Buongiorno a tutti i lettori. Mi chiamo Alberto Bendoricchio, un pseudo ex giocatore che vanta un non invidiabile primato: sono stato cacciato da tutte le squadre dove ho giocato. Ho litigato con tutti: presidenti, direttori, compagni e allenatori. Non ho mai litigato per problemi economici. Ma per principi e scelte che non condividevo. E grande colpa (o forse piccolo merito) non me ne sono mai stato zitto. Le uniche persone con cui non ho mai avuto una discussione e che mi hanno sempre adorato sono stati i magazzinieri ed i massaggiatori. Anche al bancone del bar ci siamo sempre trovati bene. Da anni sto “combattendo” le mie battaglie verso il sistema calcio, tramite Facebook. Perché il sistema mi ha fatto fuori da anni. Discuto con chiunque, su pagine pubbliche e private, non volendo aver ragione, ma cercando di smuovere qualche coscienza e cercando di togliere il velo di omertà su certi argomenti, che avvolge da sempre il “nostro” mondo. Ringrazio Bg & Sport (nonostante qualche discussione avuta in passato) per questa possibilità.
Toccherò vari argomenti. Quelli che tanti sanno, tanti pensano ma pochi dicono. Parlerò dei direttori sportivi, dei giocatori, degli allenatori, dei giornalisti, dei settori giovanili, degli sponsor, della CRICCA bergamasca (vale lo stesso sulla sponda bresciana) e via dicendo. Quando potrò e quando avrò qualcosa di più o meno sensato da scrivere.
Vorrei partire con un discorso che mi sta molto a cuore: i CORSI di AGGIORNAMENTO. Pochi giorni fa ho discusso con un LAUREATO in Scienze Motorie, allenatore dei pulcini di una squadra bresciana di serie C a proposito di un corso di aggiornamento organizzato da lui e da qualche altro collega. Folta partecipazione di allenatori locali di svariate età. I due relatori erano il figlio di Ancelotti ed il figlio del preparatore atletico di Ancelotti. Classe 1988. Laureati entrambi in Scienze Motorie ed entrambi col patentino di Uefa B. In evidenza viene messa la carriera di entrambi: 2011-2013 PSG, 2013-2015 Real Madrid e 2016 Bayern Monaco. Io non metto in dubbio le capacità dei due relatori (sicuramente preparatissimi), ma rifletto su una cosa: ci si indigna per il figlio del politico, del banchiere, del generale o di qualche altro potente, quando trovano “casualmente” posizioni lavorative importanti, ed in questo caso non dice niente NESSUNO? Quando riguarda gli amici, si possono chiudere gli occhi? Io volerei a partecipare ad i corsi di aggiornamento quando finalmente i relatori saranno quelli che, per le nostre realtà, ci possono spiegare come e cos’è il calcio. Voglio che vengano invitati a relazionare gli allenatori di TERZA, SECONDA, PRIMA categoria. Che stanno la sera con la nebbia sui campi di calcio pieni di pozzanghere, su campi di fango, con i lampioni che magari illuminano solo una metà del campo, con i palloni che sono delle pietre, con le casacche nemmeno tutte uguali per far la partitella, senza nemmeno sapere quanti giocatori ci saranno a fare allenamento. Parlo dei mister della prima squadra fino a scendere ai pulcini. Gente che lo fa per un minuscolo rimborso spese o gratis addirittura. Da questi possiamo imparare e insegnare poi calcio. Da un confronto con questa gente che tra 1000 difficoltà è sempre lì a prender freddo dopo il lavoro, per un semplice motivo: per PASSIONE.
Voglio gli allenatori magari di serie D o Eccellenza (la PROMOZIONE si può collocare in entrambe la situazione) che spieghino come si gestisce una squadra dove ci sono grossi problemi societari. Dove i vecchi se ne vanno e tu allenatore, invece di abbandonare la barca pur sapendo che magari nessuno prenderà nemmeno un rimborso spese) sei lì 3/4 volte a settimana ad allenarti. Con i giovani. Giovanissimi. E la domenica sei lì in panchina nonostante magari sai già che sarà una disfatta. Ma ci vuoi credere ugualmente. E appena finita la partita, non vedi l’ora che arrivi il martedì per ricominciare. Per cercare di motivare i ragazzi e cercare di trasmetter loro più insegnamenti possibili. Ecco voglio gente come questa ai corsi. Diciamo maggiormente gente come questa.
Perché se viene il “figlio di” o l’allenatore di serie A, cosa può spiegarci per la realtà che viviamo noi? Hanno 4 secondi, 3 preparatori, 5 dottori, 2 porta cinesini, campi perfetti, nessun problema economico e si allenano il pomeriggio. Sono al di fuori della nostra realtà. Poi è bello ogni tanto sentire com’è vincere la Coppa dei Campioni o lo Scudetto. Ma diamo molto ma molto più spazio ai mister di cui ho parlato sopra. Parlo così, perché pur non avendo giocato in tutte le categorie, ho avuto la fortuna di allenarmi in tutte le categorie. Ed ho visto e provato cosa vuol dire.
Chiudo dicendo una cosa: noto che da anni, ma soprattutto ultimamente, una folta schiera di ragazzi freschi di LAUREA viene messa ad allenare nei settori giovanili. Io so che c’è veramente qualche ragazzo in gamba tra questi. E sono quelli veramente umili che sanno che possono imparare qualcosa di calcio, anche da uno che fa il muratore ma non ha il patentino. Ma che ci sono anche dei MONTATI che pensano che, per il fatto di essere laureati, sono migliori e più preparati dei non laureati. Vi dico solo una cosa facendovi un esempio. Si sente spesso (ed è anche una cosa sotto gli occhi di tutti) che in Italia non ci sono più difensori. Eravamo la nazione con i difensori più forti del mondo. Ora non sappiamo più marcare. Mi rivolgo a te laureato MONTATO: ti ricordo, ma tu forse non lo sai, che una volta i nostri mister erano il panettiere, il giornalaio o il SALUMIERE del paese. E ci hanno insegnato a giocare a calcio anche senza la laurea. Magari correvamo un po’ di meno. Ma sapevamo stare in campo, sapevamo stoppare la palla e sapevamo marcare. Io tra le mie esperienze ho avuto Marcandelli (panettiere e mio primo mister) e Bramè (operatore ecologico avuto nei giovanissimi a Brescia) per fare due esempi. Più tanti altri, anche da grande, che facevano lavori normali. Niente laurea, tanta umiltà e intelligenza. Ho scritto questo solo perché non passi il messaggio: «Io sono laureato ed allora ne so sicuramente più di chi non ce l’ha». Prima di chiudere vorrei fare un grosso in bocca al lupo alla Nazionale Italiani Calcio Amputati e ad un suo giocatore, mio grande amico, Daniele Pianì Piana, per gli allenamenti e le amichevoli in vista del Torneo Sei Nazioni che terranno in Polonia a settembre. E, con grande piacere, ringrazio il direttore Matteo Bonfanti (molto entusiasta e da sempre vicino a queste situazioni) per lo spazio che nei prossimi numeri darà a questi UOMINI. Magari con qualche intervista a questi GRANDI calciatori. Perché dalle loro storie e da come ne parlano, abbiamo tanto e da imparare. Tanto davvero. A presto, Alberto Bendoricchio*
Alberto Bendoricchio, ex calciatore ed ex mister del nostro calcio dilettanti