Con i nostri quattro corpi siamo in redazione, ma le nostre anime e i nostri cuori sono lì, accanto a lui, da un giorno intero, in questi momenti di incredibile trepidazione, una raffica di emozioni che nessuno di noi aveva mai provato in questi tredici anni di onesto lavoro nell’ufficio di Bergamo & Sport.
Ieri pomeriggio, intorno alle tre, ho portato l’ormai famoso Hp Special all’ospedale per computer più titolato della nostra provincia, l’Office Line di Palazzago. L’ho fatto perché la nostra macchina amata aveva un colorito terribile. Da tre giorni provavamo ad accenderlo e sul suo schermo nero appariva solo la scritta “Utente”, forse un modo per dirci addio dolcemente, senza disturbare, in punta di piedi, con l’immensa comprensione che lo contraddistingue da sempre. Così ho trovato la forza e ho parlato al nostro computer, un leone redazionale, tra mille carezze e altrettanti bacetti, rassicurandolo: “Hp, noi non ti lasciamo qui a crepare. Ci volessero pure mille euri in banconote di piccolo taglio, ma noi ti salveremo”. Lui ha fatto un piccolo cenno e sotto la scritta “Utente” è comparsa quella che ci chiedeva di inserire la password. E’ stato un messaggio importante, ci ha fatto capire che il nostro pc voleva continuare a vivere, che per lui non era ancora il momento di passare a miglior vita, in alto a sinistra, nel paradiso delle maghine. Allora gli ho staccato i fili, l’ho preso in braccio e l’ho caricato sulla mia auto, la Pandona Aranciona a Metano, trasformatasi per l’occasione in autoambulanza per pc in coma. A tutta velocità, oltre settanta all’ora perché la mia Panda più di così non va, sudando freddo visto che la situazione del computer stava precipitando di minuto in minuto, sono arrivato a Palazzago, consegnando l’amato Hp Special a tre persone meravigliose, appunto i dottori dell’Office Line, prima di tutto uomini con la u maiuscola, pronti a qualsiasi sacrificio pur di salvarlo.
“Il vostro computer è vecchio come il cucco. Considera che per un pc tredici anni di vita sono come per un omo o per una donna centoquattro. Ma noi faremo il possibile. Non ti mento, non ti do false illusioni perché so quanto stai soffrendo – mi ha detto il medico più giovane, forse neolaureato, ma già col piglio che dà avere una missione del genere nella propria esistenza -. Ma noi faremo il possibile per farlo rampare fuori dalla crisi che sta vivendo”.
Con le lagrime agli occhi sono andato a farmi consolare da mia mamma, la Vale, a Valgreghentino. Mi ha abbracciato, e, come spesso capita, mi ha fatto vedere il lato positivo: “Ho letto la tua preghiera disperata su Facebook e ho visto che ti hanno inviato messaggi di solidarietà da mezzo mondo. Hp Special non è solo nella sua battaglia. Vedrai che ce la farà. Me lo sento”. E mi ha dato un panino gigante col salame, il gorgonzola, la maionese e l’insalatina buona buona dell’orto di Ernesto.
Concludo quindi il bollettino odierno sullo stato di salute di Hp Special ringraziando tutti per la solidarietà dimostrata alla nostra redazione in questo momento tra i più difficili della nostra recente storia. In queste ore il nostro pc sarà sotto i ferri. Continuate a pregare per lui. Per farlo tornare in vita abbiamo bisogno di tutti voi.
Matteo Bonfanti
Nella foto l’equipe dei medici dell’Office Line mentre coccolano il loro paziente, il nostro bellissimo Hp Special