di Simone Fornoni
“Troppa gente in giro”. “Cos’è che non avete ancora capito?”. E giù di insulti, conditi da previsioni apocalittiche. Magari aiutati nella preziosa attività di delatori a ditino puntato dalla solita prospettiva schiacciata del consueto obiettivo piazzato per lungo che comprime le distanze reali. E se uno della folla osa calarsi la mascherina, apriti cielo: “Torneremo alla fase 1! Se ci rinchiudono di nuovo in casa sarà colpa vostra!”. Un tempo non lontano il possessivo era declinato alla prima persona plurale, con quel “noi” che tanto sapeva di tafazziano, come dire che è colpa dei cittadini se i politici non hanno saputo o voluto contenere il contagio. Peccato che il cambiamento di prospettiva sia in peggio: non c’è più un noi, c’è un voi cui riservare acredine un tanto a uscita dal lockdown (che non c’è più).

Visto che i numeri dei positivi ai tamponi, come anche i dati sui ricoveri ospedalieri, non stanno confortando le teorie strampalate e demenziali in libera uscita dal centro pulsante delle Istituzioni ormai da settimane (il famoso 4 maggio della Fase 2-I), tipo la bufala da galera a vita dei 150 mila posti necessari in terapia intensiva “se si riapre tutto e la folla riempie le città”, quando durante il picco rimanevano sotto i settemila in tutta Italia, ai restacasisti a oltranza non resta che aggrapparsi alla fotina di Via Colleoni invasa da “non residenti”.

Chi ci abita, da quelle parti, nella grande area museale all’aperto del Cardo e del Decumano romani seppelliti sotto la coltre stratificante dei secoli e delle epoche, in quelle viette che di largo ospitano al massimo il sorriso e la bocca di chi le ammira estasiato prima di imbuzzirsi di polenta dolce e altre squisitezze dei negozi locali, ha ragione a incazzarsi: ma come, non posso uscire di casa io perché voi per la fregola dell’attività motoria vi fate le vasche strusciandovi contro il mio portone? Loro sì, diritti da reclamare ne hanno. Gli altri no.

Gli altri sono quelli che, terrorizzati dalla propaganda della paura, ben altra cosa rispetto alla prudenza e al rispetto delle regole, tipo mascherina e distanze (ma per l’attività motoria e sportiva, anzi DURANTE, non sono obbligatorie: leggersi meglio decreti di Palazzo Chigi e ordinanze regionali, please), auto-alimentano l’invidia sociale nei confronti di chi magari è stato tre mesi a casa per un barlume di coscienza civile e adesso, non avendo responsabilità di alcunché e non avendo mai patito manco il più insignificante dei raffreddori, non ha voglia di farsi seppellire di nuovo tra quattro mura.

Se uno è ligio al dovere civico e alle prescrizioni sanitarie, che problema c’è? Chi scrive non si sarebbe mai infilato nei carnai cittadini, a parte che sul Sentierone e dintorni sfilavano anche famigliole pressoché in fila indiana, a densità lontane dai fantozziani 620 cacciatori d’aria fresca in quattordici metri quadri. Ciclopedonale, Greenway del Morla, dopo averla raggiunta in bicicletta. A piedi, Valmarina e dintorni. Niente folle. Niente persone che si appiccicano. Nessun controllo, niente richieste di autocertificazione, peraltro utili come le piscine dove le abitazioni sono gli igloo. Solo esseri viventi che reclamano il diritto di vivere. Lì però i giornaloni non mandano un cane a scattare. Non fa notizia, si capisce.

Ma poi, e qui cascano tutti gli asini, anche il Papu Gomez è stato in Città Alta, con la famiglia allargata. Niente assembramenti, solo bella gente che si faceva i cavoli propri in zona Porta San Giacomo. Domandona: se dovete proprio cedere all’impulso insopprimibile di rompere i cosiddetti a qualcuno, perché vi va di recitare la particina delle spiette di regime, voi restacasisti che andate in giro solo per tanare i vostri simili, perché non ve la pigliate con lui? Provateci e vediamo come va a finire. Avrà già i suoi problemi a decifrare gli avantindré del ministro dello Sport che è appena tornato sul diktat degli allenamenti individuali anche il 18 maggio, data prevista dallo scorso decreto per la ripresa di squadra. L’Atalanta ha annunciato che martedì 19 si riprende. Il punto non è quello, comunque. Scommettiamo che a forza di vedervi additati a vostra volta dai tifosi che l’hanno eletto a idolo, e fanno bene perché è un cittadino esemplare, la voglia di fare i ganassa e i leoni ruggenti da tastiera vi passa in fretta e furia? Vogliatevi bene e non rompete. E continuate pure a farvi affossare dal terrore dell’ignoto o soltanto delle forze dell’ordine. Non crediate che questa sbobba da servi abbia la proprietà transitiva: non è contagiosa, sappiatelo.