarie spagnole di prevenire il rischio di contagio da parte di COVID-19, proprio in presenza di persone provenienti da un’area già in quella data valutata pubblicamente a rischio”
, chiude il Valencia. Su Twitter, il cinguettìo pesante come un macigno del noto Gianni Riotta: “Chi, malauguratamente, senta sintomi #Covid-19 si isoli subito e chieda aiuto a medici. Insomma, l’esatto opposto del comportamento dell’allenatore #Gasperini che @Gazzetta_it racconta garrulo di avere avuto #virus in panchina, allenandosi, pranzando in pubblico come nulla fosse”, scrive il capo della task force (Ue) contro le bufale nell’informazione.