LIVERPOOL – E’ un appuntamento che entra nella storia di tutto il mondo atalantino. Non si va a giocare ad Anfield senza cognizioni di cause varie che circumnavigano la vita sociale di una città, di un contado, di un popolo. Quello bergamasco. Che dal punto di vista calcistico è uscito dalla provincia per affacciarsi in Europa da qualche stagione con una forte presenza e, stasera, in uno dei templi  del gioco del calcio. Certo, è la seconda volta che l’Atalanta affronta il Liverpool a casa sua. Stavolta ad assistere alla partita ci saranno 60 mila tifosi, compresi gli oltre duemila e quattrocento nerazzurri. You’ll never walk alone. Non camminerete mai da soli cantano i tifosi del Liverpool. Non è elegante copiare dagli altri ma questo assunto sembra un principio fondante anche per gli atalantini. Liverpool-Atalanta, dunque, non è solo una partita di calcio, è anche una sublimazione popolare, almeno dalle nostre parti. La sfida vale per i quarti di finale di Europa League. L’Atalanta è approdata nella contea del Merseyside con un po’ di ferite, le sconfitte di Firenze e, ancor di più di Cagliari, hanno minato certezze ed aspirazioni, complicando, in modo particolare, il sogno Champions. Come se il tempo si sia improvvisamente fermato e balenando nelle menti di molti che tre impegni pressanti e stressanti, campionato, Coppa Italia e Europa  League, siano esageratamente troppi. Vedremo cammin facendo. Senza far calcoli particolari, per l’occasione la Dea cerca di opporsi ad un’avversaria forte, forse troppo forte ma non è la prima volta che Gasperini e i suoi affrontano sfide proibitive. E in più di un’occasione ha stupito il mondo. Ci proveranno anche stasera con una prova d’orgoglio senza timori ma con saggezza tattica per non farsi stritolare. E’ inutile alambiccare su con calcoli e ragionamenti. Come previsto nelle partite di Europa League torna in porta Musso, in difesa Djimsiti, Hien e Kolasinac, Zappacosta, domenica squalificato, dovrebbe essere preferito a Holm, dall’altra parte Ruggeri, poi Koopmeiners o Pasalic, davanti Scamacca e Miranchuk. Il Liverpool è in piena bagarre per la conquista della Premier in una lotta a tre con Arsenal e Manchester City. Klopp vuole congedarsi con un titolo prestigioso ma di sicuro la sua squadra non è intenzionata a snobbare l’Europa League. Del resto non fa parte del modo di pensare degli inglesi che non arzigogolano in calcoli. I Reds dovrebbero giocare con Kelleher in porta, la linea difensiva  formata da Bradley (o Gomez) e Robertson esterni, Quansah e Van Dijk centrali, a centrocampo Mac Allister, Endo e Szoboszlai, in attacco Salah, Nunez e Diaz. E che il padreterno del calcio ce la mandi buona.

Giacomo Mayer