A Bergamo si fanno salti di gioia per il sorteggio degli ottavi di Champions, ma li fanno anche a Valencia. A San Siro il 19 febbraio, al Mestalla, campo caldissimo (altro che Zagabria) il 10 marzo. Come sia andata ai gironi per l’Atalanta lo sanno anche le pietre di tutta la Bergamasca, ma anche il Valencia ha ottenuto la qualificazione all’ultima giornata vincendo ad Amsterdam con l’Ajax e conquistando il primo posto, tra l’altro davanti al Chelsea. Insomma anche per i valenciani un finale thrilling. Scampati i pericoli, tipo Liverpool e Barcellona, tutti quanti sognavamo la squadra spagnola. E così è stato. Ma evitiamo facili entusiasmi perché dobbiamo sempre ricordare la partita di Zagabria e, soprattutto, una certa dose di faciloneria di giudizio, dopo il sorteggio dei gironi a Montecarlo la scorso agosto. Il Valencia, 1-1 domenica col Real che ha pareggiato all’ultimo minuto, è al settimo posto della classifica: 27 punti, 7 vittorie, 6 pareggi, 4 sconfitte, 27 gol realizzati, 24 subiti, e a tre punti dalla zona Champions. Più o meno un andamento simile a quello dell’Atalanta. In Spagna però il Valencia è considerato una delle grandi alle spalle di Barcellona, Real e Atletico ed ha conquistato sei scudetti, tre negli anni Quaranta, il quarto nel 70-71 e gli ultimi due nel 2001-02 e 2003-04,a livello internazionale ha vinto la Coppa delle Fiere, la Coppa delle Coppe e la Coppa Uefa. Insomma un pedigree internazionale non da poco anche se sono trascorsi parecchi anni ma l’esperienza internazionale resta con ben sei partecipazioni in Champions. La crisi finanziara del club viene risolta con l’arrivo dell’ investitore e imprenditore di Singapore Peter Lim, che aveva fatto un pensierino anche al Milan, anche se in campo non sempre arrivano i risultati. Poi quest’anno il ritorno in Champions ma l’11 settembre, dopo poche giornate di campionato, la dirigenza esonera Marcelino, il tecnico del rilancio, e chiama l’attuale tecnico Albert Celades. Una scelta azzeccata, visti i recenti risultati. Celades, 44 anni, dopo un passato di discreto centrocampista (Barcellona, Celta Vigo, Real, Bordeaux e New York Red Bulls), intraprende la carriera di allenatore guidando, tra l’altro, l’under 21 della Spagna, una finale persa con la Germania nei gli europei del 2017, vice di Lopetegui al Real, poi, appunto alla guida del Valencia. Dal punto di vista tattico Celades ha continuato sulla linea di Marcelino col 4-4-2 anche se spesso ha modificato l’assetto col 4-3-3. L’ultima formazione, quella dell’1-1 col Real domenica sera: Juame Domenech; Juame Costa, Garay, Gabriel Paulista (nella partita di San Siro con l’Atalanta sarà assente per squalifica), Gayà; Wass, Coquelin, Parejo, Carlos Soler, Rodrigo, Ferran Torres. La rosa si completa con Cilessen, portiere titolare, Rivero, Manu Vallejo, l’ex interista Kondogbia, Diakhaby, Esquerdo, Sobrino, Guedes, Gameiro, Cheryshev e l’italiano Piccini. Quindi occhio, in particolare, a Ferran Torres, Rodrigo, Parejo e Gabriel Paulista ma anche gli altri non sono da sottovalutare.
Giacomo Mayer