BolognaL’Atalanta torna all’antico: vincere in trasferta come l’ultima volta a Empoli e come stavolta a Bologna, in mezzo quattro sconfitte e un pari. E adesso anche la classifica, 31 punti in compagnia di Roma e Lazio, conferma che la lotta per l’Europa è sempre più vivida e invitante. Tre punti d’oro che brillano e al termine del primo tempo erano impossibili da immaginare, ma l’Atalanta, appena si mette a giocare a calcio, quello vero, non fa sconti a chicchessia. Una partita divisa in tre: un primo tempo brutto ma proprio brutto a squadra lenta, sempre in ritardo, scialba, senza un tiro in porta e senza un’azione offensiva da ricordare, un inizio di ripresa scintillante e due gol al bacio grazie ai soliti notissimi Koopmeiners e Hojlund, e il resto a controllare le inefficaci folate dei rossoblù, per l’occasione in maglia rosa, senza particolari problemi.

Sono bastati i cambi a trasformare i nerazzurri: al fischio d’inizio del secondo tempo, Boga e Zappacosta rilevano Pasalic e Hateboer, mai pervenuti nei primi quarantasei minuti. Così l’ivoriano regala due assist decisivi: il primo a Kopmmeiners che, da fuori area, col suo sinistro micidiale fulmina Skorupski, il secondo un invito a Hojlund che scavalca il portiere per il 2-1. E Zappacosta sulla destra spinge, spinge e spinge giocando quasi sempre d’anticipo. Boga ha la valigia in mano e dopo Malinovskyi è l’altro candidato a lasciare Bergamo, anche se dopo la prova al “Dall’Ara” sarebbe opportuno un pensierino magari per trattenerlo. E poi c’è il 2003 Rasmus: lotta su tutti i palloni, mette ansia sia a Lucumì che ha Soumaoro, nel primi tempo è uno dei pochi a stare a galla, nella ripresa segna il gol decisivo e tanto altro. E Koopmeiners? Il quinto gol e regista a tutto campo, indietro, in mezzo e in avanti. Gasperini modifica la squadra da trequarti in su: Pasalic al posto di Ederson e Koopmeiners torna in mezzo al campo, in attacco la coppia Hojlund-Zapata, già provata nell’amichevole di Nizza con un responso positivo mentre rientrano dagli infortuni Hateboer e Musso, Thiago Motta costretto a fare a meno dei suoi attaccanti (Arnautovic, Barrow e Zirkzee) schiera il trio Orsolini-Sansone-Soriano e propone il 4-2-3-1.

Si comincia male, anzi malissimo perché al 6’ il Bologna è già in vantaggio: Palomino sbaglia un facile rinvio, ingannando anche Ruggeri, pallone d’oro per Orsolini che trafigge l’incolpevole Musso. L’Atalanta non reagisce, sembra la bella addormentata nel bosco, il Bologna domina, avanza quando e come vuole anche se non crea palle-gol clamorose ma ha la supremazia mentre i nerazzurri arrivano sempre dopo e danno l’impressione di non possedere un briciolo di idea di gioco. La difesa balbetta, a centrocampo solo Koopmeiners cerca di costruire qualche sparuta trama, i due esterni Hateboer e Ruggeri sono sbiaditi, Pasalic rischia sempre di naufragare e i due attaccanti non si vedono. Peggio di così. Poi Gasperini corre ai ripari con le due sostituzioni decisive che cambiano l’andamento della partita per i nerazzurri. Due minuti ed ecco il pari: Zappacosta-Toloi, appoggio a Boga che vede Koopmeiners, l’olandese dal limite fa secco Skorupski. Esce Zapata ed entra Ederson. Subito il raddoppio. Boga si fa quaranta metri a tutto sprint e ragala ad Hojlund il gol del 2-1: danesino sempre più esaltante.
GIACOMO MAYER