Non era facile aggiornare l’albo d’oro con un nome capace di non sfigurare accanto a quelli di Berrettini e Sinner. La prima edizione novembrina del torneo di Bergamo ha trovato il baby fenomeno Holger Vitus Nodskov Rune. Travolto dall’affetto dei bergamaschi, vince il quarto torneo in Italia e promette: “Tra un anno sarò tra i primi 15-20”

Lo aspettavano tutti. Holger Vitus Nodskov Rune non ha tradito, dando lustro all’albo d’oro del Trofeo FAIP-Perrel di Bergamo (44.820€, Indoor). Non era facile trovare un nome che potesse essere all’altezza di Matteo Berrettini e Jannik Sinner, ma Bergamo ce l’ha fatta. “Il 7 novembre del 2022 punto a essere top-20, o magari top-15” ha sibilato il danese poco prima di correre in hotel per un rapido check-out e recarsi a Milano, laddove martedì esordirà nelle Next Gen ATP Finals di Milano. Fenomeno annunciato, Rune punta a ripercorrere la strada dei giocatori che lo hanno preceduto al Pala Agnelli. In finale avuto bisogno di due ore e dieci minuti per battere il combattivo Cem Ilkel col punteggio di 7-5 7-6, evidenziando le stimmate del campione: nonostante abbia appena 18 anni, è già in grado di vincere (quasi) tutti i punti importanti. Nel primo set è stato Rune a dover fronteggiare tre palle break (due sullo 0-1, una sul 3-4) e le ha cancellate tutte con il servizio. Il break decisivo è arrivato nell’undicesimo game, con Ilkel che si è innervosito per una chiamata dubbia sul primo punto, salvo poi commettere un paio di errori banali negli scambi successivi. Segnali ancora più evidenti nel secondo set, nel quale – va detto – Ilkel ha bruciato un’occasione enorme. Avanti 5-2 grazie a un break al sesto game, aiutato da alcuni dritti sparacchiati da Rune (che litigava con la tensione delle corde della sua racchetta, mandata frettolosamente a incordare), ha servito per il set sul 5-3 ed è stato un game eterno, durato 18 punti, in cui ha avuto tre setpoint. Grida vendetta l’ultimo: Rune si era buttato a rete senza granché in mano, il passante era buono e il danese ha giocato una volèe di pura opposizione. Ilkel aveva un passante facile, a campo aperto, ma l’ha incredibilmente sbagliato in lunghezza. Non è andato in escandescenza, ma ha patito il contraccolpo. Rune ha ricucito lo svantaggio, poi il set è arrivato al tie-break, sempre condotto da Rune. Il danese aveva un paio di matchpoint, entrambi annullati (il primo da una fantastica volèe bassa di Ilkel), ma sul 6-6 alzava il volume del suo tennis e poteva alzare le braccia al cielo, intascando il quarto Challenger in carriera, il quarto del 2021, il quarto nella penisola italiana dopo i successi a Biella, San Marino e Verona.

MARGINI DI MIGLIORAMENTO

Potrebbe essere stato l’ultimo Challenger della mia carriera – ha detto Rune – forse potrei giocarne ancora un paio per entrare tra i top-100 ATP, poi mi focalizzerò sugli Slam e i tornei del circuito maggiore. Sono entusiasta all’idea”. Come a dire che Bergamo è riuscito a prenderlo per un soffio, appena prima che la sua carriera spicchi il volo. “Ci rivediamo l’anno prossimo?” gli ha chiesto lo speaker Pako Carlucci durante la premiazione. “Forse” ha replicato lui, con lo sguardo furbetto di chi la sa lunga. Diplomazia che profuma di riconoscenza per il pubblico di Bergamo, che ha riempito il palazzetto per ogni suo match e gli ha fornito grande sostegno, ma il suo futuro sembra già scritto. Non è stata una settimana facile: qualche problemino fisico e la zavorra psicologica delle Next Gen Finals gli hanno creato più di un ostacolo. Ha lasciato un set a Horansky, Dzumhur e Molcan, ha rischiato di cederne uno anche a Ilkel, ma alla fine ha vinto sempre lui. E può esultare perché il suo tennis ha ancora notevoli margini di miglioramento, a partire dalla potenza di un dritto che – nella pura esecuzione – ricorda vagamente quello di Del Potro, e da un utilizzo più accorto della palla corta. “Credo che la cosa più difficile di questa finale sia stata l’aspetto mentale. Lui ha giocato un ottimo torneo, ha espresso il suo miglior tennis – dice Rune – avevamo giocato in condizioni simili un paio d’anni fa e fu una battaglia, ma anche stavolta ho trovato un modo per vincere”.

IL GIRO PORTAFORTUNA IN BICICLETTA

Il rapporto di Rune col nostro Paese è sempre più forte. “Non capita tutte le settimane di avere una tifo del genere, ma in Italia sì. Mi è sempre piaciuto giocare nel vostro Paese, poi ho un atteggiamento e un approccio simile a quello degli italiani”. Il successo a Bergamo lo porterà al numero 109 ATP, a un passo dall’ammissione diretta nel tabellone principale dell’Australian Open. Proprio in virtù di questo, dopo la campagna milanese (“Sarà divertente, sono entusiasta all’idea di provare il format dei set a 4 game e del punto secco sul 40-40, voglio giocare il mio tennis e soprattutto divertirmi”) è possibile che giochi ancora qualche torneo per evitare la scocciatura delle qualificazioni australiane. Immaginarlo ad alti livelli è un pronostico facile, scontato, che i bookmakers non quoterebbero nemmeno. E poi ha la benedizione di Bergamo, suggellata dal tradizionale giro di campo in sella alla bicicletta elettrica messa a disposizione dal co-title sponsor FAIP, con bandiera danese al vento, che tanta fortuna ha portato ai suoi predecessori. È l’ultima cartolina di un’edizione fortemente voluta dalla Olme Sport, che mai e poi mai avrebbe permesso di lasciare un buco nell’albo d’oro del torneo. Una tenacia premiata da un vincitore di lusso, un torneo perfettamente riuscito sul piano organizzativo e l’ennesimo successo di pubblico, suggellato dall’ennesimo sold-out. Dopo la complicata organizzazione dell’edizione post-COVID, Bergamo può finalmente respirare per qualche settimana per poi iniziare a pensare – con le consuete tempistiche – all’edizione numero 17 e al recupero della piena normalità. Sarà il secondo indennizzo dopo la mancata finale del 2020. Il primo è stata la vittoria di Holger Vitus Nodskov Rune. La stellina del futuro.

TROFEO FAIP-PERREL BERGAMO (44.820€, indoor)

Finale Singolare

 

Holger Vitus Nodskov Rune (DAN) b. Cem Ilkel (TUR) 7-5 7-6(6)