Archiviati successi, elogi, titoloni in prima pagina e voci di mercato, l’Atalanta torna alla realtà del campionato e per la tredicesima giornata si trasferisce ad Empoli per affrontare la terz’ultima della classifica. Dunque, una sfida insidiosa contro un’avversaria che ha appena cambiato allenatore (via Andreazzoli, dentro Iachini) e che vuole togliersi dai guai dei bassifondi. Non che prima si scherzasse ma nei prossimi quaranta giorni i nerazzurri troveranno sulla loro strada, dopo la partita al Castellani, Napoli (lunedì 3 dicembre al Comunale), Udinese, Lazio (sempre di lunedì a Bergamo), Genoa, Juventus (a Santo Stefano) e, infine, Sassuolo a Reggio Emilia per chiudere il girone d’andata. Sette partite senza tregua. Eppure capiremo, in via definitiva, le ambizioni di un’Atalanta che è tornata con prepotenza sulla cresta dell’onda di un campionato che promette, partita dopo partita, sorprese e, perché no, scintille che incendiano la classifica. E il recente 4-1 ne è una prova concreta. Non ci sono dubbi che l’Atalanta con le grandi vada a nozze senza complessi di inferiorità ma anche con le piccole non scherza Chievo, Parma e Bologna ne sanno qualcosa. Del resto sono i numeri a confermarlo soprattutto in trasferta: dopo la Juve la formazione atalantina è quella che ha segnato più gol, 12 appunto. E nelle sei partite giocate lontano da Bergamo ha subito due sconfitte, senza scuse a Ferrara e causata dalla coppia arbitrale Valeri-Doveri quella di Firenze, ma ormai nella preistoria della stagione. Insomma l’Atalanta ha trovato condizione, certezze tattiche e gol al momento giusto del campionato quando è opportuno spiccare il volo tant’è vero che con i quattro successi consecutivi ed è di nuovo in lizza per un posto in Europa. E per non farsi mancare nulla Gasperini ha intenzione di alzare l’asticella del salto alto, anzi del triplo salto in alto perché sogna la Champions. Per adesso sembra l’iperbole che esalta i tifosi, del resto non è opportuno mettere limiti alla provvidenza, quindi aspettiamoci fuochi d’artificio. Finora il campo gli ha dato ragione, le recenti vittorie lo dimostrano, ancor di più le prestazioni della squadra. Ormai Copenaghen è un brutto ricordo ma resta il sigillo indelebile che ha permesso il riscatto, dopo che le ferite si sono rimarginate. E dal 21 ottobre l’Atalanta è di nuovo in volo. E la conferma arriva dalle prestazioni dei singoli giocatori. Se coloro che consideriamo titolari inamovibili (Toloi, Palomino, Masiello, De Roon, Freuler e Gomez) hanno ritrovato la loro miglior condizione, i sostituti, o quelli che hanno giocato meno per vari motivi, si sono fatti trovare pronti. Berisha deciso e attento, è tornato Ilicic, Gosens e Hateboer sono ormai due certezze, Zapata è finalmente entrato nei meccanismi del gioco offensivo, Mancini si è meritato la convocazione in nazionale e Djimsiti è addirittura andato in gol dopo sette partite in panchina. Aspettiamo Pasalic e Rigoni. Poi “fate il vostro gioco”.
Giacomo Mayer