MILANO – Avanti, sognare la Coppa Italia non è più impossibile. Certo, bisogna prima affrontare la Fiorentina, il 3 aprile a Firenze e il 24 aprile a Bergamo, intanto il popolo nerazzurro gode per il 2-1 inflitto al Milan, e non era scontato, e per la quarta semifinale dell’era Gasperini: 2018 persa con la Juve, 2019 vinta con la Fiorentina e 2021 con il Napoli, adesso la prossima ancora con i viola.
E’ stata la vittoria del coraggio e della determinazione da parte di una squadra che vuole continuare il viaggio verso Roma. Non è stata una passeggiata, non è stato un successo facile. E’ stata la volontà di dominio giocando una partita che si è dipanata su parecchi fronti tattici e grazie a giocate da parte dei singoli nerazzurri che hanno cominciato a far capolino sul prato di San Siro, minuto dopo minuto. Non è che il Milan sia stato da meno soprattutto nel risveglio di Leao, un gran gol, di Theo Hernandez e di Reijnders ma i rossoneri hanno dovuto incrociare i loro fioretti contro gli spadoni dei nerazzurri. Alla fine nei duelli vince, come chiarito prima, chi ha più voglia e dopo la battaglia di Roma si è vista un’Atalanta forte e coesa.
Non sono mancate le polemiche e le diatribe senza soluzioni dialettiche per il rigore non dato ai nerazzurri con l’espulsione di Gasperini, per lo “scontro morbido” Miranchuk-Jimenez e relativo penalty a favore degli atalantini, per il presunto fallo di braccio di Holm nel finale con recriminazioni finali di Pioli. Con Di Bello e Doveri (al Var) belle statuine.
Ha cominciato meglio la squadra di Pioli, seppur senza creare grattacapi a Carnesecchi, un’altra prestazione di qualità, giostrando con Pulisic, a strappi e osservato da Kolasinac, e cercando sempre di far partire il jet supersonico di nome Leao ma la catena Scalvini-Holm-Koopmeiners si è spezzata solo nell’occasione del gol rossonero, per il resto lucchetto chiuso a due mandate. Dall’altra parte l’Atalanta ha aspettato, forse un po’ troppo, eppure De Roon addosso al compatriota Reijnders ed Ederson gigante su Loftus Cheek hanno offerto sicurezze e concretezza. Venti minuti di controllo senza attaccare la porta di Maignan. Si è svegliato prima il Milan con un tiro di Musa deviato dal portiere atalantino, poi è toccato a Holm, anch’egli in prepotente crescita, divorarsi una ghiotta occasione: Ederson, sempre più in crescendo, per De Ketelaere che crossa verso lo svedese tutto solo, pallone verso Lampugnano. Il finale è un incendio. Miranchuk, tra i migliori in campo, crossa da sinistra a destra per CDK, colpo di testa verso la porta, si butta De Roon, spinto e stretto in una morsa da Reijnders e da Gabbia. Di Bello non interviene, Valeri nemmeno ma il capitano nerazzurro e il difensore milanista devono uscire per trauma cranico. Nel frattempo son veementi le proteste di Gasperini che vien espulso. Al loro posto Pasalic e Kjaer. Su un’azione avviata da Theo, Holm s’addormenta e consente la triangolazione, a tutto sprint, con Leao, il portoghese conclude infilando Carnesecchi. Immediato il pari nerazzurro realizzato di destro da Koopmeiners su assist del “redento” Holm, grazie ad una combinazione Miranchuk-CDK. Tanto per dire.
Nel secondo tempo cresce a vista d’occhio l’Atalanta, si spegne a poco a poco il Milan. Koop impegna due volte Maignan. Pochi minuti dopo, minuto quattordici, Miranchuk, da destra in area, entra in contrasto con Jimenez. Per Di Bello è calcio di rigore. Stavolta protestano i milanisti poi tocca a Koopmeiners, finalmente nuovamente tra i migliori, battere il portiere francese. Ci si aspetta la reazione rossonera, invece è l’Atalanta, guidata da Ederson superstar e Pasalic, onnipresente, a dominare, sfiorando il 3-1 anche se il Milan si rende pericoloso con Pulisic e Theo. Nient’altro. Nei minuti finali l’assedio del Milan è light. Brividi per un presunto fallo di braccio di Holm in mischia. Per Di Bello e per Valeri tutto regolare. Gli oltre sessantamila tifosi milanisti fischiano la loro squadra, i duemila e duecentoquarantanove tifosi nerazzurri (ma tanti erano anche sparsi negli altri settori) sono in delirio per la Dea. Appuntamento nella notte a Zingonia.
Giacomo Mayer