Un nome, una vittoria: Josip Ilicic. E’ tornato in campo e ha ribaltato la partita regalando all’Atalanta un 4-1 che mancava da inizio stagione. Quattro gol, quattro autori diversi. Zapata di potenza, Gosens volando di testa, Muriel di rapina e infine il capolavoro di Ilicic che, in slalom gigante, salta tre avversari e batte il malcapitato Mirante. Un’ Atalanta che recupera in fretta il tempo perduto, sette punti in tre partite, che torna alle goleade e che porta a rete tredici giocatori diversi. Ancora una volta ha avuto ragione Gasperini confezionando una squadra che soffre, lotta e che, in modo particolare, crea ancora scintille di luce. Eppure non era cominciata nel migliore dei modi perché, dopo un minuto, la Roma era in vantaggio per il solito gol di Dzeko, ormai un abitudinario a segnare agli atalantini, grazie alla dormita di Romero che ha lasciato campo all’attaccante bosniaco su cross di Mkhitaryan. Un avvio tormentato che poteva peggiorare se il pallonetto di Spinazzola fosse finito in fondo alla rete invece che sulla base del palo. Insomma un’Atalanta che faticava a trovare le misure perché la Roma manovrava in mezzo al campo in velocità e con un palleggio senza errori: Veretout e Pellegrini, in particolar modo, costringevano Freuler e De Roon a giocare davanti a Gollini mentre Pessina, stavolta, sembrava un pesce fuor d’acqua. Era complicato offendere nell’area giallorossa dove Zapata era lasciato solo in mezzo a tre avversari. Malinovskyi non riusciva a sveltire la manovra sulla destra perché sempre con le spalle alla porta e, soprattutto, rallentandola con un tocco di troppo. Dopo la sfuriata iniziale, i giallorossi sembravano accontentarsi del vantaggio anche se Pedro e Mkhitaryan davano l’impressione di essere svelti e pronti a minacciare Gollini. Poi i nerazzurri, per l’occasione in grigio (l’Atalanta sembrava l’Alessandria anni ’50), riuscivano ad imporre il gioco con Freuler e de Roon decisamente più propositivi. Gioco spezzettato, interventi duri da una parte e dall’altra, Romero e Mancini ammoniti con l’arbitro Di Bello che faticava ad imporsi. Poi, nel quarto d’ora finale del primo tempo toccava, quindi, a Mirante salire sul palcoscenico con alcuni interventi decisivi con la collaborazione di Ibanez, almeno in due occasioni. Ma l’Atalanta non riusciva a costruire un’azione offensiva limpida ed efficace, seppur attaccando in continuazione.
Nel secondo tempo due mosse decisive: Ilicic per Pessina e Palomino per un distratto Romero. Subito s’accendeva la luce e la Roma sembrava cadere in trance, addormentata dalle giocate di Ilicic e dall’intensità di gioco messe in campo dall’Atalanta. Certo, Gollini ha evitato il 2-0 su tiro di Veretout. Poi al quarto d’ora le luminarie di Natale con il pari di Zapata, nato dal duo Freuler-Ilicic, il 2-1 di Gosens di testa anticipando Karsdrop e Mirante, uscito a farfalle, subito dopo il 3-1 di Muriel, entrato da pochi secondi, che sfrutta un errore di Veretout e vola a campo aperto infilando il portiere giallorosso. Anche l’ingresso in campo di Miranchuk (36’ ) regala qualche finezza. Infine il 4-1 la magia di Ilicic, slalom e gol. Abbracci e baci fra tutti gli atalantini, forte e caloroso quello tra Ilicic e Gasperini.
Chiudiamo con la vicenda Gomez. La scelta è definitiva: Gomez fuori dai progetti futuri dell’Atalanta, non per l’età , il 15 febbraio compirà 33 anni, ma per motivi evidentemente disciplinari. Il traumatico divorzio si è consumato in fretta, dalla notte di Atalanta-Midtjylland, il primo dicembre, sono trascorsi venti turbolenti giorni fino all’epilogo. Sembrava fosse stato firmato un armistizio per il bene supremo dell’Atalanta, invece in pochi giorni, magari anche causa di un continuo smanettare sui social, il cambio di rotta. Probabilmente l’incontro tra i Percassi e l’entourage del giocatore ha accentuato il divario tra domanda e offerta. Che allontana sempre più l’ex capitano dai programmi dell’Atalanta.
Giacomo Mayer