Atalanta – Shakhtar Donetsk 0-1 (0-0)
ATALANTA (4-3-3): Sportiello 6; Bellini (cap.) 6 (42′ st Canini sv), Toloi 6 (26′ st Stendardo 6), Paletta 6,5 (26′ st Cherubin 6), Dramé 6 (1′ st Masiello 6); Carmona 5,5, de Roon 6, Migliaccio 6 (26′ st Giorgi 6); D’Alessandro 6 (1′ st Raimondi 6,5), Moralez 6,5 (39′ st Tulissi sv), Estigarribia 5,5 (1′ st Gomez 5,5). A disp.: Sangalli, Turrin, Grassi. All.: Reja 6.
SHAKHTAR (4-2-3-1): Kanibolotski 6; Kobin 6,5, Kritsov 6,5 (48′ st Sagutkin sv), Matvienko 7, Azevedo 6; Dentinho 6, Fred 6,5; Marlos 7 (40′ st Wellington sv), Teixeira (cap.) 7 (43′ st Boryachuk sv), Bernard 6,5 (23′ st Taison 6); Eduardo 6 (34′ st Zubkov sv). A disp.: Grytsenko, Arabidze, Gabyelok, Ismaily. All.: Lucescu 6,5.
Arbitro: Fabbri di Ravenna (Valeriani di Ravenna, Ranghetti di Chiari).
RETI: 1′ st Alex Teixeira (S).
Note: serata fresca, spettatori paganti 4.028 (incasso 31.521,30 euro). Osservato un minuto di silenzio alla memoria di Aylan Kurdi e delle altre vittime della strage di Bodrum. Ammoniti Kobin e Dentinho. Corner 4-6; recupero 0′ e 4′ .

Bergamo – Lo Shakhtar Donetsk batte di misura un’Atalanta spuntata e poco pungente diventando la quinta squadra della storia a soffiarle il Trofeo “Achille e Cesare Bortolotti” dopo Vasco da Gama (1997), Sampdoria (1998 e 2006), Siviglia (2010) e QPR (2011). La ventunesima edizione della kermesse, riempitivo ideale per la pausa del campionato, segna un passo indietro dei nerazzurri rispetto alla prima casalinga con il Frosinone, anche se il test era obiettivamente poco probante date le numerose assenze.
Ai bergamaschi mancavano infatti i nazionali Conti, Monachello, Radunovic, Kurtic e Pinilla oltre agli infortunati Denis, Cigarini, Suagher e Bassi; di là marcano visita il croato Srna, Kovalenko, Sarnavskyi e Gryn. Ci sono tutti gli ingredienti perché il confronto sia un’amichevole aggiunta, con l’undici di Lucescu reduce dal ko di Carpi nel suo tour vacanziero italiano iniziato a metà settimana. L’occasione era ghiotta per vedere all’opera il duo di colpacci del calciomercato per la retroguardia, gli oriundi Toloi e Paletta (non male, specie il secondo). Una mezza occasione per parte di Marlos (sinistro a lato) e D’Alessandro dalla destra dei rispettivi reparti avanzati inaugura una gara un po’ sonnacchiosa, con il falso nueve Maxi che sfiora il vantaggio all’ottavo in un inserimento con diagonale su imbeccata della stessa ala romana (Matvienko salva sulla linea). I portacolori del Donbass cercano di pungere sulle fasce alte guadagnando solo metri di terreno e qualche corner, ma la coppia di mastini italobrasilianargentina è una diga. Non restano che i calci piazzati: Bernard convergendo dalla mancina trova la ranzata di Migliaccio ma anche i guantoni protesi di Sportiello (25′), pochi attimi prima di farsi smorzare il tiro dal redivivo Bellini su un ribaltamento di fronte. Il lampo di Dramé, servito da Maxi al 34′, viene vanificato dalla respinta di piede del portiere ospite; per riscaldare pubblico e giocatori ci vogliono petardone e fumogeno in campo, e a un amen dalla pausa vanno vicini alla bocca del lupo Maxi (scavetto di Carmona; salva Matvienko) e Migliaccio (incornata centrale sull’angolo successivo).
Nemmeno il tempo di iniziare le danze nella ripresa ed ecco l’affondo del trequartista centrale Teixeira al culmine di un rilancio dalla mediana, mentre Reja ha già provveduto ai primi cambi. Una Dea che sembra definitivamente scesa dall’Olimpo del bel gioco difetta nell’ultimo passaggio e, priva com’è di uno sfondatore di ruolo, si limita spesso ad attendere che a togliere le castagne dal fuoco siano la mira e la potenza del destro di de Roon (conclusione alta al 24′ dopo una palla rubata) o gli schemi da fermo (velo dei due centrali difensivi su punizione del Frasquito dalla destra al 26′ e girata alta di Bellini, spostato a sinistra). A rimettere in partita l’Atalanta ci tenta anche Kanibolotski, autore di una smanacciata su un tiro-cross di Masiello al 28′ non sfrutatta dall’accorente Giorgi (chiuso dalla difesa), mentre ancora Moralez prova dal limite alla mezzora senza angolare il tiro a sufficienza. Al 37′ Sportiello nega il bis all’autore del rompighiaccio e non succede più nulla. Il premio al miglior giocatore (alla memoria del cavalier Mario Bresciani) va al play brasiliano Fred, quello del fair play (intitolato al dottor Valter Polini) a Cristian Raimondi.

Simone Fornoni