Terza sconfitta su altrettante partite. Per il Treviglio Rugby Club l’esordio nel campionato di Serie C2 non è stato, come del resto era prevedibile, dei più facili. Ma mentre nell’ultimo match a Lecco (perso 48 a 12) sembravano esserci stati dei passi avanti rispetto alla prima giornata (sconfitta in casa con Sesto San Giovanni per 56 a 5), domenica scorsa, tra le mura amiche del “Mazza”, ne è stato fatto uno (e mezzo) indietro. Seregno ha infatti vinto per 55 a 7, con l’unica meta trevigliese messa a segno da Riccardo Ughi (e poi trasformata da Marco Casaluci) proprio allo scadere. I brianzoli ne hanno invece realizzate 9 e hanno dominato praticamente per tutto l’incontro. Una prestazione, quella dei trevigliesi, che non ha per niente soddisfatto l’allenatore Marco Piccini.
“Il match contro Seregno ha deluso le aspettative non tanto per l’esito finale, quanto perché la squadra per 75 minuti non ha espresso il gioco e l’aggressività di cui è capace – ha commentato il coach – Troppo fallosi e non reattivi, abbiamo lasciato a loro il possesso del pallone, sfruttando male le poche occasioni create. Inaccettabili le enormi difficoltà di una mischia che fisicamente dovrebbe invece dominare. Unica nota positiva è l’utilizzo di ben 7 under 18, segno che la società sta lavorando bene per il futuro. Ci aspetta una settimana di lavoro intenso per tornare a livelli accettabili e per questo saranno quattro le sessioni di allenamento, anziché le due normalmente previste. La testa ora deve andare a Delebio, senza però dimenticarsi di questa sconfitta”.
Domenica, alle 14.30, Il TRC sarà infatti di scena in Valtellina, sul campo del Rugby Delebio. Un match che si annuncia difficile, anche se Piccini spera di riuscire a spronare i suoi durante la settimana di allenamento.
Questa la classifica dopo tre giornate nel Girone 2 della Serie C2 lombarda: Sondalo*, Seregno * e Sesto San Giovanni: 9 punti; Delebio*: 8 punti; Lecco Cadetta: 6 punti; Como*: 5 punti; Bergamo Cadetta: 2 punti: Treviglio: 0 punti. (con l’asterisco: una partita in meno).
Testo Andrea Palamara, foto Patrizia Feregalli