L’anima dell’Atalanta non c’è più. La sconfitta di Torino sancisce il momento disastroso della formazione nerazzurra che in Europa detta legge, in campionato continua a perdere senza quasi rendersene conto. E, nella fattispecie, ha permesso la resurrezione calcistica di Duvan Zapata, autore di una doppietta decisiva. Non basta aggrapparsi alle numerose assenze e, qualche volta, alla sfortuna, c’è qualcosa all’interno dello spirito di squadra che non funziona più. Stanchezza, incapacità di reazione, rassegnazione e qualche confusione, se non tattica, almeno tecnica con troppi giocatori che non riescono a stare a galla in una partita. Forse la ricca campagna acquisti dell’estate si sta rivelando non proprio gaudiosa. Fino a poco tempo fa la Dea stritolava le piccole, adesso fatica anche con quelle, il pari con l’Udinese e la sconfitta col Toro lo sanciscono. Probabilmente, ieri sera, è stata la peggior Atalanta dell’era Gasperini, nemmeno nell’autunno del 2016 quando stava costruendo la nuova squadra. Vediamo adesso cosa riuscirà a fare e la partita di sabato col Milan è già un esame complicato. E’ stato confezionato un bel regalo al Torino.
Così tanta grazia la squadra granata non la viveva da tempo immemore, c’è voluta una Dea senza forze né convinzione per esaltare le virtù di Vlasic, Buongiorno e dell’ex Zapata. Certo non si può competere quando mancano all’appello per infortuni vari l’intero reparto difensivo e il centravanti titolare anche perché i sostituiti presenti e fortuiti non sono stati all’altezza. Oltre ai lungodegenti Tourè e Palomino, fuori Toloi, Kolasinac e dopo pochi minuti Djimsiti. Così la difesa già rabberciata ha patito l’ennesimo sbrego, Gasp ha inserito Bakker ed ha arretrato, come braccetto di sinistra, Ruggeri, che peraltro si è rilevato il migliore dei nerazzurri, ma già la squadra era alla mercè del Toro che, senza incantare, aveva il pallino della manovra e, poi le accelerazioni imposte da Vlasic – ma chi era l’addetto alla marcatura? – hanno fatto il resto. Da una sua incursione da sinistra è arrivato il pallone che Zapata, complice Scalvini, ha trasformato in rete. Sul fronte atalantino confusi i tentativi di attaccare, Buongiorno con mezzi illeciti, tollerati dall’arbitro, bloccava uno spaventato De Ketelaere, che poi ha sbagliato l’occasione del pari, Lookman faticava a saltare l’avversario e Miranchuk perdeva tutti i duelli con Rodriguez, in mezzo Linetty ed Ilic erano più svelti ed efficaci di Koopmeiners e di Ederson. Il gol di Zapata dopo errori collettivi (Miranchuk, Ruggeri, De Roon e Scalvini) e quindi il calcio di rigore di Sanabria, il malcapitato Scalvini stende in area Buongiorno su calcio d’angolo col Var che corregge Piccinini, e un’inferiorità tecnica e tattica imbarazzante hanno fatto il resto e anche i cambi non hanno modificato l’andamento della partita. Sul 2-0 l’Atalanta ha continuato a vagare spaesata per il campo, eppure non sembrava un Toro da far paura, piuttosto i nerazzurri sono rimasti a Bergamo.
Dopo i successi europei Gasperini voleva dalle una sterzata anche al campionato, ecco invece la sesta sconfitta in quattordici giornate e, forse per la prima volta, fuori dai giochi anche perché le numerose contendenti per l’Europa hanno vinto.
Giacomo Mayer