Nato a Torre del Greco, Raul Brancaccio ha la mamma spagnola e durante una vacanza a Javea fu notato da David Ferrer. Quell’intuizione gli è valsa una borsa di studio e una scelta di vita: provarci seriamente con il tennis. Al trofeo Faip-Perrel vince un ottimo match. Bene l’Italia: impresa di Sinner su Caruso, OK Vanni e Giustino. Forfait Travaglia.

Quando gli dicono che il suo modo di stare in campo ricorda quello di David Ferrer, il suo sguardo si scioglie in un sorriso. Raul Brancaccio fa parte della nuova ondata di baby-tennisti italiani, ma la sua storia è molto particolare. Ha potuto raccontarla dopo aver vinto il suo match d’esordio al Trofeo Faip-Perrel (46.600€, Greenset). Una partita tosta, combattuta, contro il croato Nino Serdarusic. Raul ha lottato per un paio d’ore, salvo poi imporsi col punteggio di 6-3 4-6 6-4. “Ho iniziato bene, ero molto carico, poi però nel secondo set ho avuto un calo di tensione – racconta Brancaccio – faceva molto caldo dentro il palazzetto, ho avuto un piccolo calo di zuccheri e non ero più così in palla. Ma il tennis è così, bisogna vincere qualsiasi sia il problema. Nel terzo sono scappato sul 3-0, poi mi sono un po’ perso ma ho ugualmente vinto. È un ottimo segnale perché è importante vincere quando non si sta troppo bene”. Il ragazzo di Torre del Greco tornerà in campo mercoledì mattina, alle 10, contro Quentin Halys (finalista a Bergamo un paio d’anni fa). Brancaccio è italiano, ma da qualche anno risiede in Spagna in virtù di una storia molto particolare. Padre italiano e mamma spagnola, sin da piccolo trascorreva le vacanze estive nella casa dei nonni a Javea, cittadina dell’entroterra, a circa un’ora da Valencia. Guarda caso, la città natale di “Ferru”. “Visto che giocavo a tennis sin da piccolo, mi allenavo per restare in forma anche durante le vacanze – racconta Brancaccio – un giorno, avrò avuto 13-14 anni, passò David e mi notò. Andò da suo fratello Javier, direttore dell’accademia, gli disse che avevo delle potenzialità e che gli sarebbe piaciuto seguirmi e darmi una mano”.

SINNER SORPRENDE CARUSO, OK VANNI E GIUSTINO

Un altro grande protagonista di giornata è stato l’altoatesino Jannik Sinner (Foto Alessandro Villa). Classe 2001, da molti è considerato l’erede di Andreas Seppi e in effetti lo ricorda un po’ nel rovescio, molto nell’atteggiamento. Sinner si allena a Bordighera da qualche anno, e a Bergamo ha trovato un feeling eccezionale: contro un avversario esperto come Salvatore Caruso, è venuto fuori alla distanza. È finita 6-2 2-6 6-2: pochi credevano in lui dopo avergli visto perdere (male) il secondo set. La sua palla viaggiava molto, costringendo spesso il siciliano sulla difensiva. Ha fatto tutto Sinner, nel bene e nel male: spingeva a volontà, tirando tanti colpi vincenti e commettendo un numero accettabile di errori. La palla di Caruso non faceva troppo male, raramente metteva in difficoltà un Sinner scatenato. Dopo essere calato nel secondo, l’altoatesino ha “sprintato” in avvio di terzo e ha impressionato per solidità mentale e coraggio, centrando un meritato terzo turno “Mi ha impressionato la sua capacità di non tremare nei momenti importanti, è una qualità molto rara in un 17enne” ha ammesso Paolo Cannova, coach di Caruso. È stata comunque un giornata positiva per i colori italiani, visto che sono approdati agli ottavi due dei protagonisti più attesi: Luca Vanni e Lorenzo Giustino. In particolare, ha impressionato il napoletano: con un servizio decisamente migliorato, ha lasciato appena tre giochi a Zdenek Kolar, giocatore di talento. Ha fatto il suo dovere Vanni, che si è scrollato di dosso lo spagnolo Carlos Taberner dopo un primo set molto combattuto. I due si affronteranno negli ottavi, dunque c’è già la certezza di un azzurro nei quarti. Peccato per il forfait in extremis di Stefano Travaglia, costretto a rinunciare prima di scendere in campo a causa di un fastidio all’adduttore destro. Nel tardo pomeriggio è arrivata la sconfitta di Dustin Brown: il tedesco di origine giamaicana, molto atteso dal pubblico, si è arreso al qualificato Baptiste Crepatte col punteggio di 7-6 6-7 6-3. Match con un piccolo giallo: nel tie-break del secondo set, dopo un errore, il francese ha dato un calcio alla sua panchina. La sedia ha colpito una bottiglietta d’acqua, volata in tribuna e che ha colpito uno spettatore. Una situazione quasi da default: il francese è stato graziato e ha potuto completare il match.