Atalanta, vittoria da brividi. Eppure strameritata. Solo 2-1 con il gol all’86′ di Hojlund, appena entrato in campo. Si è giocato, praticamente, ad una porta sola come si faceva all’oratorio quando i grandi schiacciavano i più piccoli ma non trovavano il varco per segnare. In soldoni così è stato l’andamento di Atalanta-Empoli. E per non farsi mancare nulla i nerazzurri hanno subito, allo scadere del primo tempo, una beffa colossale perché i toscani alla prima e unica azione offensiva sono andati a rete con l’esterno Ebuehi, non nuovo a queste impreviste sortite. Un gol perfino fortunoso e fortunato, nel gioco del calcio chi segna ha sempre ragione. Atalanta, comunque, promossa a pienissimi voti che ha chiuso dal primo minuto fino a quello novantasei l’Empoli nella sua area, salvo l’occasione del vantaggio, e che ha giocato a ritmi sostenuti, si è rivista la proverbiale intensità dei tempi d’oro e anche la velocità di esecuzione è stata efficace. Con un intoppo: tante belle azioni ma la porta di Perisan era stregata, una perfida tela di un ragno che tesseva la sua tela a protezione della porta empolese. Nel primo tempo l’Atalanta ci ha provato in tutti i modi ma uno soprattutto, cross, cross e ancora cross da destra, Zappacosta, e da sinistra, Ruggeri. Tanto per cambiare subito una clamorosa occasione fallita da Pasalic e poi un assedio costante, perenne. I nerazzurri arrivano da tutte le parti, assediavano l’Empoli con sveltezza e avvolgimenti laterali molto efficaci ma in piena area gli avversari riuscivano a difendersi con le parate di Perisan e con salvataggi estremi come quello di Parisi sulla linea di porta dopo un colpo di testa di Pasalic. In mezzo al campo De Roon, uno dei migliori se non il migliore, e Ederson sradicavano palloni, impostavano e anche tentavano la conclusione. Insomma giocando così l’Atalanta sembrava destinata a passare in vantaggio, invece quasi casualmente era l’ Empoli a segnare, appunto, con Ebuhei dopo uno scambio da sinistra tra Baldanzi e Akpa Akpro. Sullo stadio stava per crollare addosso a tutti la Maresana. Sembrava un malvagio segno del destino. Il secondo tempo cominciava come il primo anche se un errore di Palomino liberava Caputo verso la porta di Musso ma Scalvini evitava con tempismo il peggio. Quindi traversoni da una parte, traversoni dall’altra fino a quando Muriel, da mezza punta, appoggiava a Ruggeri, cross in mezzo, saltava di testa De Roon e il vicecapitano dell’Atalanta guadagnava il pari e il primo gol stagionale. Finalmente dentro forze fresche, prima Lookman per Scalvini, quindi Hojlund e Boga per i due colombiani, sfiniti dal tanto correre. Gasperini cambiava inevitabilmente modulo passando al 4-2-3-1 e i nerazzurri continuavano ad assediare la porta empolese. E arrivava così il tanto sospirato 2-1: cross dalla trequarti di sinistra di Ederson, Pasalic riceveva e appoggiava ad Hojlund che da pochi passa superava Perisan. E negli ultimi minuti di recupero il portiere empolese evitava il 3-1 prima su Lookman, poi su Hojlund e ancora Lookman, a pochi secondi dal fischio finale, sciupava l’ennesima occasione clamorosa. Contava vincere e l’Atalanta ha vinto e convinto con numeri impressionanti: 70% di possesso palla, 27 tiri contro 5, 6-2 nella porta avversaria e 13 a 2 gli angoli. Più di così.
Giacomo Mayer