I tifosi, per loro natura, sono un popolo senza ritegno e senza limiti. Non è, quindi, un caso che i novemila e più fans dell’Atalanta, dalla Curva Nord in giù, abbiamo scandito con una certa continuità un slogan eretico per i canoni bergamaschi: “Vinceremo il tricolor”. E il presidente Antonio Percassi, solitamente parsimonioso nei pronostici, infatti il suo karma è sempre stato “dobbiamo salvarci”, si è commosso con un “divento matto quando vi  vedo così”. Certo, non sappiamo cosa ne pensi Gasperini ma anch’egli sprofondato in un’atmosfera da concerto di Bruce Springsteen, si è intenerito con un perentorio: “Adesso tirate fuori i passaporti” perché si va in giro per il Vecchio Continente e venerdì prossimo sapremo dove e quando. Poi capitan Toloi a nome del gruppo: “Stiamo lavorando per i risultati che meritate”. Di tutte queste emozioni che hanno coinvolto il mondo atalantino chissà cosa avrà pensato Steve Pagliuca, presente in qualità di esordiente di un’anteprima spettacolare, la vera prima sarà il 2 settembre quando arriverà allo stadio il Monza. A proposito, lo stadio. Faceva impressione: da una parte, la Curva Pisani stracolma, già nel primissimo pomeriggio presa d’assalto dei fans della Dea, e dall’altra la nascitura Curva Morosini, adesso solo una profondissima fossa delle Marianne. Cuori forti ed emozioni come onde impetuose quando entrano in campo l’Atalanta, intesa come i giocatori della  prima squadra e della neonata under 23. Un immenso abbraccio per tutti quanti, avvolgenti e altissimi cori di incoraggiamento, in modo particolare per Zapata con un “Duvan, Duvan” scandito più volte seguiti da incessanti sfottò verso la Roma, tanto per cambiare. E poi la sfida, per carità è un modo di dire, tra la prima squadra e l’Under 23 di Francesco Modesto. 1-1 il verdetto finale al termine di un’ora e qualche minuto:  prima ha segnato Cissè che ha sfruttato un errore di disimpegno di Dijmsiti, poi l’albanese si è rifatto immediatamente col gol di testa su punizione di Koopmeiners. Nella prima mezzora hanno giocato le “vecchie glorie”, intese come i  fedelissimi del Gasp, da Musso, applaudito al suo ingresso in campo, passando per capitan De Roon, finendo con Luis Muriel e si è rivisto anche Hateboer, nella seconda mezzora i “nuovi” e i “nuovissimi”, assente El Bilal Touré per un risentimento muscolare. Quindi Charles De Ketelaere, ipso facto beniamino dei tifosi. Ecco in un quarto d’ora di gioco con tocchi e finezze, persino colpi di testa, ha fatto decisamente di più che nelle trentadue presenze con la maglia del Milan. Beh, Bruges ha una dimensione come quella di Bergamo, insomma una Città Alta in mezzo ai canali, infatti la chiamano la Venezia del Nord. Tutto questo per affermare che il biondo Charles in terra orobica si troverà benissimo.  E con questo augurio Bergamo nerazzurra ha tributato il suo immenso affetto all’Atalanta. Adesso si comincia.

Giacomo Mayer