La missione era di conquistare la Champions, per la quinta volta, con largo anticipo. Impresa riuscita dopo una coraggiosa partita contro una Roma che ha cercato, in vari modi, di evitare la sconfitta. E’ stata un’Atalanta dei tempi d’oro, un’Atalanta che ha stupito, nel tempo, l’Italia e l’intera Europa. E il regalo dei tre punti è arrivato dal giocatore che aveva minuti sparuti di gioco nella sua carriera atalantina: Ibrahim Sulemana, che il prossimo 23 maggio compirà 22 anni, di professione centrocampista. Il suo gol, una micidiale bordata da fuori area, ha riportato i nerazzurri in vantaggio ed ha regalato, di nuovo, la Champions a tutti noi e ai 23.249 spettatori della magica serata. Un epilogo splendido, da spes ultima dea nella partita più decisiva di tutta l’intera stagione. Tre punti per anticipare il ritorno in Champions e così è stato al termine di un confronto difficile, a tratti spigoloso, diretto da un arbitro incerto, Simone Sozza di Seregno, ma dominato, seppur con sommo judicio, dalla Dea. La Roma, a sua volta, voleva continuare il suo viaggio miracoloso verso l’Europa che vale milioni, ma ha dovuto inchinarsi, dopo diciannove partite di risultati utili. Stavolta Ranieri non ha fatto il miracolo e nemmeno il nuovo papa Leone XIV che si dice tifoso dei giallorossi e forse ha visto la partita in tv. L’Atalanta è scesa in campo con l’intenzione di vincere e lo si è notato da subito. Per l’occasione Gasperini ha riportato in difesa De Roon anche se il capitano ha sempre giocato a centrocampo a controllare Soulè, sempre un pericoloso, toccava a Djimsiti, peccato l’ammonizione che gli farà saltare la trasferta di Genova, e Kossounou, con Pasalic a centrocampo affiancato dall’aggiustare di ritmi e movimento Ederson, Bellanova, incessante incursore di destra, Zappacosta dall’altra e il tridente d’attacco. I tre nei primi venti minuti hanno fatto ammattire la difesa giallorossa, presidiata dal fischiatissimo ex Mancini: Retegui a lottare senza fine, De Ketelelare a dipingere affreschi nell’area e Lookman, scatenato, decisivo e autore del gol del vantaggio. In questo stato di grazia il gol è arrivato dopo nove minuti: CDK appoggia a Lookman che fulmina Svilar. Poi il 2-0 due volte fallito di poco da Retegui e da Ederson. Sembrava un dominio incontrastato con la Roma che cercava di rallentare il gioco e poi spingersi in avanti con i lanci per Shomurodov e Dovbyk e con Soulè sempre pronto ad infilarsi in area. Eppure il pari arrivava a sorpresa: punizione dalla destra di Soulè, Cristante di testa anticipa tutti quanti e ammosciava le speranze dei nerazzurri. Era un’iniezione di coraggio per i giallorossi che nel finale di tempo sfioravano il raddoppio ma Konè, lanciato a rete dalla combinazione Soulè-Shomurodov ,scivolava, tutto solo, davanti a Carnesecchi. Pericolo scampato. Nel secondo tempo toccava a Bellanova rompere gli equilibri, le sue conclusioni finivano sopra. Intanto, tollerata da Sozza, continuava la lotta greco-romana: Mancini contro Retegui, Djimsiti contro Dovbyk. Al 18’ si infiammava la partita: contatto Pasalic-Konè in area nerazzurra, Sozza non ha dubbi e indica il dischetto di rigore. Incredulità e sgomento. Abisso, al Var, richiamava l’arbitro brianzolo che al monitor verificava che il centrocampista della Roma si era buttato. Quindi si ripartiva dall’1-1. Poi i cambi: tra la meraviglia di molti fuori Pasalic e dentro Sulemana, fuori CDK e dentro Samardzic. Invece il giovane centrocampista ghanese, arrivato a Bergamo nell’autunno del 2020 e poi passato al Verona e al Cagliari prima di essere riacquistato, diventava, in poco tempo, il perno del centrocampo. Non solo ma provava anche il tiro da fuori, spesso misconosciuto dai suoi compagni, ma Rensch deviava in angolo. Poi al 31’combinazione tra Retegui e Lookman con cross basso centrale, Samardzic appoggia a Sulemana che, da fuori, con un destro potente fulmina Svilar. 2-1 e Champions alle porte. Nei minuti finali la Roma cercava l’assalto vincente ma il risultato non cambiava la vittoria numero ventuno, quella che conta di più. Giacomo Mayer

Vista da Mayer – Epilogo splendido per un’Atalanta coraggiosa
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