GRETA E IL MESSICO

Siamo una squadra fortissimi. Anzi fortissime. Parliamo, ovviamente, della rivelazione calcistica dell’estate, Le Transenne, che stanno illuminando l’uggioso giugno orobico grazie al sontuoso gioco che mettono ogni volta in campo. Tanto del merito è del mister, il famoso Renè Brugnetti, giovanissimo tecnico all’inizio di una luminosa carriera. Renè fa giocare la squadra col 5-5-5, modulo che l’allenatore ha preso in prestito da un grande maestro degli anni ottanta, l’indimenticato Oronzo Canà. Profonda confusione sul rettangolo verde e pure in panchina, dove la stella di prima grandezza Greta Greton la fa da assoluta padrona. E’ lei, dicono i maligni, il vero mister. Ma noi non ci crediamo, anche perché la Greton, nata in Portogallo come Cristiano Ronaldo, è calciatrice bravissima, ma altrettanto umile. Più delle montagne di gol che fa regolarmente, le interessa il collettivo, la prestazione dell’intera formazione. Inutile dire che la capitana coraggiosa (e pure assai bellina, cosa che nel pallone conta un casino) merita sempre dieci in pagella. Così come la sfortunata Elisa Claudì, francese, ma di origini meridionali, bassa e claudicante, un vero strazio in difesa, a tratti commuovente per l’impegno che ci mette nonostante la natura sia stata calcisticamente malevola con lei. Diciamo, senza sbagliare, addirittura beffarda, fin dall’inizio quando era centravanti nelle pulcine dell’AlbinoLeffe. Ma lei non molla. Chapeau.

Ma tralasciamo le nostre valutazioni sulle singole affidandoci alla fredda cronaca, quella della partita disputata dalle nostre ieri al Torneo del Bae, finita con un’ingiusta sconfitta di misura contro Chelle Mia Bune, brave ma molto meno delle Transenne. Che ricordiamo sono le idole della Lombardia tutta e pure dell’Africa del nord. Renè parte coperto, giocando con un portiere (forse Michela, ottima a fare le foto, ma potrebbe essere benissimo Sara, le due si somigliano, sono due gocce d’acqua, forse sono sorelle, ma non lo sappiamo) e sei difensori (Greta, Adele, Palmira, Melissa, Delgi e Elisa). Come logico, le stelle vestite di bianco (e sponsorizzate da Pink Militia) fanno una fatica incredibile a superare il centrocampo. Nel primo periodo la sfida si caratterizza da lunghe mischie prive di un vero senso calcistico nell’area delle Transenne. Le avversarie segnano una raffica di gol grazie alla poderosa verve di Alice, un tempo amica, ora acerrima nemica di Greton e compagne. Si va, tranquillamente, sul 10-0. E pare tutto finito. Da lacrime.

Ma quando meno ce lo aspettiamo, mister Renè si sveglia dal suo torpore (nel primo tempo si era appisolato) e trova le soluzioni tecnico tattiche capaci di riportare la sua squadra in carreggiata. Fuori la claudicante Elisa, dentro la fortissima Sabrina, una sorta di Neymar al femminile. La formazione cambia fisionomia e passo grazie agli innesti, entrano Flora, Mile, Elena, Chiara, Betta, Barbara ed Erica. Le Transenne ora giocano in tredici, Chelle Mia Bune in sette e la sfida diventa equilibratissima. Greta segna sette gol e si va sul 10-7, Barbara, Erica ed Elisa uno a testa e a cinque minuti dal triplice fischio si è sul pari. Per Le Transenne sembra ormai tutto facile, la vittoria è a portata di mano. Ma nessuno considera che di lì a poco arriverà al Comunale di Paladina il Messico, uomo giovane e bellissimo, di origine sudamericana, già noto alle cronache. Il Messico parcheggia e si mette in tribuna. E, ovviamente, non passa inosservato: le ragazze lo vedono e rimangono immobili, a guardare quel giovane alto e magro, affascinante in ogni suo centimetro, forse impegnato nei suoi fine settimana come modello di mutande. Chelle Mia Bune approfittano del disturbo affettivo recato alle nostre dal latin lover sudamericano e in trecentoventi secondi segnano quattordici gol. Finisce 24-10. Colpa del Messico, probabilmente ingaggiato infingardamente dalle avversarie. Transenne ottime, ma ingenue. E giovedì a Paladina c’è già la partita della vita…

Nella foto sopra: mister Renè portato in trionfo dopo la sconfitta

Nelle foto: scatti che spiegano il ko. In una fotografia il Messico, la vera distrazione della partita, immortalato con la capitana portoghese Greta Greton

MIK PIU ALICE

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