Continua la corsa all’elogio del nuovo mister da parte dei suoi giocatori. Sentite Berat Djimsiti: “E’ cambiato tanto con Palladino. C’era qualità anche prima, ma mancavano intensità, fiducia e mentalità. S’era già visto nel secondo tempo di Napoli. Si sta ritornando a essere la vera Dea”. Il difensore ha preceduto il suo tecnico sul piedistallo della sala conferenze della New Balance Arena dopo aver parlato nel salottino: “Ora tutti sanno cosa fare e gli attaccanti vengono subito messi in condizione di fare l’uno contro uno”, l’altra sentenza proverbiale del nazionale albanese. “Il successo dell’Atalanta è sempre stato fondato sul gruppo, sulla sintonia con chi non gioca dall’inizio, sul difendere e attaccare tutti insieme. Vogliamo fare grandi cose col mister

– il pensiero del numero 19 -. La Fiorentina non è squadra da ultimo posto, ha tanta qualità e ha in Kean uno dei migliori attaccanti del campionato. Hanno avuto due-tre occasioni molto importanti per tempo e lì c’è voluta anche fortuna”.

L’ennesimo sport inorgoglisce San Raffaele da Mugnano di Napoli, patrono della panchina che da Gian Piero Gasperini a Ivan Juric sembrava avere il malocchio addosso: “Era importante vincere oggi, ma devo fare i complimenti alla mia ex squadra, una squadra viva che è venuta qui a giocarsela anche con grande tecnica. Diciamo che lo schema per Kossounou è di quelli che proviamo in allenamento, se vogliamo fare la battuta, ma i gol arrivano anche perché li cerchi e perché ci credi. Abbiamo difeso e attaccato da quadra, giocando di reparto davanti cogli attaccanti”. Il ritorno al bottino pieno in campionato a quattro giorni dal trionfo di Francoforte è foriero di ottime notizie anche dove la coperta rischia di rimanere corta: “Due clean sheet consecutivi aiutano a essere positivi, anche se oggi c’è stato di mezzo il palo dopo qualche salvataggio – ammette l’allenatore nerazzurro -. Sono molto contento, ma siamo tuttora un po’ indietro in classifica e dobbiamo recuperare”.

Il Palladino razionale ha vinto anche contro le sue emozioni: “Saper soffrire comunque è importante. La Fiorentina è una squadra di valore che non merita quella classifica, nove undicesimi dei titolari sono gli stessi del sesto posto e dei 65 punti della scorsa stagione. Non immaginavo che potesse trovarsi lì, i ragazzi li ho tutti nel cuore. A fine gara li ho abbracciati dicendo loro di non mollare. Circa il mio possibile ritorno, c’è stata una chiacchierata ma non se n’è fatto più niente. Nel secondo tempo siamo stati bravi nella riaggressione, cambiano anche la velocità di pressione..”. Ottime anche un paio di mosse: “Ho preferito De Roon su Fagioli ed Ederson su Mandragora perché appena conquistata palla dovevamo servire gli attaccanti, che sono giocatori forti”.

Ecco, appunto, il piatto forte. De Ketelaere deve sentirsi libero per creare superiorità facendo giocare bene la squadra, Scamacca ha fatto una grande partita, Lookman anche. Abbiamo qualità: ad Ademola ho parlato individualmente come con tutti, è un ragazzo ricettivo e siamo stati chiari l’uno con l’altro perché vogliamo portare l’Atalanta il più in alto possibile. Sta facendo anche una grande fase difensiva ed è al secondo gol di fila. Gianluca, se ci mette queste intensità e qualità, sacrificandosi ancora di più per la squadra, per come manda dentro i compagni e come fa i duetti, può diventare uno dei centravanti più forti d’Europa”. Infine, i tifosi: “Abbiamo giocato davanti a un pubblico meraviglioso, abbiamo riportato entusiasmo”.

A bordocampo è toccato invece a Charles De Ketelaere e Davide Zappacosta. Il belga ha dominato senza segnare, fermato più volte da De Gea: “Due gol dopo i tre di Francoforte, anche a livello di prestazione, hanno significato dare continuità a quello che eravamo riusciti a fare a Francoforte. A maggior ragione è stato importante continuare a creare tante occasioni anche davanti ai nostri tifosi. In serie A ci serviva davvero”. Infine, l’esterno, il titolare più anziano coi suoi trentatré anni (Francesco Rossi, il terzo portiere, ne ha uno in più): “L’Atalanta vera deve essere così, non quella che non riusciva a fare risultato. Palladino ha portato tanto entusiasmo anche perché è giovane. Ma dobbiamo tenere i piedi per terra, essere umili, mantenere questa intensità e questa cattiveria”.

Dulcis in fundo, Luis Muriel, l’ospite d’onore di società e Curva Nord nel prepartita. “Il presidente Percassi mi ha chiesto cosa ci facessi invitandomi poi a tornare. Mi piacerebbe, ma non è semplice, anche se ho ancora molta voglia di giocare – la confessione a Sky Sport dell’attaccante colombiano, ora all’Orlando City in Mls -. Provo molto emozioni, a Bergamo ho vissuto momenti bellissimi, ma anche in Italia in generale, dopo la nascita delle mie figlie. Lo stadio mi ha fatto tornare voglia di riviverli. E mi fa molto effetto vedere Gasperini alla Roma dopo tanti anni di Atalanta, ma sono contento di vederlo lassù in classifica e spero possa durare a lungo”. SF