L’Atalanta voleva e doveva vincere per tornare tra le grandi. Ci è riuscita con l’invenzione e con il gol del solito Lookman, che è in partenza per la Coppa d’Africa. Stavolta la prestazione non è stata all’altezza, anzi un primo tempo scialbo, sbiadito, quasi senza entusiasmo, un quarto d’ora del secondo tempo di fuoco e fiamme con la traversa di Pasalic, il gol di Lookman e una paratona di Falcone, poi un vistoso passo indietro lasciando al Lecce le opportunità di pareggiare con la grande e decisiva parata di Carnesecchi su tiro di Oudin al 44’. Certo contano i gol, contano i punti, sono arrivati per una classifica che fa sorridere per un fine 2023 da festeggiare e che riporta i nerazzurri nell’èlite in attesa di confrontarsi domenica sera all’Olimpico con la Roma. Considerando il gioco, le trame e le occasioni, la Dea ha fatto decisamente peggio rispetto a Bologna dove ha perso recriminando ed è proprio questo che affascina e rende volubile il gioco del calcio: giochi bene e perdi, giochi male e vinci. Succede. Spesso e volentieri l’Atalanta è stata ammirata, con la gestione Gasperini, per il gioco espresso anche quando magari perdeva, quindi è giusto accettare un successo, anzi successone se si guarda la classifica, anche se la prestazione è stata piuttosto mediocre. Il Lecce, dal canto suo, ha giocato prevalentemente in copertura con un timido affacciarsi dalle parti di Carnesecchi, costruendo, comunque, qualche pericolo mentre ha osato nel finale sfiorando il pari ma sarebbe stato troppo in verità.
Gasperini perde Scalvini nel riscaldamento per un infortunio muscolare, Bonfanti è a letto con l’influenza, quindi arretra De Roon e ripropone Paalic, che sarà tra i migliori in campo. D’Aversa lascia in panchina l’ex Piccoli e schiera in attacco Krstovic. I salentini non hanno intenzione di correre rischi e si mettono con 4-1-4-1 che diventa spesso 4-5-1 e con un ritmo lento l’Atalanta finiva a infrangersi sugli scogli salentini, giocando soprattutto per linee esterne ma gli aggiramenti non funzionavano, Zappacosta pasticciava insieme a Koopmeiners da una parte, Ruggeri faticava dall’altra parte anche perché Lookman era guardato a vista da tre granatieri, Scamacca latitava e il Lecce si difendeva senza affanni. Comunque, Ederson e Pasalic costruivano le iniziative, sempre pallide, e si giocava sempre nei pressi dell’area salentina. Non mancava il palo di Scamacca, il gran tiro di Kaba su errato rinvio di Carnesecchi, un salvataggio di Ruggeri su Krstovic, un tiro di Koop schermato da Baschirotto e un colpo di testa sempre di Krstovic fuori non di poco. Nella ripresa c’è un cambio tattico: Pasalic trequartista, Koopmeiners in mezzo però a fatica su Kaba. Dopo un altro colpo di testa di Krstovic su cross di Kaba l’Atalanta si sveglia e, finalmente, aumenta il ritmo del gioco. Ecco la traversa di Pasalic su lancio di Ederson, quindi il gol di Lookman, il settimo all’attivo, e le parate decisive di Falcone prima su Scamacca e poi su una combinazione tra Muriel (entrato per Scamacca) e Lookman. Nel finale prende piede il gioco del Lecce che cerca il pari attivando l’ex Piccoli, entrato al posto di Krstovic, ma Carnesecchi si esalta con una parata sacrosanta e salvifica su tiro di Oudin. Tre punti d’oro benauguranti per il 2024. Auguri a tutti.
Giacomo Mayer