Atalanta – Torino 2-1 (2-1)
ATALANTA (3-4-1-2): J. Sassi 6,5; Del Lungo 7, Berto 6, Ceresoli 6; Oliveri 7, Giovane 7 (30′ st Zuccon sv) , Panada (cap.) 6, Renault 6,5; Sidibe 6; De Nipoti 6,5 (25′ st Omar 6), F. Pagani 7 (41′ st Bernasconi sv). A disp.: 1 Dajcar, 10 Vorlicky, 15 Hecko, 18 Chiwisa, 19 Fisic. All.: Massimo Brambilla 6,5.
TORINO (4-3-3): Milan 6,5; Dellavalle 5,5 (1′ st Amadori 6), Savini (cap.) 6, Reali 6, Angori 6,5; V. Pagani 6, Polenghi 6 (11′ st Garbett 5,5), Di Marco 6 (1′ st Rosa 5,5); La Marca 6 (25′ st Gineitis 6), Caccavo 7 (29′ st Akhalaia sv), Zanetti. A disp.: 1 Vismara, 90 Manzari, 14 S. Sassi, 17 Ciammaglichella, 27 Lindkvist, 29 Giorcelli. All.: Federico Coppitelli 6.
Arbitro: Ferrieri Caputi di Livorno 6 (Renzullo di Torre del Greco, Bertozzi di Cesena).
RETI: 18′ pt F. Pagani (A), 28′ pt Renault (A), 45′ pt Caccavo (T).
Note: pomeriggio soleggiato, spettatori 125. Ammoniti Sassi per ritardata rimessa in gioco, Ceresoli, Savini, Panada e Del Lungo per gioco scorretto, Coppitelli (all. Torino) al 27′ st per proteste, Reali per comportamento non regolamentare. Tiri totali 15-14, nello specchio 5-5, respinti/deviati 4-5, parati 3-3, legni 1-0. Corner 7-3, recupero 0′ e 6′.

ZingoniaPagani usa il piede d’appoggio e Renault la testa, il Torino dimezza il gap mettendo giusto un quid di spavento ma intanto, seppur a piccolissimi passi, la Primavera dell’Atalanta si riavvicina (a quota 25) alla zona playoff a una giornata dal gong del girone d’andata, destinato a concludersi lunedì a Sassuolo. Partita non esaltante al Centro Sportivo Bortolotti, dove comunque ha dimostrato se non altro la concretezza deficitaria in troppe circostanze in una stagione martoriata dagli infortuni.
Il rompighiaccio sottomisura e a fil di montante della punta bergamasca tagliando verso il primo palo per tramutare in oro la palla dal fondo di Oliveri è preceduto da un quarto d’ora di controllo reciproco e dal botta e risposta nei due giri di lancetta successivi, leggi schiacciata centrale di Giovane da angolo sinistro di Ceresoli e salvataggio di Del Lungo sul diagonale ravvicinato di Angori smarcato da Zanetti. Un tris di piatti di portata stile appetito vien mangiando, visto che si scarrella allegramente per il taccuino a stretto giro di digestione: il ventesimo è la linea di demarcazione tra il ciapa-no Sassi-Berto provocato dalla ficcante ala sinistra granata e il rimorchio soltanto da corner di Sidibe, imbeccato dallo scarico di De Nipoti sull’apertura del raddoppiatore di lì a poco. L’altro minuto cruciale è il 28, perché il perno di casa stoppa Di Marco e sul ribaltamento la mezzala romagnola pesca ancora il palermitano per la scucchiaiata morbida ad agevolare il volo d’angelo del franco-milanese, deviato da Dellavalle e non trattenuto dal portiere.
Verso l’intervallo il confronto si fa sempre più aperto allungando le posizioni sullo scacchiere, tanto che le chances non mancano mai. A un ottovolante cronometrico, la svettata di Polenghi su punizione a rientrare del suo terzino sinistro non scompone il baluardo nerazzurro, a un settebello la bicicletta chiamata da sinistra del cividalese e alzata oltre la sbarra dal colpo di reni nemico, col medesimo frustrato dall’incrocio esterno di destro sulla ripartenza veloce tra il partner di reparto e il tuttosinistro di mezzo. Il Toro prende l’occasione per le corna e, dimèntico della telefonata del solito Stenio, brasileiro oriundo a metà del guado (38′), imbrocca il 2-1 a fil di duplice fischio davanti all’area piccola col tiro mancino di Caccavo in asse col Pagani con la stessa maglia, scalato a esterno basso coi cambi nella ripresa: il suo capitano avanza a play, davanti entra l’ex Rosa.
Il pendolino siciliano (7′) si ripresenta spostandosela sull’estremità avversa calciando alle stelle, preludio a una superiorità territoriale sterile al riparo da rischi d’infilata almeno fino al quarto d’ora, quando il contropiede non viene finalizzato proprio dal volto noto (c’è anche Vismara come dodicesimo) per la scelta obbligata del destro e il riflesso del ragazzo tra i pali, mentre il centrale destro salva capra e cavoli impedendo il tap-in al dimezzatore. Non esiste requie. Di qua il diciassette non porta fortuna a Giovane, murato, e Oliveri, che incappa nei pugni avversi; di là, quasi nulla, al netto della mega mischia scivolando verso il novantesimo col firmatario del bis locale a cincischiare sullo schema da fermo di Angori e Reali a sparacchiarla da fuori. Al 4′ di recupero tocca a Omar sciupare incrociando bene ma senza mira, di potenza, entro il vertice destro.