“Mancano 7 giornate, non possiamo nasconderci, siamo diretti alla vittoria del campionato”. Queste le parole di Samuele Zanichelli, uno che di reti realizzate e di campionati vinti se ne intende. Di sicuro il il 4 a 4 casalingo con la quotatissima Calcense è un severo monito per tutte le contendenti: la Calcinatese c’è, in campo sa quello che vuole, è solida organizzata e compatta. Ha la miglior difesa e il terzo miglior attacco. Domenica, nonostante un finale di gara a dir poco scoppiettante, in cui le distrazioni e il nervosismo l’hanno fatta da padrone, ha resistito agli assalti di una Calcense che, bisogna darne atto, ci ha provato in tutti modi a ribaltarla. Poi proprio con Zanichelli, nel finale, la Calcinatese ha sfiorato la quinta segnatura – la palla schiacciata di testa nell’area piccola è andata a finire sopra la traversa – che di fatto avrebbe forse chiuso il campionato.
Così commenta Federico Perelli, mister della Calcinatese: “La Calcense è la squadra più forte del girone, ma non ha espresso il gioco che mi aspettavo da certi giocatori. Con la qualità e l’esperienza di alcuni elementi della Calcense mi aspettavo una gara diversa, ed una classifica decisamente migliore. Per noi questa partita, strapiena di errori individuali, e se è vero che abbiamo regalato almeno tre segnature per errori individuali, va comunque collocata in un contesto più ampio che ci vede imbattuti da ben 17 gare, e l’aver mantenuto 10 punti di distanza sulla terza forza del girone è tanta roba. Non dobbiamo abbassare l’attenzione, stiamo facendo bene ma guai a distrarci proprio adesso. I miei ragazzi oggi hanno commesso degli errori, frutto dell’eccessivo nervosismo o dell’inesperienza di alcuni, ma sono quindi già da premiare per la stagione che stanno facendo. E’ un gruppo favoloso, che ha saputo costruire relazioni e dinamiche di spessore, e che ha saputo far fronte ad un periodo che per noi non è stato semplice, visto che tra un infortunio e l’altro, a complicare la situazione c’è stato pure un mio problema di salute abbastanza serio e che ha destato preoccupazioni, oggi fortunatamente risolto. Ho uno staff incredibile che ha saputo organizzarsi al meglio, questo va riconosciuto ai miei collaboratori. Uniti si vince”.
E cosa in merito all’eccessivo nervosismo durante la partita cui si è fatto riferimento nelle dichiarazioni di fine gara? “C’è stato un bel battibecco con con la loro panchina. Il nostro ruolo deve essere onorato, cercando di evitare certi comportamenti, quelli di domenica sono sotto agli occhi di tutti, che non aiutano né il gioco né di fatto agevolano il compito degli arbitri nella gestione della gara.  L’ardore ci sta, nemmeno io sono un santo, ma l’eccesso e quant’altro non consentito dal buon senso ed anche dal regolamento, no davvero. Certi modi provocano lo scontro tra persone, non agevolando per niente il confronto, intendendo quello sportivo. A fine gara è bello darsi la mano, e chi mi conosce lo sa, è mia abitudine andare a complimentarsi con chi mi ha battuto, entrando nel loro spogliatoio. Domenica abbiamo temuto che gli animi si scaldassero oltre misura, per fortuna non è stato così, anche se si è raggiunto il culmine della tensione quando l’ennesima sbraitata ha fatto riferimento addirittura alla mia situazione di salute (ndr mister Perelli era al rientro in panchina dopo una pausa forzata dovuta ad un delicato intervento al cuore) suscitando dunque la reazione, fortunatamente abbastanza composta, di tutta la panchina e dei miei dirigenti. Cosa buona è stata che l’arbitro, probabilmente resosi conto dell’accaduto, ha subito messo le cose in chiaro, riferendo a me, al capitano ed ai miei dirigenti di non aver sentito, ma facendo chiaramente intendere che non avrebbe più tollerato certi comportamenti: è stato bravo, nonostante la giovane età, bisogna dargliene atto, perché si era creata una situazione piuttosto “scomoda” e la tensione dei contendenti si percepiva fin troppo. E’ stato davvero bravo. Chi ha ruoli di responsabilità – continua Perelli – come quello dell’allenatore deve aver ben chiaro che ogni domenica ci sono almeno 30 persone che ti seguono alla lettera. Per cui certi atteggiamenti devono essere esemplari. Basterebbe questo”.
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