E’ mancato un soffio per vincere. Il 2-2 tra Atalanta e Juventus, ormai una tradizione, è un risultato che esalta i nerazzurri dopo la prestazione di Genova e conferma quello che oramai si sa: Atalanta forte con i forti, spesso così così con i deboli. E con un grande e strepitoso Zapata, un’altra doppietta, nove gol in campionato. Il Santo Stefano porta bene perché, per la terza volta nella storia del campionato, i nerazzurri escono imbattuti. E’ stata una partita vibrante, spettacolare che esaltato il popolo atalantino. Atalanta a tutto pressing, con vari moduli soprattutto quando ha cercato di sfruttare la superiorità numerica, dopo l’espulsione di Bentancur all’inizio di ripresa, e il vantaggio. Gasperini ha mosso le pedine in maniera strategica e stava per riuscire nell’impresa ma Allegri, allora, ha mandato in campo Cristiano Ronaldo. Che ha riportato la Juve sul pari con un colpo di testa su calcio d’angolo e nell’occasione difensori (Djimsiti e Mancini) non irreprensibili. Poi sul due a due Gasp ha provato anche a vincere, Barrow per Masiello, ma il colpo non è riuscito. Resta la dimostrazione che questa squadra non ha mezze misure: figuraccia col Genoa, spettacolo con la Juve, nonostante tre assenze pesanti. E adesso il popolo atalantino spera nel regalo di fine 2018 vincendo col Sassuolo.
Gasperini cambia a sorpresa lo schieramento nerazzurro. Djimsiti e Masiello per gli squalificati Toloi e Palomino mentre a sinistra torna Castagne per Gosens e in mezzo al campo tocca a Pasalic prendere il posto dell’infortunato De Roon, non convocato Rigoni, nella Juve Cristiano Ronaldo in panchina, Chiellini e Bonucci invece giocano, centrocampo con Khedira, Emre Can e Bentancur. Un primo tempo vibrante e ricco di sorprese tattiche e tecniche. Subito il gol della Juve, cross di Alex Sandro, Hateboer sfiora di testa, Djimsiti sbaglia il rinvio ingannando Berisha e palla in rete. I nerazzurri accusano il colpo e sbandano, al 5’ la traversa di Bentacur con deviazione decisiva di Berisha. Trascorsi i primi dieci minuti la partita assume l’indentità che l’Atalanta voleva con pressing e aggressività nelle marcature. A centrocampo Freuler sul centrodestra affiancato da Hateboer e col sostegno difensivo di Masiello, un triangolo per bloccare Alex Sandro, Douglas Costa e centrocampista bianconero che capita da quelle parti perché la Juve muove sempre le sue pedine lì in mezzo, sul centrosinistra spinge Castagne con Pasalic attento su ogni pallone e pronto ad arginare soprattutto Betancur, e il croato è finalmente convincente, e gli inserimenti di De Sciglio con Mandzukic pronto allo scambio mentre Gomez da una parte e Dybala dall’altra si muovono a tutto campo. In attacco Zapata e Ilicic creano continui grattacapi a Chiellini e Bonucci, spesso in affanno. Questa scacchiera però traballa appena l’Atalanta conquista palla e parte all’attacco. La Juventus lascia ai nerazzurri il possesso palla ma sbaglia perché rischia di farsi infilare come nell’occasione del pareggio: al 24’ assist di Gomez per Zapata che vince il contrasto con Bonucci e batte Szczesny. E’ il momento migliore dei nerazzurri che attaccano e ottengono due punizioni che non vanno a buon fine mente crescono i duelli senza esclusione di colpi. Insomma è vera lotta. Al 7′ il colpo di scena, fallo di Betancur su Castagne e Juve in dieci. Subito il raddoppio: combinazione Zapata-Gosens e Szczesny spedisce in angolo, batte Gomez, Zapata beffa Emre Can e insacca di testa. Comincia un’altra parita. Allegri modifica il centrocampo con Pjanic (fuori Douglas Costa) e poi con Ronaldo per Khedira, Gasp risponde con Gosens per Pasalic, finalmente una buona prova, Gomez, in pratica, gioca da mezzala e poi Pessina al posto di Ilicic. Quindi si difende il 2-1 ma quando c’è Ronaldo in campo può succedere di tutto ed infatti arriva il pari. Gasp non si scoraggia e allora Barrow in campo per poter vincere. Non è successo ma accontentiamoci.
Giacomo Mayer