L’Atalanta doveva vincere e ha vinto piegando con la forza della volontà un ottimo Bruges. Che valorizza ancor di più i meriti nerazzurri. Eppure fino al gol del pari il futuro atalantino in Champions era nero, nerissimo perché i fiamminghi in vantaggio nel primo tempo con l’imprendibile Tzolis governavano la partita e i nostri non riuscivano a creare grattacapi a Jackers. Il rigore trasformato da Samardzic al 29’ della ripresa ha dato la scossa decisiva per vincere e da quel momento l’Atalanta ci ha fatto rivivere i bei tempi andati di Champions. Merito dell’impegno e della determinazione dei sedici in campo. Sono tre punti fondamentali per continuare la corsa in classifica che si chiarirà in futuro. E’ importante rimanere in mezzo al bailamme. Juric manda in campo dal primo minuto Ederson e Lookman, a  sinistra si rivede Bernasconi, folto centrocampo a tre (Ederson, appunto, De Roon e Pasalic), per smorzare i movimenti e i palleggi dei belgi. Nicky Hayen, a sua volta, schiera la sua squadra con un classico 4-3-3. Dopo qualche minuto appannaggio dell’Atalanta, il Bruges comincia a manovrare le sue pedine, in mezzo Vanaken, Stankovic e Sandra si scambiano continuamente le posizioni e i nostri si adeguano a seconda della situazione mentre Ederson è quello con maggiori intenzioni offensive. Il Bruges prede velocità soprattutto sulla sinistra, luogo del campo dove si trova Tzolis che lo presidia ma anche lo smuove con le sue incursioni e con i suoi cross, sempre pericolosi. Sia Kossounou che Bellanova faticano a contenere le sfuriate del giocatore greco mentre Tresoldi fa da sponda. Dall’altra parte, a destra, Ahanor, anche in Champions una prestazione di alta qualità calcistica, controlla Forbs. I nerazzurri cercano di attaccare affidandosi alla voglia di Lookman, osservato speciale di Sabbe, sostenuto dall’intera difesa. Ademola cerca gli scambi con Bernasconi e con Krstovic ma il Bruges non corre pericoli. Poi ribaltamenti continui ed ad alta velocità e qui l’Atalanta patisce. Bernasconi prima e Ederson poi tirano in porta ma la mira è sbilenca. I fiamminghi sono in pieno controllo, i nostri faticano e non riescono ad alzare i ritmi. C’è sempre Tzolis a creare problemi. E arriva il gol del Bruges: De Roon sbaglia un alleggerimento difensivo, ne approfitta Forbs a destra, tocco per Tresoldi che appoggia a Tzolis. Dal limite fulmina Carnesecchi. Il primo tempo finisce con il 56% di possesso da parte dei belgi. Nel secondo tempo entra Zappacosta al posto di Bellanova, un altro infortunio muscolare che precede quello di Kossounou, al suo posto Musah. Infortuni muscolari troppo frequenti. Non sono un po’ troppi? Si ricomincia e la squadra di Nicky Hayen non è più quella  di prima anche se non corre pericoli. Si cerca a tutti i costi Lookman che crea qualche scompiglio, nient’altro. Le accelerazioni atalantine aumentano a vita d’occhio con l’ingresso in  campo di Sulemana e di Samardzic al posto di Lookman, qualche fischio quando esce, e di Ederson. Nel primo tempo l’errore di De Roon ha regalato il vantaggio al Bruges, nella ripresa l’errore di disimpegno di Sandra regala il pari: Musah sfrutta l’errato disimpegno del centrocampista fiamminga, e si presenta dalle parti di Jackers, bravo ad intercettare l’atalantino ed a respingere il pallone, corre a riprenderlo ma stende Pasalic e l’arbitro norvegese Eskas decreta il calcio di rigore: Samardzic lo trasforma in rete. Sull’uno a uno l’Atalanta ci crede con forza. Prima un brivido perché Musah regala un pallone d’oro a Vermant ma il tiro attraversa la porta e esce. Sale alla ribalta “Dino” Sulemana, la difesa del Bruges sbanda mente il centrocampo è in affanno. “Dino” diventa il pericolo numero uno  dei belgi con le sue accelerazioni e le sgasate improvvise. Su calcio d’angolo arriva il vantaggio: Samardzic batte l’angolo con uno scambio con Bernasconi, poi il serbo mette in mezzo, Musah di testa spizzica per Pasalic che, sempre di testa, segna il 2-1. Da sottolineare lo splendido esordio di Ahanor e l’ottima prova di Bernasconi, in difficoltà Krstovic e anche Kossounou. C’è tempo per migliorare.

Giacomo Mayer