Atalanta – Torino 1-1 (0-0)
ATALANTA (3-4-1-2): Pardel 6,5; Guerini (cap.) 6, Comi 6,5, Obric 6; Ghezzi 6,5 (30′ st Tornaghi 6), Colombo, Manzoni 6, Simonetto 6,5 (38′ st Capac 6); Bonanomi 7 (38′ st Castiello sv); Vlahovic 6,5, Vavassori 7 (38′ st Armstrong sv). A disp.: Sala, Bordiga, Fiogbe, Tavanti, Parilla, Jonsson, Martinelli. All.: Giovanni Bosi 6.
TORINO (4-3-3): Bellocci 7; Bianay, Dellavalle (cap.) 6,5, Mendes 6, Antolini 6; Savva 6, Silva 6,5 (21′ st Longoni 6,5), Dalla Vecchia 6; Franzoni 6 (22′ st Gabellini 6), Njie 6 (36′ st Dell’Aquila sv), Ciammaglichella 6,5 (47′ st Perciun sv). A disp.: Cabella, Mahari, Rettore, Acar, Keita, Muntu, Marchioro. All.: Giuseppe Scurto 6.
Arbitro: Luongo di Napoli 5 (Pandolfo di Castelfranco Veneto, Munitello di Gradisca d’Isonzo).
RETI: 27′ st Vlahovic (A), 32′ st rig. Dellavalle (T).
Note: minuto di silenzio in memoria di Antonio Juliano, giocatore e dirigente che portò al Napoli Diego Maradona. Pomeriggio soleggiato, spettatori 100. Ammoniti Colombo e Antolini per gioco scorretto, Guerini per proteste. Occasioni da gol 13-10, tiri totali 16-12, parati 7-3, respinti/deviati 3-3. Corner 3-5, recupero 0′ e 5′.

Alzano Lombardo – Il rigore che non ti aspetti, anche perché non c’era, e l’aggancio in classifica al Torino avversario di giornata a quota 22 sfuma. Resta a 20 e sotto l’area playoff la Primavera dell’Atalanta, reduce dal ko di Roma in coda a una serie positiva di sei e illusasi per un amen di poterne aprire un’altra. Peccato, perché la quattordicesima prodezza in tredici allacciate di stringhe di Vanja Vlahovic è stata vanificata. Uno che sembra essere lì per caso, non trova varchi, si agita il giusto, svaria e alla fine op, dal vertice destro in scia a Bonanomi vince il duello col centrale dirimpettaio, Dellavalle, che però si rifarà con lo spiazzante centrale dal dischetto per pareggiarla, e la scaglia nell’angolino opposto con la rasoiata secca. Il Frosinone (venerdì 22, 12.30, a Ferentino) chiude l’anno solare, il Genoa fuori casa l’8 gennaio (14) e la Fiorentina ad Alzano il girone d’andata.
Le schermaglie iniziali sono una convergenza imprecisa del serbo a piede invertito (2′) e una danza sul pallone dalla trequarti di Bonanomi conclusa centralmente col poco preferito destro poco al di qua del limite. Il primo disturbo per i guantoni di Bellocci alla manita cronometrica attende fino al quarto d’ora per avere un paio di seguiti, quando Vavassori rientra dalla sinistra facendo secca metà difesa ospite e bisogna difendere il palo di competenza dal tap-in di Ghezzi, in posizione un po’ troppo defilata per indirizzare la palla al meglio. C’è solo la Baby Dea e lo conferma la volée pretenziosa di Simonetto, imbeccato in rifinitura da Colombo che gli alza l’attrezzo all’altezza giusta senza poter suggerire timing e mira al compagno.
Per vedere del granata dove conta occorre aspettare il 33 sul quadrante, ma non è robetta, perché l’uno contro uno vinto da Njie su Manzoni non punge solo per il piattone non sufficientemente chiuso poco prima che l’area cominci e la chioma tradisce un po’ Ciammaglichella nello stacco accarezzato dal mancino morbido di Silva. In capo a un tris cronometrico, ecco il non c’è due senza tre della mezzala Savva che prende campo e spara un sinistro alto dai venti metri. Pardel scampa alla disoccupazione al quarantesimo quasi scoccato e deve ringraziare Franzoni che non angola il sinistro a incrociare né gli imprime potenza, approfittando sommariamente dell’appoggio di Antolini raggiunto dalla sua ala sinistra, ma nel botta e risposta torna in auge la catena Simonetto-Vavassori innescata dal trequartista altobrianzolo e spezzata dal portiere ospite.
Sipario sulla prima metà col doppio muro opposto a incornata e destro di Dellavalle e sugli sviluppi del secondo angolo altrui e con l’allungo della mezzala destra torinista non colto dall’estrema d’attacco opposta. La ripresa, come il primo tempo, si ravviva al quinto ed è la settima occasione di casa, con l’ex Partizan a masticare qualcosa a metà fra conclusione e passaggio a non si sa chi gettando alle ortiche il recupero alto con assist del partner di linea ai danni di Antolini. Partita a specchio: al quarto d’ora Guerini, in precedenza autore della miglior diagonale possibile per sventare la minaccia del traversone testo di Dalla Vecchia dall’out destro anticipando Njie, lascia scoperto il fianco destro alla verticale tra Ciammaglichella e lo stesso attaccante frustrato dal polacco tra i legni nella sua zampata sinistra altrimenti incontrastata. All’alba del ventesimo, invece, due corner nerazzurri di fila, nel secondo caso quando il cuore della retroguardia nemica fa muro su Obric, rimasto lì e imbeccato da Ghezzi. Bellocci torna in auge al 25′ per dire di no a Vavassori, ormai dedito a partire da destra, e quindi al tentativo di seconda di Bonanomi, giratosi dal limite dopo uno strano contrasto con Mendes, colpito inavvertitamente all’addome.
Consumato il vantaggio improvviso e ormai insperato, Longoni prova a rispondere (29′) chiamando il baluardo atalantino alla sbracciata sopra il montante e quindi, sull’asse Gabellini-Ciammaglichella, il contatto di quest’ultimo proprio col portiere, che non fa alcunché per provocarlo né può sparire all’orizzonte, mentre Comi assiste alle spalle senza toccare anima viva. Mica è finita qui, perché Guerini tiene sul pezzo Bellocci tuffandosi di testa sul cross di Vavassori dettato da Simonetto (37′) e s’attacca ancora a spron battuto, specie a sinistra con la new entry Capac, ma ormai il destino è segnato.