Un’occasione gettata alle ortiche, il 2-2 rallenta vistosamente la marcia per un posto in Champions in una partita double face, un’altra volta, primo tempo tutto nerazzurro, secondo e con merito di marca scaligera con la complicità di Carnesecchi. Nella giornata, la trentaduesima del campionato, l’Atalanta si adegua alla “pareggite” delle prime della classifica, dopo Inter, Milan, Juve, Bologna e Roma si è incolonnata anche l’Atalanta. Il 2-2 è un passo falso che rischia di compromettere il futuro e dopo Cagliari il rammarico cresce per le opportunità sciupate malamente. Anche se bisogna dare credito al Verona che, nel secondo tempo, è sembrata una squadra completamente trasformata e decisamente più incisiva rispetto a quella del primo tempo. E il discorso vale anche per l’Atalanta, stavolta in senso negativo. Eppure la partita è cominciata nel migliore dei modi e la pratica Verona dava l’impressione di essere già archiviata dopo solo diciotto minuti con i gol di Scamacca, nove in campionato, e quello di Ederson, il sesto, senza dimenticare l’occasione del 3-0 conclusa male, tiro troppo strozzato sul palo alla destra di Montipò, da Koopmeiners. La superiorità era così evidente che nessuno avrebbe creduto alla possibilità del Verona di pareggiare. Invece gli scaligeri con la forza della disperazione e con l’aiuto sostanzioso degli atalantini sono riusciti nell’impresa, così agganciano in classifica Empoli e Udinese e sabato affronteranno proprio i friulani. Nella fattispecie uno spareggio. Tutto questo per i demeriti dell’Atalanta che nel secondo tempo ha subito i gol dei veronesi in pochi minuti, prima il tiro angolato di Lazovic col pallone che passa tra le gambe di Toloi e sorprende il portiere atalantino, poi il 2-2 di Noslin, su cross di Centonze, che sfrutta l’erroraccio di Carnesecchi che si è fatto anticipare come un principiante dall’inserimento del giovane olandese. E mancava ancora più di mezzora dal fischio finale di Sacchi ma l’Atalanta non è più stata in grado di produrre quel gioco scintillante on palleggi e inserimenti efficaci e micidiali del primo tempo e senza più riuscire a costruire palle gol degne di essere spedite alle spalle di Montipò. Eppure prima della fulminea doppietta gialloblù De Ketelaere aveva costruito l’azione del 3-0 evitato da un intervento in extremis di Magnani. Da quel salvataggio è partita l’azione del gol di Lazovic, ispirata da Noslin, decisamente il migliore della ciurma di Baroni. Per dire, Koopmeiners dopo un primo tempo intenso è sprofondato nell’anonimato più completo, Ederson e Pasalic, sempre aggrediti da Folorunsho, Suslov e Dani Silva, non sono più riusciti a costruire quelle iniziative pericolose della prima parte, scomparso anche Holm, solo Ruggeri, sulla sinistra, tentava qualche affondo. Poi l’ingresso in campo di Miranchuk e Lookman ha permesso al Verona di non ballare più come in precedenza, la difesa è diventata più solida e attenta. Troppo solo il russo, decisamente farfallone l’attaccante nigeriano. L’Atalanta, nel finale, ha cercato il gol del successo ma Holm ha sciupato banalmente su invito di Miranchuk. Poi Montipò ha parato tutto quello che c’era da parare e l’unico che lo ha impegnato con continuità è stato proprio Miranchuk.
Giacomo Mayer