Ora io scrivo anche e soprattutto per migliorarla a chi mi legge, dargli quelle quattro-cinque indicazioni al mese che, coi dovuti accorgimenti, possono portare i miei dodici lettori a una vita più appagante e più serena. Un mercoledì di un paio di settimane fa sono a Trezzo sull’Adda per vedere Tritium-Mapello con la Panda Aranciona a Metano in crisi nera per via della batteria dell’anno 2007, da cambiare. Quel giorno la mia maghina si accende solo a spinta. A un certo punto, sarà stato il sessantesimo di gioco, dall’altoparlante arriva forte e chiaro un preciso monito a noi spettatori: “C’è la polizia municipale. Affrettatevi a cambiare parcheggio se avete messo la vostra vettura dove non si può”. Io, ovviamente, sono tra questi. Cento metri alla Bold nel panico nero e intercetto i vigili. Gli racconto perché la mia Pandona sta in un posto assurdo, sia in divieto di sosta che in divieto d’accesso, “Perdonatemi, ma non parte”. Loro, con me carinissimi mentre sanzionano in modo spietato almeno un centinaio di automobilisti dalla macchina sana, mi consigliano “scriva su un foglio che è guasta e non le facciamo la contravvenzione. Ma chiami subito il meccanico”. Detto fatto. La mattina successiva vado da Midas, sostituisco la batteria e la Pandoska torna una bomba, il solito ruggito da regina delle strade girando la chiave.
Adesso, che c’è di speciale in questo racconto? I miei primi quindici giorni senza manco una multa sul gobbone. A Bergamo trovare un posto continua a essere un’impresa e io non ho cambiato le mie pessimi abitudini, lascio l’auto alla cazzo, spesso sui marciapiedi della nostra città. Solo ho scoperto che col “Guasta” in evidenza i vigili chiudono entrambi gli occhi, diventando personcine a modo, tenere e sensibili, soffrendo con l’automobilista per il brutto momento del mezzo, forse facendo il seguente ragionamento “già ha sto catorcio che non va, evitiamogli altri guai sanzionandolo, che magari risparmia un po’ e trova i soldi per sistemarlo”. Questa l’idea, il “Guasta” perennemente sul cruscotto, una sorta di lasciapassare per la felicità, e un meritato applauso alla polizia municipale, gente che ha un cuore che batte all’unisono con chi ha la propria automobile rotta.
Matteo Bonfanti