Genoa – Atalanta 2-0 (0-0)
GENOA (3-4-3): Corci 7; Marcandalli 6,5, Gjini 6,5, Bolcano 6; Dellepiane (cap.) 6,5, Biaggi 6, Sadiku 6,5, Boci 6; Bamba Fatie 6 (22′ st Boiga 6,5), Accornero 6, Buksa 7 (45′ st Bornosuzov 6,5). A disp.: Mitrovic, Velcea, Cenci, Besaggio, Calvani, Parodi, Palella, Magliocca, Lipani, Moscatelli. All.: Luigi Chiappino 6,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Sassi 6; Cittadini 6,5, Scalvini 6, Ceresoli 5,5; Oliveri 6,5, Panada (cap.) 6, Giovane 5,5 (34′ st Mediero sv), Renault 6 (34′ st Omar sv); Sidibe 5,5; De Nipoti 6, Pagani 6,5. A disp.: Bertini, Del Lungo, Zuccon, Chiwisa, Fisic, Berto, Bernasconi, Lozza. All.: Massimo Brambilla 5,5.
Arbitro: Cavaliere di Paola 6 (Tagliaferri di Faenza e Merciari di Rimini).
RETI: 17′ st Buksa (G), 49′ st Bornosuzov (G).
Note: primo pomeriggio soleggiato, spettatori 100. Ammonito Bornosuzov per esultanza scomposta. Tiri totali 9-11, nello specchio 4-4, respinti/deviati 3-4, parati 2-4, legni 0-1. Corner 6-3, recupero 0′ e 4′.

Genova – Ci si ferma sul palo di De Nipoti, complice la smanacciata di Corci, 2′ dopo il rientro dal tunnel, poi il crollo. Brutto prenderlo a difesa schierata lungo la catena di destra, oltretutto sul primo palo, riconfermando una pericolosa sterilità offensiva, senza contare il bis in dirittura d’arrivo sull’asse Boiga-Bornosuzov per il mancino sottomisura. Alla Primavera dell’Atalanta, che chiuderà contro la Spal mercoledì 22 a mezzogiorno e mezzo l’anno solare, la tredicesima di andata al “Begato 9” dice decisamente male al cospetto di un Genoa pari classifica alla vigilia a quota 18 ma ben più determinato e soprattutto preciso quando conta. La serie positiva s’arresta al poker, le prospettive stagionali non sembrano così rosee, ai margini della zona playoff.
In avvio i rossoblù di casa sembrano aspettare, a onta della combinazione tra le due ali murata dalla retroguardia in bianco, perché De Nipoti si sacrifica in rifinitura e Pagani ha dalla sua lo spazio-tempo per provarci, all’8′ con la loffietta sul tacco smarcante del compagno di linea e quindi da fuori in contropiede. Qui e al 14′, per opporsi a un Sidibe proiettato in area dal veneto ma dalla sterzata macchinosa, il baluardo invalicabile è Marcandalli, mentre a tiro del ventesimo il guantato di casa inaugura la serie impegnativa di quelli tra i pali allontanando di pugno la minaccia di Cittadini. Che non sarà tale in svettata al 39′ sul contro-cross di Oliveri scaturito dal secondo corner bergamasco, a differenza della schiacciata perentoria stavolta dell’attaccante bergamasco d.o.c. agevolata dall’ammollo di Ceresoli a un paio di corsette dall’intervallo. A quel punto, però, la Baby Dea l’aveva sfangata due volte, sul sinistro a effetto dalla lunetta del futuro rompighiaccio proprio al culmine del ribaltamento di fronte al quarantesimo, trovando il tuffo a salvarsi in angolo di Sassi, e quindi sul pericolo piovuto dalla fronte di Bolcano sul terzo tiro dalla bandierina pro-locali.
La ripresa è una sagra delle occasioni mancate, in gran parte perché non costruite o figlie del caso. Sprecato il rimorchio del trequartista ivoriano da Oliveri al 4′ con la botta alle stelle, poco o nulla. Salvo il conato di Oliveri al 7′ parato e l’ascensore in mischia all’ottantesimo di Scalvini chiamatogli dallo schema da fermo del laterale siciliano dalla trequarti sinistra. Fatta la frittata, a 8′ dal gong il mezzo acuto di Mediero smorzato da Sadiku e a 6′ il borseggio con tirocentrale di Boiga, con Scalvini a stopparne due ad Accornero.