di Matteo Bonfanti
Sono l’autore del titolo che tanto ha fatto arrabbiare presidenti, diesse, allenatori e direttori di gara. Allora lo spiego, perché non c’era alcun intento offensivo verso l’intera classe arbitrale, categoria che ha in sé gente capace e incapace, brava e meno brava, disponibile al confronto oppure che fa la sua professione a testa bassa senza ascoltare i ventidue che ha vicino, la domenica, in quel meraviglioso spettacolo che è il pallone. Non capita solo sul rettangolo di gioco, succede pure in altri campi: ci sono giornalisti in gamba e altri che scrivono solo per compiacere chi hanno di fronte, ci sono medici che salvano la vita al proprio paziente come dottori che gliela rovinano per sempre, imprenditori paterni e imprenditori senza scrupoli.
Riassumo il pezzo di Alberto Bendoricchio: di tanti arbitri che ci sono, vengono offesi quelli che vogliono essere i prim’attori e che, secondo la nostra firma, sbagliano perché il fischietto deve agire nella piena collaborazione coi giocatori, persino esauriti i 90’ regolamentari, quando redige il referto a fine gara. Da qui il titolo: “Quei cornuti dei direttori di gara che vogliono essere protagonisti”, dove il “che” circoscrive “i cornuti” solo a quelli che si fanno prendere la mano, innervosendo una gara che con un’altra direzione magari sarebbe filata via liscia.
Ci dispiace se gli arbitri bravi si siano sentiti offesi. Non era né l’intenzione del titolista né quella di Alberto Bendoricchio. Leggete il suo articolo, a pagina 7 del numero ancora in edicola, è una disanima fatta da un ragazzo che ha giocato tanto a pallone e che ha scritto i suoi pensieri su un tema, quello della classe arbitrale, che, comunque, divide.
Dalla Serie A alla Terza categoria, ogni domenica ci confrontiamo infatti con decine di allenatori incazzati neri per veri o presunti torti arbitrali. La stessa rabbia ce l’hanno i calciatori, che, spesso, ci mettono del loro. Personalmente trovo interessantissime le proposte fatte da Alberto Bendoricchio per migliorare le direzioni e aggiungo, da direttore di Bergamo & Sport, che un grosso problema sia il fuorigioco nelle categorie più basse, quelle che non hanno la terna.
Ci piacerebbe avere il parere degli arbitri, un articolo a loro firma, dal titolo “Quei cornuti dei giornalisti sportivi che attaccano gli arbitri”. Nessun cronista si offenderebbe, anzi ci faremmo tutti una risata perché noi che scriviamo, chi più, chi meno inconsapevolmente, degli arbitri ci lamentiamo sempre. Dopo una cinquantina di telefonate e un centinaio di messaggi in posta, cerco di ridimensionare l’intera vicenda, ricordando al movimento che il nostro titolo, che colpisce, così come il pezzo di Bendoricchio, forte, da leggere tutto d’un fiato, non volevano far male a nessuno. Ma provocare e ce lo si può permettere perché si parla di un gioco, d’accordo il più bello del mondo, ma un gioco.