Carlo Tavecchio è tornato in sella ed ha cominciato a pedalare. Dopo aver vinto la sfida per la presidenza del Comitato Regionale per un pugno di voti (14), adesso è pronto a governare il calcio dilettantistico lombardo nel bel mezzo di una pandemia senza fine.
Presidente Tavecchio, la Lombardia in zona rossa dà l’addio alla ripresa dei campionati?
“E’ una tragedia. Il blocco fino al 5 marzo crea grossi guai per la ripresa, ho preso contatto con il presidente della regione Fontana per capire le sue intenzioni riguardo al ricorso sulla zona rossa. Vediamo. Teoricamente si potrebbe riprendere a giocare domenica 21 marzo per terminare a fine giugno. Ci sono pro e contro e valuteremo. Ma è solo un’ipotesi. In Eccellenza ci sono gironi a 18 squadre e diventa complicato. Si giocherà nel rispetto dei protocolli come avviene in serie D. Se poi non terminerà la stagione è evidente che le squadre che scenderanno dalla serie D torneranno in Eccellenza e magari saremo costretti ad aumentare il numero dei club per gironi”.
Ma è vietato giocare d’estate?
“No ma è l’unico momento nel quale le società possono organizzare feste, tornei e iniziative per potere raggranellare un po’ di finanziamenti”.
Dunque club sempre più poveri.
“E’ un momento drammatico per il calcio dilettantistico. Gli sponsor se ne stanno andando perché non hanno più disponibilità e quindi tocca ai dirigenti metterci dei soldi e ce ne sono già pochi. Non c’è nessun aiuto. Le faccio un esempio: nel Recovery Fund non c’è un soldo per il mondo del calcio eppure ha un fatturato, compresi i professionisti, di 5/6 miliardi. Invece non ci sono provvidenze. E’ impossibile andare avanti così”.
380 società hanno votato Tavecchio, 366 Pasquali. Come trovare il consenso di tutti?
“Ci sarà una consultazione generale con tutte le società lombarde. In settimana sentiremo tutti. Intanto a Brescia voglio ascoltare tutte e due le fazioni ed è per questo che abbiamo nominato un reggente in attesa di capire come funziona. Vogliamo collaborare con tutte le società, non abbiamo preclusioni. Comunque a Bergamo abbiamo scelto dirigenti all’altezza e, in generale, saranno istituite deleghe per i consigli d’area in modo da accogliere tutte le istanze”.
Non è possibile che il delegato provinciale venga eletto dalle società?
“Bisognerebbe cambiare l’ordinamento giuridico calcistico, troppa burocrazia mentre è possibile creare una consulta”.
Lo slogan del suo manifesto è stato “Lombardia al centro”. Che cosa significa?
“Un decentramento concreto. Non è più possibile versare a Roma il 25% delle nostre tasse, dobbiamo arrivare al 10%. Significa ridurre i costi d’iscrizione, portare i servizi in periferia. Non possiamo più permetterci una Lega Dilettanti elefantiaca. Deve essere snellita al più presto. Non so se sia federalismo, di sicuro è opportuno un cambiamento radicale. E andrò a Roma per farmi sentire”.
In questo momento c’è un convitato di pietra: l’abolizione del vincolo.
“Non c’è molta possibilità di cambiare la riforma Spadafora. Invece bisogna lottare per una nuova legge quadro. Di questa riforma se ne discute nella commissioni parlamentari ma è solo un dibattito consultivo. Il più è fatto purtroppo. Intanto però dilettanti e il mondo del volontariato è senza inquadramento. Un milione di persone senza tutela”.
Il settore giovanile.
“Se si continua così i genitori dei ragazzi che fanno calcio saranno gravati da ulteriori costi perché i club saranno costretti ad aumentare le tariffe d’iscrizione. Nel frattempo non ci siamo fatti mancare niente con l’istituzione di varie categorie, perfino l’élite. Toccherà alla Federazione cambiare, noi non possiamo farlo perché si devono rispettare gli ordinamenti attuali. Arrivati a questo punto si rischia un ridimensionamento generale. Il dibattito è aperto e non è di facile soluzione, ci sarà da discutere ma proprio tanto. Comunque devono venirci in aiuto le Amministrazioni Comunali, gli Enti Locali, la Regione: sono i soggetti che possono contribuire a risollevare i club dalla crisi. Il calcio assolve una funzione sociale, i cittadini che fanno sport nel tempo libero devono essere aiutati e rispettati”.
In futuro è prevista una riforma dei campionati?
“Intanto puntiamo alla ripresa della stagione e poi apriremo una discussione con tutte le società perché non sarà più come prima. C’è una rivoluzione da fare”.
Il 6 febbraio sono in programma le elezioni della Lega Nazionale Dilettanti, con un solo candidato: Cosimo Sibilia, colui il quale, secondo Tavecchio che non lo voterà, ha distrutto il mondo del calcio dilettantistico. Poi il 22 febbraio si voterà per eleggere il presidente della Figc: Gravina versus Sibilia ma sembra che i giochi siano fatti con la riconferma dell’attuale presidente (Tavecchio sarà un suo elettore). C’è solo da aspettare.
Giacomo Mayer